Per la rassegna colornese Cinema al Museo, l'ultima serata venerdì 28 ottobre ha proposto la pellicola "Deserto Rosa-Luigi Ghirri", perfetto preambolo all'ormai prossimo Colorno Photo Life.
Deserto Rosa non è un documentario. Non vi troverete la storia e il percorso culturale ed artistico di Luigi Ghirri. Alcune sue fotografie, poco più di venti, vengono riprese ed osservate dalla telecamera che indugia lungamente sulla superficie stampata mentre voci fuori campo recitano testi dell'autore stesso e degli sceneggiatori. Per mezzo di alcuni escamotage le immagini vibrano, si muovono, riprendono vita. La colonna sonora di Franco Battiato aiuta a portarci dentro le fotografie con la musica ed i suoni, i rumori del lavoro e della natura. E' chiaro che Ghirri ci mostra la sua terra, spesso senza presenza umana, ma vuole parlarci di un paesaggio dello spirito attraverso la nebbia, l'acqua, il solleone, le zolle, le nuvole. Le fotografie di Luigi Ghirri, come è stato fatto notare nel breve dibattito alla fine della proiezione, sono immagini interiori, non concedono nulla a ciò che rappresentano. Il film è interessante è ben concepito e realizzato, ogni autore ha dato al meglio il suo contributo e ne è uscita una delle possibili interpretazioni del pensiero di Ghirri. Come ha ribadito la regista Elisabetta Sgarbi, non è esaustivo della figura artistica del celebre fotografo di Roncocesi, è una visione attraverso i suoi occhi. Ritengo Ghirri un grande artista, troppo facilmente copiato (in superficie) da molti di noi, questo film ci aiuta a svelarne un poco il pensiero e a capirne la poetica. Se vi capita l'occasione di vederlo, non perdetevelo, saranno quaranta minuti ben impiegati. post Corrado Pini
L'allestimento è di livello, adeguato al tipo di stampe in mostra. I locali, molto ben conservati non sono ampi ma adatti alle dimensioni delle fotografie, ognuna della quali ha un faretto dedicato che la illumina. Diverso sarebbe per immagini di grandi o grandissime dimensioni come spesso è di moda produrre oggi o per scatti come quelli di Basilico per i quali sono necessarie architetture più ampie. Robert Capa è un "classico" che ogni fotografo dovrebbe conoscere ma rivedere le sue immagini è sempre affascinante e non si finisce mai di imparare. Consiglio la visita all'esposizione, finamente anche a Parma la grande fotografia d'autore comincia ad arrivare e visto il pubblico numeroso che ho incontrato, ha anche un buon successo commerciale. Ulteriori notizie le potete trovare facilmente sul web e qui sotto ho inserito qualche link interessante. Vorrei soltanto condividere una riflessione. Pochi giorni fa ho visitato con altri amici di Parmafotografica, Fotografia Etica e molti dei temi erano simili a quelli di Capa, la guerra, la morte, la sofferenza dei soldati e dei civili, la povertà. Mi è sembrato però di vedere una notevole differenza fra i vari autori esposti a Lodi e Capa. I contemporanei tendono a riprendere la violenza, il sangue, certe immagini di Lodi sono quasi splatter, degne del cinema horror. Più c'è rappresentazione della violenza meglio è, forse per meravigliare, colpire e farsi largo fra tanti foto-reporter in concorrenza. In Robert Capa invece mi è sembrato di vedere empatia nei confronti dei sofferenti. Empatia è un termine complicato da spiegare e lo uso dopo averne cercato il significato preciso sul dizionario. In psicologia, empatia indica la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona, cioè la capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui pur non vivendo la stessa vicenda. Empatia significa "sentire dentro". Ecco il punto, Robert Capa mi sembra che riesca a fare questo e nelle sue fotografia si nota e riesce a farlo vedere anche a me ed al visitatore attento, senza bisogno di effetti speciali. Tutto qui. L'esposizione: Dal 7 ottobre al 15 gennaio2017 sarà possibile visitare a Parma, Palazzo Pigorini la mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944, con immagini che documentano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. Si tratta di presenta 78 immagini in bianco e nero scattate dal celebre fotografo dentro e fuori dai campi di battaglia italiani. web: http://www.gazzettadiparma.it/video/fotografia-/379394/a-palazzo-pigorini-le-foto-di-robert-capa.html http://parma.repubblica.it/cronaca/2016/09/22/news/le_foto_di_robert_capa_a_palazzo_pigorini-148305046/ http://www.mostredifotografia.it/View/b2c14f60-b37b-4a57-bd9f-9e9462b5554b https://pro.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=CMS3&VF=MAGO31_10_VForm&ERID=24KL535353 post Corrado Pini L'ideale Terra delle Meraviglie, nel classico giovedì di Parmafotografica, si è materializzata nella Val Pusteria, gioiello prezioso di un forziere colmo di tesori come le Alpi Dolomitiche. Roberto Carnevali ne ha colto l'essenza nel lavoro che ha presentato al pubblico intervenuto nella serata. Wonderland però è anche un luogo, un qualsiasi luogo, che riesca a porre l'uomo di fronte alla natura facendogli intuire finalmente di esserne piccola parte e non padrone.
