Ho pensato spesso a cosa rappresenti per me l'arte, perché sia diventata così importante e la risposta a cui sono arrivato è che è un medium ideale per dialogare con noi stessi, con il nostro mondo interiore; l'arte è l'abecedario, è il linguaggio primordiale, ma è anche un personale cifrario segreto che spesso ci aiuta a dipanare le intricate matasse di emozioni e stati d'animo che ci pervadono; allo stesso tempo è un mezzo che ci consente di stabilire un contatto con le altre persone attraverso la magia dell'emozione estetica. Nel primo giovedì di attività del circolo nel 2022, la classica serata "Incontro con l'artista" si è svolta on-line con buon successo di partecitazione.
Qui sotto riepilogo brevemente ciò che è uscito dalle chiacchiere della serata. Il protagonista della serata è Stefano Cavazzini, apprezzato e ben conosciuto autore, fate clic sul link seguente per raggiungere il suo sito personale: https://stefkaw54.wixsite.com/fotografia-h2er In testa all'articolo trovate una citazione tratta del suo blog ed è subito chiaro da dove Stefano trae ispirazione per le sue opere e qual'è il suo pensiero sull'arte. Stefano è un sostenitore della singola immagine, non ama il porfolio come mezzo di espressione. Questo non gli impedisce però di riunire diverse fotografie in serie omogenee per argomento. Nelle serie fotografiche dove l'autore si ispira a muri scrostati o alle vene di materiali naturali è scarsa la presenza del'elemento umano, spesso sostituito da figure di animali che però non prendono il sopravvento ma valorizzano la "scena" . In altre l'immagine viene costruita fondendo diversi scatti o specchiando il soggetto e nonostante l'apparenza molto complessa e strutturata, non ci sono interventi di postproduzione particolarmente invasivi. Stefano non si adegua alla moda delle ombre chiuse e del contrasto eccessivo utilizzato per drammatizzare come si vede così spesso nella fotografia contemporanea. Il contrasto è ben evidente ma è un microcontrasto molto ben gestito che rende l'immagine tridimensionale. Lo si nota per esempio nella serie "Bianco come la neve" (la trovate sul suo sito, visitatelo ne vale la pena). Il mantello del cavallo protagonista della serie è così ben dettagliato che quasi si possono contare i crini. L'insieme del suo "vedere fotografico", del particolare bianco e nero , chiaro, luminoso, nitido e dalla postproduzione sempre misurata, crea un vero e proprio stile fotografico peculiare che rende le fotografie di Stefano inconfondibili. Da notare che qualche volta c'è anche un leggero mosso che nella fotografia monocromatica di solito è sconsigliato, ma che invece invece arrichisce l'immagine. E' chiaro anche il carattere autobiografico delle fotografie che sono pervase dalla ricerca del tempo passato, non malinconica ma affettuosa. Ed è qui il meglio delle sue immagini, riuscire a far vivere anche allo spettatore il suo sentire. Possiamo chiamarla capacità di suscitare "empatia". Certamente, come ribadito da Stefano le foto ben stampate hanno un impatto nettamente più potente rispetto alla visione digitale. Purtroppo per ora ci faremo bastare la seconda, in attesa di tempi migliori.
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Febbraio 2023
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