Nella serata di giovedì 26 gennaio la nostra socia Emiliana Sozzi ci ha fatto scoprire un autore molto interessante con uno sguardo particolare sul mondo, Christopher Soukup.
Emiliana ha voluto inviargli un saluto ed un'immagine a ricordo della serata. Lascio qui sotto il link al sito personale di Soukup e vi invito a navigarlo per scoprire le atmosfere rarefatte ma raffinate delle sue immagini che ricordano in alcuni casi le tele di Hopper. http://www.christophersoukup.com/
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Confine come limite, barriera, gabbia entro la quale le regole sono più lasse.
In uno stadio, è fuor di dubbio vengono sopportati comportamenti altrimenti sanzionabili. Così come durante manifestazioni oppure rave party, recentemente protagonisti delle cronache. Confine non solo come barriera e ostacolo ma come spazio di protezione.
Delimitazione di area dedicata alla creazione di possibilità altrimenti difficilmente fruibili. Inclusione Giovedì 19 gennaio si è tenuta la prima serata del 2023.
Una riunione diversa dalle solite, riuniti intorno ad un tavolo abbiamo posato la prima pietra per la realizzazione di una nuova esposizione con un sistema di produzione rinnovato. Parmafotografica ha costituito il laboratorio 130 Lab di Cult a tema "Confini" coordinato dalla presidente Federica Maninfior, affiancata da Massimo Marazzini e Franco Bisceglie. In questo primo appuntamento l'assemblea ha deciso di porre l'attenzione sull'aspetto del "Confine" che non separa ma in realtà contribuisce a riunire realtà differenti ma simili. Confine come compartecipazione e condivisione. Nelle prossime puntate si andrà nel dettaglio e cominceremo a confrontare idee e progetti. PROGETTO FOTOGRAFICO COLLETTIVO NAZIONALE
Ambiente, clima, futuro, tre parole legate indissolubilmente al destino della nostra casa, la terra. Parmafotografica ha partecipato al progetto nazionale FIAF con un'esposizione allestita nella chiesa di San Rocco a Parma Quella del nostro circolo è una della pagine di un libro composto da tanti altri fogli, quelli scritti da tutti gli altri circoli italiani. Tutti insieme abbiamo scattato un'istantanea della situazione attuale italiana. Mi è sembrato di vedere nelle fotografie esposte, la tendenza all'ottimismo per il futuro, nonostante l'evidenza, nonostante tutto, credo grazie alla capacità degli uomini di adattarsi alle difficoltà per poi risolverle o depotenziarle. Solo il futuro dirà se davvero questo ottimismo è giustificato o soltanto un'illusione. Finalmente quest'anno la macchina organizzatrice di Fotografia Etica ha ripreso a girare a pieno ritmo. Un'edizione, quella del 2022 che ha visto come punta di diamante le immagini del World Press Photo, celebre concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria. Come sempre l'intero centro cittadino di Lodi è stato coinvolto ed è diventato sede museale distribuita. E' interessante anche scoprire o rivedere le varie sedi che valgono da sole una visita. Necessariamente abbiamo potuto soltanto dare uno sguardo alle numerose esposizioni.
E' impossibile approfondire tutti gli argomenti in una sola giornata oppure anche solo vedere tutte le mostre (esiste anche il circuito off). Si può invece farsi un'idea corretta di come i fotografi si stanno muovendo per riuscire a raccontare storie. Da anni ormai si lascia la prima comunicazione dell'avvenimento al mondo video e ai canali web, mentre il giornalista fotografo si dedica all'approfondimento anche con progetti a lungo termine. Si nota un maggiore utilizzo del colore rispetto al classico b/n ed invece una minore presenza di immagini particolarmente forti. Oltre al puro aspetto legato alla fotografia è comunque sempre piacevole e passare una giornata insieme ad amici con i quali condividiamo l'interesse per il meraviglioso mondo delle immagini. Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido. So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e sentimento. In queste parole di un grande artista è concentrata l'essenza artistica di Guido Harari. Prima c'è il rapporto umano, l'interazione, l'empatia, a volte l'amicizia, poi la fotografia che è la naturale conseguenza. Se Annie Leibowitz deve allestire complicati set per scattare le sue immagini perchè teme il volto dei suoi soggetti, Harari lo ricerca invece, insieme allo sguardo. Guido Harari è del 1952, ha vissuto in prima persona le grandi rivoluzioni culturali e musicali e della musica si è innamorato. E anche delle canzoni, dei personaggi che le scrivevano, le suonavano e naturalmente della fotografia. Dopo tanti anni di carriera può affermare di aver ritratto i più grandi artisti stranieri e italiani. A Colorno in una serata di presentazione del suo libro "Remain in light" (il titolo riprende il nome dell'album dei Talking Heads) all'interno di Colorno Photo Life, Harari ha presentato quella che può essere considerata la summa della sua carriera, raccontando numerosi aneddoti ed episodi legati alla sua passione giovanile che è diventata il suo lavoro. Fotografo, critico, giornalista, Harari si è meritato la stima di grandi artisti e si è rivelato persona affabile e modesta, ben disponibile al dialogo con gli appassionati che hanno gremito la sala. "Remain in light" è anche il catalogo della prestigiosa mostra allestita alla Mole Valvitelliana ad Ancona. Un'esposizione non soltanto fotografica classica ma che possiamo definire multisensoriale. La mostra terminerà il 6 novembre, c'è quindi ancora un po' di tempo per visitarla per chi potrà recarsi delle Marche. All'interno di Colorno Photo Life c'era anche l'esposizione di Parmafotografica che ha partecipato ad "Acqua, fonte di vita" tema della manifestazione del 2022, con una bella serie di fotografie esposte in Aranciaia dal titolo "Acqua. Natura e vita"
Corrado Pini Le vite di Francisco Goya, 1746-1818 e George Grosz, 1893-1953 sono separate da più di un secolo di storia ma nell'esposizione "Il sonno della ragione" allestita presso Palazzo Pigorini a Parma, mostrano assonanza di idee e di visione. I curatori hanno accostato i disegni di Goya alle opere colorate e i bozzetti preparatori di Grosz. Tutte le opere sono accomunate dallo stesso tema, la satira sociale anche feroce ma sempre motivata. Quelle di Goya sono ottanta incisioni che formano un corpus unico dal titolo "I Capricci". L'artista denuncia le storture della società nel suo tempo, la cattiva politica, la religione ipocrita, la guerra per il dominio. Ebbe a faticare per vendere queste opere proprio perchè toccavano profondamente nel vivo i potenti che allora come oggi detestano i ribelli. Cento e cinquanta anni dopo un altro artista si trovò a profetizzare e poi affrontare l'ascesa del nazismo in Germania.
George Grosz venne più volte, incredibilmente accusato di incitamento all'odio di classe e vilipendio proprio dai futuri creatori dei lager. Naturalmente la sua arte fu classificata come degenerata ed esclusa dalla possibilità di diffusione. Fuggì negli Stati Uniti per tornare in patria anni dopo la fine della guerra. La denuncia sociale che i due autori hanno fatto in epoche ormai lontane dalla nostra risulta perfettamente attuale, il morbo del potere ad ogni costo è fondamentalmente insito nell'umanità e si manifesta continuamente nelle aberrazioni che abbiamo continuamente sotto gli occhi. Anche oggi esistono in tante martoriate parti del mondo artisti che cercano di mostrare la realtà alla gente e per questo vengono censurati o peggio, perseguitati. Forse verremo a conoscenza dei loro nomi fra decenni ma devono avere da ora, da tutti noi solidarietà, rispetto e ammirazione. Ma neppure questo è scontato. Corrado Pini The Silk Road Project L'appuntamento con l'autore dell'ultimo giovedì di settembre ha visto protagonista il nostro Massimo Marazzini che ci ha proposto il suo "Viaggio in Uzbekistan".