Proprio le nuvole vengono rese come presenti e incombenti, gonfie, parte essenziale del paesaggio e non soltanto cornice. D'altra parte il tempo, proprio quello atmosferico ci racconta Roberto, in alta montagna è vitale. Mai farsi sorprendere, lo studio del meteo come la conoscenza dei luoghi sono essenziali non solo per raggiungere i panorami migliori ma soprattutto per la sicurezza. A volte basta un passo falso specialmente se la neve copre i sentieri, per rischiare un infortunio. Carnevali fra le numerose altre attività di fotografo professionista, vanta una stabile collaborazione con la rivista Bell'Italia, una delle poche che mantiene una linea editoriale che permette di assegnare incarichi a professionisti anche con anticipo di un anno sulla pubblicazione. Di questi tempi è una rarità che paga in qualità del prodotto finale. Sono mesi necessari per recarsi sul posto magari anche più volte se non si trovano le condizioni ideali al primo passaggio. lo scopo è produrre 70/80 fotografie con determinate caratteristiche di pubblicabilità fra le quali la redazione potrà selezionare quelle che illustreranno l'articolo al meglio. Roberto ottimo ed appassionato oratore, è riuscito ad intrattenere piacevolmente i numerosi presenti per tutta la serata, raccontando della sua attività sia dal punto di vista tecnico che dal lato della sua visione della fotografia. Riporto alcuni spunti emersi dal dibattito: Utilizza principalmente focali normali. L'obbiettivo preferito è lo zoom 24/70, di norma non usa grandangoli spinti. Lavora sempre da solo tranne quando per ragioni di sicurezza è necessaria una guida, quasi sempre in inverno. Se possibile non utilizza cavalletto, preferisce risparmiare peso nello zaino e ormai la tecnica delle fotocamere permette di alzare gli ISO per scattare con tempi adeguati ad evitare il mosso senza perdere qualità. Quando produce un lavoro, anche personale, cerca di farlo tutto in un periodo di tempo limitato perchè il modo di scattare e il gusto evolvono e cambiano velocemente. All'occhio allenato le differenze non sfuggono. Ricorda che è importante avere sempre presente la destinazione delle fotografie e agire di conseguenza. Meglio seguire le indicazioni editoriali che correre il rischio di farsi respingere qualche foto. Ciò non toglie che si possano anche fare scatti personali che però andranno utilizzate per altri scopi.
