C'era una volta G.A.D. L’ambiente umano era quello vivace, creativo, spiritoso, ironico e schietto della cultura popolare reggiana. Si vedevano gli audiovisivi e nella successiva discussione ci si addentrava profondamente nella struttura del linguaggio e nella comprensione dei significati che l’opera promuoveva con l’intreccio espressivo di immagini, musica e testi parlati. Il Gruppo Amatori Diapositive di Reggio Emilia, attivo per decenni, ha attirato autori di grande rilevanza anche nazionale che hanno dato lustro e ricevuto tanto da G.A.D. Nella fase della sua piena maturità il gruppo dava occasione di: ...confronto aperto con gli altri fotografi, proveniente da diversi circoli della città e della provincia... il punto di riferimento nel quale verificare le nuove opere e trarre una forte motivazione nel fare e far sempre meglio perchè il livello del confronto è alto". (Silvano Bicocchi). In questo ambito così coinvolgente e così (come si dice oggi con un abusato termine sportivo) "allenante", hanno operato Amilcare Cenci e Luca Pastorino che insieme, nella classica serata di Parmafotografica del giovedì, ci portano due audiovisivi realizzati a quattro mani. Amilcare, amico di Parmafotografica fu anche moderatore delle serate di G.A.D. e infatti dopo una breve Introduzione di Carlo Carra prende subito in mano la serata. Rispetto ai tempi dell'analogico puro quando si lavorava col cronometro per sincronizzare due o addirittura tre proiettori, il digitale ha semplificato il lavoro tecnico. Rimangono comunque immutate le difficoltà creative: idea, regia, montaggio e scelta della colonna sonora. Il primo audiovisivo, "Vagando nelle trasparenze", interpreta la Dèfence, luogo più volte visitato da Amilcare e di cui ha un'ampio album di immagini tra le quali selezionare. L'autore gioca con i riflessi, le luci, le linee tese dell'archittettura di Parigi. Prima vediamo la grafica, mai ripetitiva perchè le fotografie riprendono i particolari sempre diversi degli edifici, poi viene introdotto l'elemento umano. La musica svolge il suo ruolo alla perfezione donando all'audiovisivo quell'atmosfera parigina nota anche a chi non ha mai visitato la capitale francese. "Un magico incontro", il secondo audiovisivo presentato, si basa sulla capacità degli autori di portare gli spettatori all'interno di un sogno. Tutto è giocato sul piano mentale. Le fotografie scattate in una serra abbandonata e poi post-prodotte fino a diventare immagini desaturate, trasparenti, liquide, che ricordano l'eleganza di certa arte giapponese. La musica di Giovanni Marradi lavora in simbiosi con le fotografie rafforzandosi l'una con le altre. Le note trascinano e pulsano, perfettamente sincronizzate regalando un'atmosfera zen. Tutto funziona e scorre dando l'impressione di semplicità e naturalezza ma, confermano gli autori, tecnicamente per ottenere quella resa il montaggio è complesso. "Un magico incontro" è la dimostrazione di come anche un ambiente che apparentemente offre pochi spunti può dare origine ad ottimi lavori se dietro alla macchina fotografica c'è un occhio attento e pronto a cogliere la bellezza che può essere celata dal degrado o dall'abitudine. Vedere è tutto. Una cosa è certa dopo questa serata al nostro circolo Parmafotografica abbiamo un nuovo termine di paragone per quanto riguarda la produzione di audiovisivi.
Idea, visione, tecnica fotografica e di regia, un livello decisamente elevato che però non deve demoralizzare ma essere di sprone per migliorare. post: Corrado Pini I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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