Qualche anno fa in occasione di un viaggio organizzato Massimo come ogni buon turista ha catturato numerose immagini. Invece di pubblicarle sui social ne ha invece ricavato un portfolio e una proiezione a completamento e integrazione del lavoro. Massimo è stato chiaro nella presentazione, un progetto ben fatto va preparato prima del viaggio per avere ben chiaro in mente quali immagini sono necessarie allo sviluppo della storia. Però come è ben noto è molto difficile dedicarsi alla fotografia in viaggi turistici generici dove i tempi sono contingentati e non ci si può dedicare totalmente a scattare. Bisogna quindi fare buon viso a cattivo gioco ed arrangiarsi fotografando il possibile nelle occasioni consentite. Pur realizzato a posteriori Viaggio in Uzbekistan è stato ben descritto, le fotografie piacevoli e ben eseguite nello stile documentaristico e contrastato proprio di Massimo ci hanno portato con lui sulla via della seta. Il tema che ha legato tutte le foto è ben descritto nell'introduzione che trovate in testa al post. L'organizzazione esistente dietro questi tour è fatto per stupire il viaggiatore, i luoghi sono addomesticati, le persone lavorano per in cliente/turista. Quest'ultimo usufruisce di un prodotto confezionato ma deve essere ben consapevole che la vita della popolazione locale al di fuori della bolla turistica è senz'altro diversa. Non c'è bisogno di andare in luoghi esotici per accorgersi di tutto ciò, anche in Italia a Venezia come a Firenze o Roma funziona allo stesso modo, al cliente/turista viene venduto un pacchetto fatto di storia, monumenti, cibo, usi e costumi che lo lascia soddisfatto e le cui immagini riempiono i social network. Va bene così ma come ha affermato Massimo è bene esserne consapevoli. Corrado Pini Ci sono luoghi che possiamo definire come appartenenti a terre di mezzo. Troppo lontani dalle vie di comunicazioni principali e difficilmente raggiungibili. Lontani dal mare e dal suo ineguagliabile fascino. Situati sui monti ma non quelle svettanti, non le Dolomiti, non le cime alpine. Luoghi che non attirano il turismo di massa e invece negli ultimi decenni hanno visto diminuire la popolazione residente, migrata a valle in cerca di lavoro migliore e di comodità cittadine. Di questi luoghi si occupa Microfestival, organizzato da Terre Oltre in collaborazione con Contrails. Nell'edizione 2022 le località coinvolte sono : Luserna (TN) - 17-19 giugno Melle e Val Varaita (CN) - 7-10 luglio Corchia (PR) - 27-28 agosto Velva e val Petronio (GE) - 16-18 settembre Ho partecipato alla puntata di Corchia, borgo medievale ottimamente conservato. Gli autori di Contrails, collettivo al quale aderisce il nostro Massimo Marazzini, hanno esposto alcuni racconti fotografici sui muri di pietra delle case in centro. Sono reportage che raccontano il presente e il futuro di luoghi e persone, i mutamenti sociali e ambientali. Storie da raccontare. Oltre al puro lato fotografico si sono tenute brevi conferenze inerenti all'argomento terre perdute da riscoprire. E' impossibile e nemmeno auspicabile attirare il turismo di massa in questi luoghi, piuttosto occorre invitare il turista consapevole che ricerca l'esperienza del tempo lento e la riscoperta delle tradizioni. Chi vive la maggior parte della propria vita all'interno di scatole di cemento condizionate dovrebbe ogni tanto sentire sulla propria pelle il vento, i raggi del sole e anche un po' di pioggia qualche volta non fa male. Il contatto con la natura e la storia "minore" di luoghi come Corchia in fin dei conti sono anch'essi cultura. La cultura ovviamente si fa anche con la fotografia. Legata al concetto delle tradizioni che vanno perdendosi c'è stata una bella iniziativa, la preparazione di un'antica ricetta come la Pattona. La castagna era una materia prima indispensabile e reperibile in natura, seccata e resa farina era ingrediente necessario per un prodotto come la pattona. Oggi capita di mangiarla come dolce ma un tempo veniva consumata come pane, anche accompagnata con salumi o ricotta, come ci hanno raccontato le rezdore mentre lavoravano. Veniva preparata quotidianamente, acqua e farina di castagne erano ben miscelate in un composto piuttosto liquido . Questo era disposto a grosse cucchiaiate sopra un tagliere coperto di foglie di castagno. Intanto venivano preparate le braci e il testo, un tipico contenitore che permetteva una cottura omogenea e veloce. Pronte le braci con un abile colpo di mano si doveva spostare la pattona ancora cruda all'interno del testo, che poi veniva chiuso col coperchio. Pochi minuti sotto le braci e la pattona era pronta e a noi non è rimasto che assaggiarla. Siccome le storie, anche quelle piccole sono importanti e vanno raccontate, inserisco il documento di un piccolo episodio. Durante la manifestazione nel borgo si è formato un nido di vespe all'interno di un muro di pietra proprio sopra ad una mostra ed è stato necessario l'intervento dei pompieri per risolvere la situazione. Tutto a posto in pochi minuti e la strada è stata riaperta al passaggio dei visitatori. Corrado Pini
Corchia, 27 agosto 2022
Non saprei definire con precisione l'allestimento organizzato nello spazio San Ludovico. Non è una vera e propria classica esposizione perchè non ci sono stampe appese alle pareti. C'è invece, da un lato la proiezione di immagini fotografiche e dall'altro il filmato di un'intervista. Arturo Carlo Quintavalle, accademico e storico dell'arte intervista Vasco Ascolini mentre prende appunti per una futura pubblicazione. Ascolini, originario di Reggio Emilia, nato del 1937 è l'autore che conclude la lunga manifestazione Parma Capitale della Cultura 2021. Le fotografie di Ascolini vengono proiettate al centro della navata, alcuni brevi testi accompagnano le immagini insieme ai suoni registrati direttamente sul luogo di cattura delle fotografie. Il tema generale che accomuna le immagini è l'incarico che celebri musei nel mondo hanno dato ad Ascolini. Quindi Parma capitale della cultura italiana, rende omaggio alle capitali della cultura europee e mondiali. Potete vedere l'intervista integrale di Arturo Carlo Quintavalle proiettata all'interno dell'esposizione sul canale YouTube di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 La mostra rimarrà aperta fino all'11 settembre nello Spazio San Ludovico a Parma.