Tra aneddoti e racconti due ore sono passate veloci e piacevoli ma prima di salutarci Roberto Carnevali ha donato ben cinque cataloghi della sua opera Wonderland Terra delle Meraviglie per la nostra asta benefica che a dicembre raccoglierà fondi per Associazione Giocamico. Uno spendido regalo di grande qualità. Chi riuscirà ad aggiudicarsene una copia ne rimarrà sicuramente soddisfatto. Augurandoci che in futuro possano esserci altre serate con Roberto, fotografo ma anche sportivo, naturalista e un po' filosofo. In fondo mi viene il sospetto che la fotografia sia un fantastico modo di rimanere vicino alla sua vera profonda passione, la montagna. post Corrado Pini Svegliarsi presto la mattina di domenica può essere bello se ti attende una giornata divertente. Percorriamo le strade ancora vuote per raggiungere la stazione, sulle banchine ci sono già parecchi viaggiatori ognuno con una destinazione diversa, quante storie interessanti si potrebbero scattare. La nostra destinazione è Lodi e il nostro racconto sarà quello del Festival della Fotografia Etica. Il viaggio è comodo e breve, la città lombarda ci accoglie in una calda giornata autunnale che contrasta col brutto tempo dei giorni scorsi. Chi non è mai stato a Lodi si aspetta forse un paesone un po' grigio in mezzo alla pianura padana magari circondato da fabbriche, invece al contrario è una bella cittadina ricca di palazzi antichi, diffidate dei pregiudizi! Troviamo un gran movimento di persone, oltre a Fotografia Etica oggi si svolge anche la maratona FAI per la scoperta di luoghi che altrimenti sono difficilmente visitabili o poco noti. L'ampia piazza centrale davanti alla cattedrale è occupata dal mercato, la attraversiamo per raggiungere la biglietteria. La settima edizione di Fotografia Etica è una manifestazione distribuita, sono varie le sedi espositive del circuito ufficiale e di quello OFF. Muniti di cartina, indicazioni e braccialetto arancione (che vale come pass) forniti dall'ottima organizzazione affrontiamo le varie mostre. Ben preso il livello medio ci è parso alto, certo i temi toccati sono difficili da assorbire e le immagini spesso sono forti, da pugno nello stomaco. Sono tante le esposizioni che in una sola giornata di visita si devono vedere e questo non aiuta a riflettere per esempio su quanto la forza delle fotografie sia di sostegno al racconto o invece lo predomini. Ci facciamo comunque una buona idea dei vari autori, c'è sempre la possibilità in seguito di approfondire sul web. Una cosa che ho notato è che nel circuito ufficiale tutte le fotografie hanno in abbinamento un cartellino dove si trova non tanto il titolo quanto un'ampia descrizione di ciò che la fotografia mostra: luoghi, motivazioni, nomi, personaggi coinvolti, storie. Come spesso accade anche il circuito OFF offre sorprese positive grazie a qualche giovane autore con una visone fresca, poco condizionata e qualche buona idea. Verso sera risaliamo alla stazione con gli occhi pieni di immagini belle e terribili. Lo spirito positivo del nostro gruppetto però non è mai mancato anche se qualche volta ci siamo sentiti coinvolti personalmente, credo inevitabilmente. Fotografia Etica merita la visita e lascio ad ognuno il giudizio sulle varie serie. Personalmente ho apprezzato particolarmente: A life in death di Nancy Borowick Days of Night – Nights of Day di Elena Chernyshova La guerriera del sole di Pamela Barba per la categoria OFF. Mi accorgo mentre scrivo che sono tre fotografe, viva le donne! Torniamo a casa soddisfatti per aver imparato qualcosa in più del mondo e della fotografia e per aver passato un'altra bella giornata in compagnia. I coach di tutto il mondo raccomandano di "fare squadra" e noi seguiamo il consiglio. post di Corrado Pini E' ormai una tradizione l'uscita fotografica notturna in una bella città italiana per riprenderla quando i suoi abitanti vanno a dormire, nel silenzio notturno. Dopo le visite a Venezia degli anni passati questa volta è stata la vicina Mantova ad attirare l'attenzione di Davide Fornari, organizzatore dell'avvenimento. La città virgiliana è la Capitale Italiana della Cultura del 2016, città d'arte e di bellezze naturali grazie ai laghi che la circondano su tre lati. Carissimi amici, Riassumendo, queste le parole con le quali Davide ha creato l'evento sulle reti social per invitare chiunque fosse interessato; come sempre alle nostre uscite può partecipare anche chi non è socio del nostro Circolo, un valore aggiunto per chi vuole conoscerci. Arrivati in città poco prima di sera abbiamo subito attraversato il ponte sul Mincio per catturare il sole che tramontava dietro lo skyline mantovano. Intanto abbiamo anche