Ogni tanto per sfuggire alla routine della vacanza total-relax sulle spiagge romagnole abbandono la mia compagna di avventure a grigliare al sole, infilo le infradito e comincio a camminare in solitaria. Berretto, occhiali da sole e macchina fotografica sono gli unici accessori indispensabili per la mia ricetta anti-stress. Arrivato in un viale centrale noto un cantiere delimitato da una palizzata marrone di lamiera ondulata. Piuttosto bruttina, potevano fare meglio nel salotto buono della riviera romagnola. Con indosso gli occhiali da sole e non da vista mi avvicino di più per notare che la parete metallica è stata utilizzata anche come spazio espositivo. Tante piccole fotografie incollate in basso in ordine sparso e più in alto a formare la parola "smile". Sono tutti ritratti di persone sorridenti e in uno spazio bianco alla base delle stampe viene ripetuto ancora "SMILE", sorridi. L'installazione risale alla scorsa Pasqua e al momento della mia scoperta è degradata.
L'invecchiamente non ha rovinato il senso dell'opera anzi, come spesso accade nella street-art il tempo ha donato una patina che aggiunge qualcosa. Ognuno di noi osservando un'opera in strada la può vedere in un momento della sua "esistenza". In quell'istante la percezione è personale e unica. Soltanto pochi giorni e un'acquazzone, una mano poco rispettosa, una scoloritura la modificherà per sempre e l'opera sarà qualcosa di diverso. Non mi addentro sulla questione da tempo dibattuta se un graffito rimosso dalla strada e custodito, "salvato" in un museo ha ancora ragione di essere oppure se la sua storia e il suo destino siano legati alla strada e lì debba rimanere. L'inevitabile successiva ricerca sul web ha rivelato che l'idea è di un'agenzia per un'attività commerciale. Pubblicità, quindi. Poco importa, credo che sia un'iniziativa simpatica e ben realizzata, migliore senza dubbio del solito cartellone. Questa strana esposizione ha avuto un buon seguito sui social network e ho scoperto anche un articolo sull'edizione locale di un quotidiano. Una buona rèclame ed un modo intelligente di utilizzare la fotografia in pubblicità, regalando un messaggio positivo. Per una volta non le solite immagini che vogliono associare ai prodotti muscoli, bellezza pacchiana, violenza o ricchezza; invece un messaggio semplice, invitante, curioso e speriamo efficace: sorridi! Ben fatto. post: Corrado Pini Dopo il caldo di luglio e agosto che si sopporta volentieri in spiaggia, le giornate settembrine un po' più corte ma anche più fresche riportano voglia di fare. Settembre è un mese di inizio. Anche il nostro circolo dopo un raduno davanti ad una pizza per raccontarsi l'estate che sta terminando, riprende l'attività. Il protagonista della prima giornata della nuova stagione è Maurizio Berni, uno dei soci storici di Parmafotografica. Maurizio è apprezzato, da sempre, per la sua capacità di rendere al meglio il colore nelle sue opere. Questa volta invece ci ha ha sorpreso esponendo una serie di fotografie in bianco e nero. "E' una sfida, mi sono messo alla prova col bianco e nero che non è nelle mie corde quanto il colore". Se sfida deve essere, che sia difficile. Maurizio ha gusto, tecnica ed esperienza per dosare e accostare i toni ottenenendo sempre immagini equilibrate. Nelle fotografie in bianco e nero ci si aspettava lo stesso equilibrio, invece la locandina ci inganna, è composta da un semplice gradiente che parte dal bianco e torna al bianco attraversando tutti i grigi. In "Tra luci e ombre" invece sono assenti le sfumature, nientre grigi, soltanto contrasti netti, ombre chiuse, neri profondi e tagli di luce. Maurizio fa leva sul bilanciamento dei pesi tra le superfici di nero e bianco: la composizione. La serie di fotografie non racconta una storia ma nel dibattito alcuni sono riusciti a vedere una linea logica che va oltre alle intenzioni dell'autore. Una prova ulteriore che le fotografie una volta mostrate vivono di vita propria che dipende dal contesto, dal tempo e dall'osservatore. Nella seconda parte della serata sono state esposti due trittici omogenei.
Le prime tre, in formato quadrato, hanno per soggetto alcuni fiori ben resi con colori vivaci e primari. Ricordano la pop art, Wharol, Lichtenstein, alcuni fumetti d'autore. Le ultime tre hanno toni piu' sfumati e prendono spunto da alcune tele di Morandi e qualche DeChirico. Maurizio ci ha raccontato l'origine di queste opere nelle quali la post-produzione è ridotta al minimo. Tutto è giocato su una sapiente messa in scena degli oggetti e l'utilizzo di qualche soluzione come sfondi artigianali, cornici o la proiezione sopra la scena di diapositive che ben si legano ai soggetti. In tutti i casi si fa notare la grande qualità della realizzazione tecnica unita con il gusto misurato della composizione sempre perfetta tanto che è stato complicato scegliere l'immagine migliore per la galleria. Alla base di tutto questo ci sono due cose essenziali: il divertimento nel realizzare le proprie opere e l'idea, la cosa più importante. post: Corrado Pini E' stato pubblicato sul sito Fiaf Agorà di Cult il tema 2019 che impegnerà circoli e fotografi.
Fai clic sul link seguente per leggere l'ELABORAZIONE DEL CONCEPT a cura di SILVANO BICOCCHI. Un tema ampio e apparentemente ostico che lascia però ampi spazi alla libera interpretazione. post di Parmafotografica |
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Aprile 2024
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