Corrado Pini Parma, agosto 2022 Scrivo queste righe pochi giorni dopo che la furia del maltempo ha flagellato Sestri Levante. Un mese fa invece Sestri era il luogo di una piacevole vacanza. In paese è attivo il circolo fotografico Carpe Diem che quest'anno ha organizzato l'edizione 16 di Penisola di Luce e io non potevo certo ignorare l'avvenimento. La prima esposizione era allestita presso Palazzo Fascie Rossi e si chiamava "Umanamente possibile". Le fotografie fanno parte dell'archivio 3M. Gli autori si interrogano "sui nostri stili di vita per riscoprire l'importanza di rapporti capaci di valorizzare quanto di più profondo lega gli uomini fra loro". Tra i fotografi ritrovo i celebri Raoul Iacometti e Giuliana Traverso. Poco lontano in una piazzetta sull'istmo che divide la Baia del Silenzio da quella delle Favole c'era un'installazione all'aperto con grandi immagini di Mandy Barker. Quella soluzione è ottima e permette di usufruire dell'esposizione in ogni orario. Al contrario un'ultima mostra all'interno del comune di Sestri non ho potuto visitarla proprio per problemi di orari d'apertura. Poco male, l'esperienza è stata comunque positiva e interessante e ha completato con un pizzico di cultura fotografica un bel soggiorno rilassante. Qui sotto inserisco alcuni testi che completavano le immagini e descrivevano situazioni e motivi di realizzazione dei lavori. PENALTY-The world In soli 4 mesi 89 persone hanno recuperato dagli oceani del mondo ben 992 sfere di detriti marini. 769 palloni, o pezzi di palloni, ed altri 223 tipi di sfere, in 41 diversi paesi ed isole e da 144 spiagge diverse. PENALTY non è solo la "punizione" per aver infranto una regola nel gioco del calcio ma, in relazione a questo progetto, è anche il prezzo che noi tutti pagheremo se non ci prendiamo cura degli oceani gestendo l'eccessivo consumo di plastica. Hong Kong Soup:1826 "Accendino" Più di 1,826 tonnellate di plastica raggiungono ogni giorno le oltre 30 spiagge di Hong Kong. Gli accendini scartati fanno riferimento alla nostra società usa e getta. Il panda, emblema nazionale della Cina, rappresenta le specie in via d'estinzione e guarda lontano dal gruppo che simboleggia madre natura che volta le spalle all'incapacità dell'uomo di appropriarsi dei suoi rifiuti. MANDY BARKER Mandy Barker, classe 1964, è una fotografa britannica pluripremiata a livello internazionale e riconosciuta in tutto il mondo grazia al suo straordinario impegno, di carattere artistico-scientifico, in merito ai rifiuti plastici presenti nelle acque marine. In collaborazione con numerosi scienziati, ogni giorno, Barker mira a sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti dell'inquinamento prodotto dalla plastica presente, purtroppo in maniera passiva, in tutti gli oceani del mondo, evidenziandone gli effetti nocivi tanto per gli ecosistemi marini, quanto che per noi esseri umani stessi. Le opere della Barker sono state pubblicate in oltre 50 paesi da testate di fama internazionale tra cui National Geographic, Time,Vogue,Smithsonian, The Explorer Journal e The New Scientist. Barker è regolarmente coinvolta in interviste con la BBC, ITV,Greenpeace,Vice e CNN e i scuoi scatti sono stati ospitati presso i musei e le gallerie più note al mondo, dal Victoria & Albert Museum di Londra al Parco Scientifico e Tecnologico di Hong Kong, alla sede delle Nazioni Unite a New York e in oltre 30 diversi festival di fotografia. Corrado Pini Sestri Levante, luglio 2022 L'ospite di giovedì 26 maggio era Valeria Sacchetti, emiliana di Modena che vive ora a Carpi.
