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I paesaggi verticali di Virginio Cavaglieri

30/6/2018

 
Nell'ultima puntata delle serate con l'autore prima della sosta estiva, si parla di paesaggio.
Virginio Cavaglieri socio del circolo, viaggiatore, motociclista e fotografo, ci ha presentato una selezione di immagini: Vertical Land(scape), quindi Paesaggi Verticali.
Non tragga in inganno il titolo, si fa riferimento non alla montagna ma al formato dello scatto, verticale appunto.

Il paesaggio è il primo tipo di fotografia che si affronta, di solito in vacanza, per portare a casa un ricordo.
Paesaggi insoliti, esotici, tramonti colorati catturano l'occhio e desideriamo riprenderli a memoria di un momento felice.
Foto
Foto
Il paesaggio, immobile come l'architettura di cui abbiamo parlato nell'ultimo post, è stato anch'esso uno dei soggetti preferiti dai pionieri della camera oscura, alle prese con limiti tecnici.
Sono numerosi i modi di interpretarlo, si iniziò col Pittorialismo quando la fotografia ancora aveva qualche senso di inferiorità rispetto alla pittura e ne scopiazzava temi e tecniche.

Saltando a grandi passi nella storia, troviamo forse il più grande fotografo di paesaggio, Ansel Adams, che inventò il sistema zonale per sfruttare al meglio la resa del negativo in stampa.
Ricordo i New Topographics che si schierarono contro la tradizionale rappresentazione idilliaca della natura nel paesaggio, preferendo invece elevare il banale o addirittura il brutto (Baltz, Shore).

In Italia, Giacomelli con i paesaggi in bianco e nero quasi disegnati col pennarello, oppure Ghirri, con i suoi caratteristici delicati colori, Fontana al contrario con tinte sature e vivaci.
Insomma, la fotografia di paesaggio è stata parte importante della storia e tutti abbiamo qualche fotografia di quel genere nei nostri hard disk.
Foto
Foto
< foto Francesca Ruggieri
Durante il dibattito ci siamo chiesti se le foto presentate fossero un po' "ruffiane" cioè se facesero leva sulla sensibilità che noi tutti abbiamo per la natura e i pittoresco.
A mio parere non lo sono e argomento con due motivi.

Virginio non ha puntato sul colore saturo, vivace, tanto che alcune foto risultano leggermente sottoesposte.
La luce, seppur presente non è enfatizzata in camera chiara per farla uscire quanto più possibile.
L'autore ha cercato di registrare quello che realmente ha visto senza sottolineature come avrebbe potuto fare.

In secondo luogo la scelta del formato, controcorrente rispetto alla consuetudine.
La visione umana si estende assai più lateralmente che non in verticale.
La selezione naturale ha lavorato ottendendo quel risultato che ci ha permesso di sopravvivere meglio dai pericoli che venivano più spesso dai lati che non dall'alto.
Per questo motivo esclusivamente fisiologico il formato landscape ci risulta naturale, si accorda meglio con la nostra visione periferica.
La verticalità ci obbliga ad un'attenzione diversa, più ragionata e meno istintiva quindi più difficile.

Nelle prime immagini Virginio ha fotografato la terra, razionalmente, utilizzando schemi e composizioni corrette, volute più che sentite.
Nella seconda parte del portfolio invece si è dedicato alla luce che diventa protagonista e questo secondo tipo di fotografia è più nelle sue corde, tecnicamente curata ma, passatemi il termine, più "gustata".
Sono proprio queste ultime immagini le più apprezzate.
Foto
Foto
Terminata la bella e interessante serata presentata eccezionalmente dal nostro amico Amilcare Cenci con la sua consueta verve e competenza, siamo passati ai saluti assaggiando una fetta di torta; sempre una degna conclusione.
Durante l'estate ricaricheremo le pile ma non mancheranno le occasioni per fotografare e per rivederci magari di fronte ad un buon gelato.

Il prossimo autunno si preannuncia ricco di avvenimenti e sarà bene non farsi trovare impreparati.
Come si dice a Parma: tgnemos vist!

post: Corrado Pini
Cavaglieri Virginio
30/6/2018 18:29:53

Grazie Corrado ti ringrazio per la bellissima recensione di cui concordo pienamente .
Buone Ferie
Ciao


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