Andrea Ferrari del circolo fotografico Renato Brozzi è l'autore protagonista dell'appuntamento con l'autore del 27 gennaio.
Il viaggio nel quale ci ha accompagnato è stato fatto nel recente passato, un po' per caso e per avere qualche ora di pausa dalla routine. Virtuale due volte, perchè si è svolto ancora sugli schermi dei PC e perchè riguarda un'esperienza che per molto tempo ancora non potremo ripetere con le stesse modalità. Il Ferrara Buskers Festival del 2019 ci mostra "una serata trascorsa a passeggiare per le vie di una città immersa nella gioia, cercando solo di divertirmi assaporando l'atmosfera e scattando immagini" Sono fotografie in un bianco e nero ben contrastato e deciso come piace all'autore e comunque la monocromia oltre ad essere il linguaggio espressivo preferito, aiuta a rendere uniforme le fotografie. Troppi colori difficilmente controllabili in fase di scatto ne avrebbero reso alternante la qualità cromatica. Vengono ritratti i luoghi, gli artisti e gli spettatori, alternando piani larghi ad altri più raccolti dando in questo modo vivacità alla selezione di immagini. Incredibile come soltanto pochi mesi fa in occasione di manifestazioni pubbliche le persone avessero un atteggiamento ben diverso rispetto a quello di oggi. Grande folla e partecipazione, nessun problema nell'avvicinarsi gli uni con gli altri, voglia di divertirsi e nessun timore, era tutto molto più facile. Mi gira in testa una citazione che pare una banalità, spesso ci accorgiamo delle cose importanti che abbiamo quando le perdiamo. Di seguito il link di Andrea Ferrari al suo sito personale. https://andreaferrari.wordpress.com/2019/09/04/ferrara-busker-festival-2019/ Ho pensato spesso a cosa rappresenti per me l'arte, perché sia diventata così importante e la risposta a cui sono arrivato è che è un medium ideale per dialogare con noi stessi, con il nostro mondo interiore; l'arte è l'abecedario, è il linguaggio primordiale, ma è anche un personale cifrario segreto che spesso ci aiuta a dipanare le intricate matasse di emozioni e stati d'animo che ci pervadono; allo stesso tempo è un mezzo che ci consente di stabilire un contatto con le altre persone attraverso la magia dell'emozione estetica. Nel primo giovedì di attività del circolo nel 2022, la classica serata "Incontro con l'artista" si è svolta on-line con buon successo di partecitazione.
Qui sotto riepilogo brevemente ciò che è uscito dalle chiacchiere della serata. Il protagonista della serata è Stefano Cavazzini, apprezzato e ben conosciuto autore, fate clic sul link seguente per raggiungere il suo sito personale: https://stefkaw54.wixsite.com/fotografia-h2er In testa all'articolo trovate una citazione tratta del suo blog ed è subito chiaro da dove Stefano trae ispirazione per le sue opere e qual'è il suo pensiero sull'arte. Stefano è un sostenitore della singola immagine, non ama il porfolio come mezzo di espressione. Questo non gli impedisce però di riunire diverse fotografie in serie omogenee per argomento. Nelle serie fotografiche dove l'autore si ispira a muri scrostati o alle vene di materiali naturali è scarsa la presenza del'elemento umano, spesso sostituito da figure di animali che però non prendono il sopravvento ma valorizzano la "scena" . In altre l'immagine viene costruita fondendo diversi scatti o specchiando il soggetto e nonostante l'apparenza molto complessa e strutturata, non ci sono interventi di postproduzione particolarmente invasivi. Stefano non si adegua alla moda delle ombre chiuse e del contrasto eccessivo utilizzato per drammatizzare come si vede così spesso nella fotografia contemporanea. Il contrasto è ben evidente ma è un microcontrasto molto ben gestito che rende l'immagine tridimensionale. Lo si nota per esempio nella serie "Bianco come la neve" (la trovate sul suo sito, visitatelo ne vale la pena). Il mantello del cavallo protagonista della serie è così ben dettagliato che quasi si possono contare i crini. L'insieme del suo "vedere fotografico", del particolare bianco e nero , chiaro, luminoso, nitido e dalla postproduzione sempre misurata, crea un vero e proprio stile fotografico peculiare che rende le fotografie di Stefano inconfondibili. Da notare che qualche volta c'è anche un leggero mosso che nella fotografia monocromatica di solito è sconsigliato, ma che invece invece arrichisce l'immagine. E' chiaro anche il carattere autobiografico delle fotografie che sono pervase dalla ricerca del tempo passato, non malinconica ma affettuosa. Ed è qui il meglio delle sue immagini, riuscire a far vivere anche allo spettatore il suo sentire. Possiamo chiamarla capacità di suscitare "empatia". Certamente, come ribadito da Stefano le foto ben stampate hanno un impatto nettamente più potente rispetto alla visione digitale. Purtroppo per ora ci faremo bastare la seconda, in attesa di tempi migliori. Eccoci di nuovo, travolti da una nuova ondata montante.
Questa volta la variante si chiama Omicron e probabilmente ne seguiranno altre. Come è normale per tutto ciò che è vivente l'evoluzione forgia la sostanza facendo in modo che sia ottimizzata la capacità di adattamento all'ambiente. L'ambiente del SARS-CoV-2 siamo noi e solo noi possiamo rendergli la vita difficile. Quindi per un periodo di tempo sospenderemo le classiche riunioni del giovedì sera in presenza e ritorneremo a vederci sui monitor, ognuno a casa propria. Durante il lockdown il tempo sembrava non passare mai, immobile e sempre uguale, ma a ben vedere molte cose sono accadute anche nel micromondo del circolo.
C'è stato un cambio di governo, per cominciare. Il vecchio consiglio ha terminato il suo mandato e ci sono state elezioni che hanno portato al formarsi di un nuovo consiglio con un nuovo presidente, Federica Maninfior. Una donna che succede ad una donna, da questo punto di vista siamo sempre un passo avanti a molti altri. Poi alla fine dell'estate un altro inmportante cambiamento; una nuova sede. Siamo stati accolti dal circolo Inzani con sede a Moletolo. Sono bellissimi locali che speriamo di poter ben sfruttare e riempire non appena le circostanze lo consentiranno. L'ultimo post, lo vedete qui sotto è di fine dicembre 2019.
No, nessun blocco dello scrittore. Era un mondo diverso, più leggero e libero e non ce ne rendevamo conto. Il Circolo si apprestava a trascorrere il periodo di sosta natalizio che si è allungato a dismisura ed è stato riempito da ciò che ben conoscete. Dobbiamo ammettere che nei primi mesi della pandemia la fotografia si è ritirata in secondo piano, poi lentamente si è riproposta e con essa la volontà di rivedersi in qualche modo. La tecnologia ci è venuta incontro permettendoci riunioni da remoto per ricominciare a parlare dell'attualità e di nuovo, di fotografia. Abbiamo passato tanti giorni di fronte al monitor, pur con tutti i limiti ai quali il mezzo ci obbligava. Abbiamo lavorato da casa, comprato sui siti di e-commerce, l'informatica è diventata sempre più importante. Alla fine molto lentamente si è arrivati ad una parvenza di normalità e siamo riusciti finalmente ad organizzare qualche uscita in presenza. Purtroppo adesso all'inizio del 2022 il virus pur mutato ricomincia a diffondersi in modo aggressivo e ci impone di nuovo prudenza nei contatti umani. Però molto altro accade e quindi piano piano ricominceremo a raccontarlo. |
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Aprile 2024
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