Ha viaggiato in diversi paesi anche esotici ma ci ha voluto raccontare di un lavoro di lungo termine realizzato qui in Italia e vicino a casa lungo le rive del grande fiume Po, Journey to the lowlands. Durante gli anni ha provato diversi editing parziali e di questi ci ha portato numerose stampe e un bel filmato di presentazione. Per la sua ricerca ha esplorato la bassa modenese trovando situazioni di vita al di fuori delle rotte comuni basata sugli stereotipi famiglia, casa, lavoro. Sempre più spesso e sempre più persone si rendono conto di non essere disponibili alla routine di vita standard occidentale, quando questa è vuota e vacua. Costoro rifiutano i cliché, il vuoto consumismo, la competizione ad ogni costo e si rifugiano nella natura. Non quella tropicale e lussureggiante di paesi lontani, piuttosto quella decadente, residuale delle zone dimenticate, come sulle rive del Po dove la natura si riprende i suoi spazi perché i luoghi sono economicamente improduttivi. Vivere laggiù rende necessario rinunciare alle comodità cittadine che vengono però sostituite dalla riscoperta di valori dimenticati ma usuali e naturali per i nostri nonni che vivevano al ritmo delle stagioni e dei cicli naturali. Durante il soggiorno romano durato qualche anno per motivi di lavoro, Valeria ha frequentato un master di fotografia che ha cambiato e fatto evolvere il suo modo di vedere e fotografare. L'ispirazione più importante è arrivata dal lavoro di Giancarlo Ceraudo. Vedete per esempio il suo Destino Final sulla tragedia dei desaparecidos argentini oppure il particolare Habana Cruda. Journey to the lowlands è un progetto considerato concluso, editato in un bianco e nero duro e deciso. E' intenzione di Valeria farne una pubblicazione ed a questo scopo ha aperto un crowdfunding per poter stampare il libro. Per chi è interessato e per i curiosi, sotto trovate i riferimenti per il collegamento alla pagina dedicata. Da qualche anno Valeria Sacchetti fa parte di Contrails, collettivo che lavora principalmente su progetti a medio e lungo temine di approfondimento giornalistico. Link Journey to the lowlands, tra la via Emilia e il west Valeria Sacchetti - sito personale Nella Fiera di Primavera del 15 maggio in una calda domenica, via della Libertà a Sant'Ilario d'Enza è stata invasa dagli artisti che Claudia Belli ha raccolto per l'occasione.
Pittori, scultori, grafici, musicisti e fotografi. Fra questi ultimi hanno partecipato alla manifestazione le nostre Angelica Colombini, Emiliana Sozzi, Federica Maninfior, Georgia Felici e Giovanna Ziveri. Le donne di Parmafotografica sugli scudi in una bella vetrina per ripartire. S.Ilario d' Enza, 15 maggio 2022 Alla fine è arrivato, un giorno di fotografia.
L'occasione ghiotta è stata Photohappening & Simposio GLocale 2022 organizzato dall'associazione Carpe Diem di Sestri Levante in combo con l'esposizione degli amici di Contrails nel centralissimo Palazzo Fascie. La manifestazione presso la sala Agave dell'ex Convento dell'Annunziata prevedeva brevi riflessioni di trenta minuti sui più diversi argomenti inerenti al mondo delle immagini. Fra i relatori c'erano personaggi come Orietta Bay, Silvano Bicocchi, Gigi Montali, Walter Turcato, Isabella Tholozan. Nel pomeriggio con l'amico Massimo, abbiamo partecipato ad un evento che prevedeva la realizzazione di un "instant" portfolio da scattare in una delle varie location messe a disposizione dall'organizzazione. Catturate le immagini e sviluppate in serata sono state inviate immediatamente per essere lette e votate il mattino dopo durante la seconda giornata della manifestazione. La giuria di qualità composta di Silvano Bicocchi e Orietta Bay di FIAF ha tenuto conto anche del voto popolare degli appassionati presenti e ha decretato vincitrice Erminia Tirotta con "Visioni surreali" Il suo interessante e bel portfolio è stato realizzato in Piazza dei Miracoli a Pisa e potete ammirarlo a questo LINK. Dall'altro lato Contrails, collettivo fotografico in collaborazione con Terreoltre ha esposto "Riscopriamo le nostre terre perdute", condensato fotografico dei lavori già presentati in alcuni bei borghi più o meno dimenticati; per Parma ricordo Corchia. La pillola di fotografia di giovedì 3 marzo è stata realizzata da Franco Bisceglie per illustrare come è nata e si è sviluppata nel corso degli ultimi 150 anni la fotografia di guerra.
