Nella serata del 21 settembre ultimo giorno di una caldissima estate, Parmafotografica ospita nel suo classico incontro del giovedì, gli amici di Bottega Photographica, di Boretto. Gli autori intervenuti col presidente del circolo Monica Benassi sono Roberto Telloni, Andrea Zanetti, Manuela e Marco Marasi. Il tema comune di tutti i lavori presentati è stato "Capolinea", proposto ai circoli affiliati nel 2017 da FIAF. Non è mai facile interpretare argomenti così ampi, si rischia di essere banali o superficiali e cadere nello stereotipo. Il lavoro più importante infatti è ricercare spunti originali. Ci racconta Monica Benassi che in quel senso, è stato importante saper ben lavorare all'interno dei laboratori tematici FIAF. Durante le riunioni buone idee sono venute e galla e sono servite agli autori per produrre lavori intimi e personali, concettuali e comunque vivaci e ben realizzati. Consideriamo anche come valore aggiunto, che alcuni dei giovani fotografi sono alla prima eperienza nella produzione di serie fotografiche organizzate. Bottega Photographica ha dedicato una pagina del suo bel sito alla serata. La potete visitare QUI I temi dei lavori presentati sono il cambiamento e la nostalgia del passato, la ripetitività dei gesti quotidiani (anche alcune sceneggiature cinematografiche hanno portato all'estremo il concetto).
Poi la finzione e la maschera con la quale ci si presenta al mondo, sempre più difficile da sostenere. Il triste e anche pericoloso svanire delle tradizioni e i colpi che la vita distribuisce a piene mani. Tutto questo all'interno del raccoglitore "Capolinea" che sarà il concept del prossimo Colorno Photo Life, festival di cultura e fotografia del prossimo novembre, tutto da vedere. post di Corrado Pini
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Dopo le brevi introduzioni tenute dal primo cittadino di Boretto e dal curatore Sandro Parmiggiani, Farri inizia il suo intervento chiedendo scusa per non potere alzarsi in piedi, l'età pretende un tributo. Se il corpo è debole, la mente è lucida e in pochi minuti, con alcuni aneddoti fa capire agli intervenuti come era il mondo della fotografia cinquanta e più anni fa. Il suggerimento che si sente di dare ai giovani, dall'alto della sua esperienza invece non è mai cambiato: cercate la luce, che è tutto in fotografia. A chi chiede come riconoscerla e sfruttarla al meglio Farri consiglia di studiare due autori, Caravaggio per capire la luce negli ambienti chiusi e Giovanni Segantini per i paesaggi. E se questo ancora non basta: "vendete la macchina fotografica" scherza (ma non troppo...). Farri è uomo di una volta, solide convinzioni rafforzate dall'esperienza e carattere ben deciso che l'età pare non aver scalfito. Dice: "Se scatto una foto che scopro non piacermi, la strappo, e se piace agli altri, la strappo lo stesso!" E' legato a Boretto da quando arrivava il bicicletta o in treno (lui è di Bibbiano), la stazione è di fronte al fiume e appena sceso dal vagone poteva iniziare a fare foto senza perdere tempo. La sua fotografia tiene sempre in conto il rapporto dell'uomo col fiume e l'ambiente, vuole documentare e tenere ricordo delle cose. Al sindaco che ha in programma di rinnovare una piazza consiglia di fotografarla in tutti i particolari, perchè la memoria venga conservata.
Per questo motivo documentare e ricordare ciò che cambia è importante ed è ciò che ha fatto Stanislao Farri e che continua a fare a novantadue anni.
La fotografia è la sua passione, probabilmente il suo elisir di lunga vita e lo dimostra al termine dell'incontro fermandosi lungamente ad autografare i cataloghi con una bella e moderna calligrafia, però come si faceva una volta, prima il cognome e poi il nome: Farri Stanislao. post di Corrado Pini |
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Febbraio 2023
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