approfittato per fare qualche fotografia ad una giovane e infreddolita sposa che stava posando per il suo album di matrimonio. Calato il sole dietro a qualche nuvola di troppo decidiamo insieme di cenare e di dedicare le ore successive alla fotografia. L'ottima organizzazione intanto ha già individuato il ristorante adatto, vicino al centro e con ottime pizze. Sapete bene che il momento conviviale è uno dei momenti più belli e divertenti della uscite e anche questa volta lo è stato. Terminate le chiacchiere Davide distribuisce le mappe che ha preparato con le segnalazioni dei punti più interessanti e poi tutti fuori a fotografare. Ci siamo mossi a gruppetti perdendoci e ritrovandoci per le strade e le piazze affollate fino a tarda ora fino a terminare di nuovo a lato del Castello di San Giorgio. Recuperiamo le auto non prima di qualche altro scatto allo skyline illuminato per la notte e poi si torna a Parma. Un'altra bella serata, divertente e istruttiva, come sempre da ripetere. A quale città toccherà l'anno prossimo? Intanto ci sono altre uscite da non mancare nelle prossime settimane: Fotografia Etica a Lodi e la visita in Lunigiana ospiti dell'amico Gruppo Fotoamatori Tresana e poi Colorno Photo Life, manifestazione alla quale partecipiamo con la collettiva "Silenzi". Non ci si annoia di certo da Parmafotografica! post Corrado Pini
La regia di "Cartoline da Rio" è simile a quella di alcuni trailer cinematografici, con brevissime sequenze che si susseguono velocemente dando l'impressione di un flusso continuo. Rapidi flash che non permettono di soffermarsi sulle singole fotografie ma danno una buona idea della trama. Ottima idea, specie nella prima parte, di uscire in più fasi dalla foto (della statua del Cristo Redentore che vedete in locandina e qui sotto) alternando anche particolari del soggetto. Questo permette di soffermarsi un po' di più sull'immagine senza alterare il ritmo della proiezione. Le fotografie scorrono perfettamente sincronizzate con la musica tipicamente brasiliana. L'unico appunto rilevante da parte dell'assemblea nella discussione successiva alla visione è stato che il ritmo nella sequenza pur coinvolgente, impedisce si soffermarsi e apprezzare al meglio molte delle singole fotografie. "Aparecida, viaggio nella fede" ci parla invece del famoso santuario visitato ogni anno da milioni di fedeli. Giovanni ci mostra e ci racconta il viaggio dei pellegrini e anche le contraddizioni della fede, le bancarelle, il commercio, gli affari che tanta gente attira. Anche in questo caso il ritmo è veloce e l'audiovisivo è diviso in due parti come due facce della stessa moneta: la fede autentica contrapposta (ma che inevitabilmente convive) con il mercato dei gadget religiosi. Bravo a Giovanni che col suo stile molto diretto e poco propenso allo sviluppo digitale troppo invasivo ci mostra i suoi viaggi nel mondo. Ora attendiamo il prossimo audiovisivo che, ci ha anticipato, riguarderà i suoi ultimi viaggi in Bangladesh, ultimamente scosso dalla violenza estremista. Post: Corrado Pini Da quando ha lasciato il mondo patinato della moda per inseguire ed esprimere la sua poetica la Moon produce fotografie filtrate e deformate dalla lente del suo inconscio. Questo di traduce in immagini sgranate, non del tutto nitide o meglio, in bilico fra due possibilità. Un bianco e nero poco contrastato, come materia prima ancora da lavorare verso alternative diverse. Osservando le stampe più grandi, quelle senza la barriera di un vetro a dividerle dall'osservatore, quasi sembra che ci si trovi di fronte a degli affreschi. La carta stampata diventa intonaco, ruvida e materica, tridimensionale come le pareti alle quali è appesa. L'artista fa stampare anche anche il bordo del fotogramma, a ribadire di non voler modificare ciò che la macchina ha ripreso, una cornice naturale per intrappolare l'anima dell'immagine. La materia dei sogni però, è per definizione sfuggente. Sarah Moon ha voluto allestire un'esposizione studiata ad hoc per il luogo. Nelle fotografie troviamo statue, alberi, uccelli, foglie, tutti segni che ritroviamo anche negli affreschi del palazzetto. Contenitore e contenuto per una volta lavorano insieme e il risultato, io credo, sia una mostra ben riuscita. Ici et Maintenant. Qui e ora, o meglio dal 17 settembre al 15 ottobre, Sarah Moon espone al Palazzetto Eucherio Sanvitale a cura della Galleria Carla Sozzani in occasione dell'edizione autunnale di Mercanteinfiera. Sul web: http://mercanteinfiera.it/eventi/eventi-sul-territorio-2/sarah-moon/ post di Corrado Pini |
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Aprile 2024
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