Devo prima sottolineare che la serata si è svolta in presenza presso la nostra sede sociale, cosa non scontata ma che fortunatamente si è verificata vista la diminuzione sostanziale dei contagi nell'ultimo periodo. Franco ha iniziato la sua esposizione dagli albori della fotografia di guerra con la documentazione del conflitto in Crimea a metà del 1800, evidenziando i problemi tecnici che impedivano di realizzare immagini istantanee d'azione in tempo reale, fino ad arrivare ai giorni nostri quando sono le immagini in movimento a documentare l'attualità. Ai fotografi rimane ormai da fare un lavoro più ponderato di analisi critica e approfondimento. La proiezione è stata molto interessante ed apprezzata vista l'attualità dell'argomento e il modo attento e professionale dell'esposizione che ha colpito tutti. Al termine rimane il dilemma dal quale è partito Franco e che lo ha mosso a realizzare questa pillola di approfondimento; fino a che punto il fotogiornalista deve limitarsi a documentare la sofferenza altrui senza intervenire. Le immagini di guerra, una volta divulgate possono davvero muovere nei popoli sentimenti tali da influire sui governi in modo da far cessare i conflitti? E' una questione vecchia quanto la fotografia stessa e che fino ad ora non ha avuto una risposta chiara, forse perché risposta definitiva non esiste. Proseguono gli incontri on-line del giovedì, in attesa di tornare a vederci in presenza. Questa volta l'autore che ci è venuto a trovare è Giovanni Garani di Obbiettivo Natura. Giovanni è un amico di Parmafotografica e ci ha portato una serie di immagini divise in temi, raccontandole per permetterci di meglio capire il suo approccio alla fotografia di paesaggio e naturalistica. La sua filosofia è quella di ricercare empatia con lo spirito di Natura, riuscendo ad immergersi nel paesaggio. Il risultato, oltre al benessere personale fisico e psicologico, sono immagini che ci comunicano le sue sensazioni ed emozioni. La fotografia di paesaggio è materia assai tecnica, bisogna ben conoscere la propria attrezzatura ma ancor di più è necessario preparare lo scatto. Occorre arrivare sul luogo in orari adeguati a trovare la luce perfetta spesso significa una levataccia mattutina, lunghi trasferimenti in auto e a piedi. Ci vuole anche una buona dose di fortuna; le condizioni atmosferiche in montagna sono mutevoli e capita a volte di partire sotto alla luna e trovare in quota nuvole e pioggia. Una delle riflessioni suscitate dalla serata riguarda il recente gradimento che la montagna suscita nelle persone.
Quanto è importante, quanto è giusto attraverso la fotografia "sponsorizzare" le nostre belle valli e montagne? Ci chiediamo in che modo si possa attirare appassionati evitando l'assalto turistico di massa nei confronti dei paesi montanari che hanno assolutamente bisogno di turismo e di denaro per poter sopravvivere. L'agricoltura e ancora di più l'industria hanno rese marginali in montagna, per evitare che la popolazione e i giovani in particolare scendano al piano in cerca di lavoro e condizioni di vita più agevoli, ci vogliono strade, infrastrutture e ottime telecomunicazioni, in una parola, lavoro. Tutto questo potrà essere costruito se i turisti saliranno costantemente verso le cime. Su questo non c'è dubbio, molti paesi sono già spopolati e l'età media di chi rimane è altissima. E possibile sviluppare la montagna in maniera sostenibile e allo stesso momento educare il turista alla fruizione consapevole e alla conservazione della natura? Questo è un grande tema e la fotografia ci può aiutare alla riflessione. Link: OBBIETTIVO NATURA Ogni anno Parmafotografica individua un socio che si è particolarmente distino nelle attività sociali.
Abbiamo mantenuto questa tradizione anche negli ultimi due travagliati anni. Nel 2020 la premiata è stata Georgia Felici. Curiosa è stata la modalità della consegna della targa in un momento di blocco quasi totale dei contatti sociali. La nostra presidente Giovanna Ziveri si è recata a casa di Georgia e ha consegnato il premio in diretta mentre gli altri soci erano collegati ognuno da casa. Nel 2021 la prescelta è stata Federica Maninfior, nel frattempo eletta nuovo presidente di Circolo. La consegna è stata più tradizionale durante la cena sociale natalizia che fortunatamente abbiamo potuto organizzare nella nuova sede sociale presso i locali del Circolo Inzani . Gustosa la pillola di fotografia di giovedì 3 febbraio, Federica ci ha raccontato Martin Parr.
Non c'è nulla da fare, Parr divide sempre le opinioni. La sua fotografia sembra quella che impazza su tutti i social network, colori saturi, i temi legati alla vita quotidiana, le spiagge, il cibo, gli atteggiamenti comuni delle persone i cliché. Parr ci mostra le storture e le incongruenze della società dei consumi viste dall'interno perchè lui stesso dichiara di farne parte. Il suo sguardo è sempre ironico, spesso sarcastico, a volte cinico. I colori vivaci servono ad evidenziare il carattere sintetico dei cibi e delle bevande, il taglio delle immagini ci mostra istantanee della nostra strana ed artificiale vita sociale che a noi appare "normale". La fotografia di Parr strizza l'occhio a volte alla street, qualche altra al reportage, al ritratto e perfino allo still-life ma è bene non dare un'etichetta al suo lavoro, infatti afferma: "quando si cerca di rinchiudermi in una categoria, cerco immediatamente di uscirne". Molto attivo e produttivo Martin Parr è tra i fotografi che vantano il maggior numero di esposizioni al mondo. Membro ed ex presidente di Magnum divise i soci quando di trattò di accettarne l'inserimento nell'agenzia. HCB di lui disse che veniva da un altro pianeta, a sottolinearne il diverso sguardo. Parr gli rispose regalandogli un suo libro quasi a mostrargli che quella è la realtà, lui limita a mostrarla così com'è, non a crearla. La dedica diceva: "Don't shoot the messenger"! https://www.martinparr.com/ Curioso come in un celebre canale satellitare all'interno della categoria \doc e lifestile\arte non ci sia la fotografia.
Questa è invece inserita in \intrattenimento\musica e cultura\fotografia. Per gli dei del cielo la Fotografia non è arte. Andrea Ferrari del circolo fotografico Renato Brozzi è l'autore protagonista dell'appuntamento con l'autore del 27 gennaio.
Il viaggio nel quale ci ha accompagnato è stato fatto nel recente passato, un po' per caso e per avere qualche ora di pausa dalla routine. Virtuale due volte, perchè si è svolto ancora sugli schermi dei PC e perchè riguarda un'esperienza che per molto tempo ancora non potremo ripetere con le stesse modalità. Il Ferrara Buskers Festival del 2019 ci mostra "una serata trascorsa a passeggiare per le vie di una città immersa nella gioia, cercando solo di divertirmi assaporando l'atmosfera e scattando immagini" Sono fotografie in un bianco e nero ben contrastato e deciso come piace all'autore e comunque la monocromia oltre ad essere il linguaggio espressivo preferito, aiuta a rendere uniforme le fotografie. Troppi colori difficilmente controllabili in fase di scatto ne avrebbero reso alternante la qualità cromatica. Vengono ritratti i luoghi, gli artisti e gli spettatori, alternando piani larghi ad altri più raccolti dando in questo modo vivacità alla selezione di immagini. Incredibile come soltanto pochi mesi fa in occasione di manifestazioni pubbliche le persone avessero un atteggiamento ben diverso rispetto a quello di oggi. Grande folla e partecipazione, nessun problema nell'avvicinarsi gli uni con gli altri, voglia di divertirsi e nessun timore, era tutto molto più facile. Mi gira in testa una citazione che pare una banalità, spesso ci accorgiamo delle cose importanti che abbiamo quando le perdiamo. Di seguito il link di Andrea Ferrari al suo sito personale. https://andreaferrari.wordpress.com/2019/09/04/ferrara-busker-festival-2019/ Ho pensato spesso a cosa rappresenti per me l'arte, perché sia diventata così importante e la risposta a cui sono arrivato è che è un medium ideale per dialogare con noi stessi, con il nostro mondo interiore; l'arte è l'abecedario, è il linguaggio primordiale, ma è anche un personale cifrario segreto che spesso ci aiuta a dipanare le intricate matasse di emozioni e stati d'animo che ci pervadono; allo stesso tempo è un mezzo che ci consente di stabilire un contatto con le altre persone attraverso la magia dell'emozione estetica. Nel primo giovedì di attività del circolo nel 2022, la classica serata "Incontro con l'artista" si è svolta on-line con buon successo di partecitazione.
Qui sotto riepilogo brevemente ciò che è uscito dalle chiacchiere della serata. Il protagonista della serata è Stefano Cavazzini, apprezzato e ben conosciuto autore, fate clic sul link seguente per raggiungere il suo sito personale: https://stefkaw54.wixsite.com/fotografia-h2er In testa all'articolo trovate una citazione tratta del suo blog ed è subito chiaro da dove Stefano trae ispirazione per le sue opere e qual'è il suo pensiero sull'arte. Stefano è un sostenitore della singola immagine, non ama il porfolio come mezzo di espressione. Questo non gli impedisce però di riunire diverse fotografie in serie omogenee per argomento. Nelle serie fotografiche dove l'autore si ispira a muri scrostati o alle vene di materiali naturali è scarsa la presenza del'elemento umano, spesso sostituito da figure di animali che però non prendono il sopravvento ma valorizzano la "scena" . In altre l'immagine viene costruita fondendo diversi scatti o specchiando il soggetto e nonostante l'apparenza molto complessa e strutturata, non ci sono interventi di postproduzione particolarmente invasivi. Stefano non si adegua alla moda delle ombre chiuse e del contrasto eccessivo utilizzato per drammatizzare come si vede così spesso nella fotografia contemporanea. Il contrasto è ben evidente ma è un microcontrasto molto ben gestito che rende l'immagine tridimensionale. Lo si nota per esempio nella serie "Bianco come la neve" (la trovate sul suo sito, visitatelo ne vale la pena). Il mantello del cavallo protagonista della serie è così ben dettagliato che quasi si possono contare i crini. L'insieme del suo "vedere fotografico", del particolare bianco e nero , chiaro, luminoso, nitido e dalla postproduzione sempre misurata, crea un vero e proprio stile fotografico peculiare che rende le fotografie di Stefano inconfondibili. Da notare che qualche volta c'è anche un leggero mosso che nella fotografia monocromatica di solito è sconsigliato, ma che invece invece arrichisce l'immagine. E' chiaro anche il carattere autobiografico delle fotografie che sono pervase dalla ricerca del tempo passato, non malinconica ma affettuosa. Ed è qui il meglio delle sue immagini, riuscire a far vivere anche allo spettatore il suo sentire. Possiamo chiamarla capacità di suscitare "empatia". Certamente, come ribadito da Stefano le foto ben stampate hanno un impatto nettamente più potente rispetto alla visione digitale. Purtroppo per ora ci faremo bastare la seconda, in attesa di tempi migliori. Eccoci di nuovo, travolti da una nuova ondata montante.
Questa volta la variante si chiama Omicron e probabilmente ne seguiranno altre. Come è normale per tutto ciò che è vivente l'evoluzione forgia la sostanza facendo in modo che sia ottimizzata la capacità di adattamento all'ambiente. L'ambiente del SARS-CoV-2 siamo noi e solo noi possiamo rendergli la vita difficile. Quindi per un periodo di tempo sospenderemo le classiche riunioni del giovedì sera in presenza e ritorneremo a vederci sui monitor, ognuno a casa propria. Durante il lockdown il tempo sembrava non passare mai, immobile e sempre uguale, ma a ben vedere molte cose sono accadute anche nel micromondo del circolo.
C'è stato un cambio di governo, per cominciare. Il vecchio consiglio ha terminato il suo mandato e ci sono state elezioni che hanno portato al formarsi di un nuovo consiglio con un nuovo presidente, Federica Maninfior. Una donna che succede ad una donna, da questo punto di vista siamo sempre un passo avanti a molti altri. Poi alla fine dell'estate un altro inmportante cambiamento; una nuova sede. Siamo stati accolti dal circolo Inzani con sede a Moletolo. Sono bellissimi locali che speriamo di poter ben sfruttare e riempire non appena le circostanze lo consentiranno. L'ultimo post, lo vedete qui sotto è di fine dicembre 2019.
No, nessun blocco dello scrittore. Era un mondo diverso, più leggero e libero e non ce ne rendevamo conto. Il Circolo si apprestava a trascorrere il periodo di sosta natalizio che si è allungato a dismisura ed è stato riempito da ciò che ben conoscete. Dobbiamo ammettere che nei primi mesi della pandemia la fotografia si è ritirata in secondo piano, poi lentamente si è riproposta e con essa la volontà di rivedersi in qualche modo. La tecnologia ci è venuta incontro permettendoci riunioni da remoto per ricominciare a parlare dell'attualità e di nuovo, di fotografia. Abbiamo passato tanti giorni di fronte al monitor, pur con tutti i limiti ai quali il mezzo ci obbligava. Abbiamo lavorato da casa, comprato sui siti di e-commerce, l'informatica è diventata sempre più importante. Alla fine molto lentamente si è arrivati ad una parvenza di normalità e siamo riusciti finalmente ad organizzare qualche uscita in presenza. Purtroppo adesso all'inizio del 2022 il virus pur mutato ricomincia a diffondersi in modo aggressivo e ci impone di nuovo prudenza nei contatti umani. Però molto altro accade e quindi piano piano ricominceremo a raccontarlo. |
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Febbraio 2023
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