Si fanno fotografie sostanzialmente perchè piace farlo, ci riempie di belle sensazioni, ci da soddisfazione, ad ognuno la propria. Chi fa paesaggio è contento quando riesce ad inquadrare una bella scena bucolica (meglio se rara, un tramonto per esempio), mettendo in primo piano un bel masso con licheni. Gli sportivi esultano se riescono a catturare la palla che lascia la caviglia del centravanti in rovesciata. Chi fa ritratto è felice se ha a disposizione un camion di attrezzatura per le luci, e qualche graziosa modella. I bressoniani, classici tiratori scelti, scattano quando l'occhio, la mente e il cuore sono sulla stessa linea. Gli artisti vanno al settimo cielo se la fotografia è abbastanza confusa da nascondere almeno quattro significati diversi ed è meglio se rimangono oscuri. Gli indecisi, e in questo gruppo mi ci metto anche io, un po' di tutte queste cose. Insomma ognuno di noi ha il proprio punctum mentale che se nell'immagine c'è, ci lascia soddisfatti e ci fa dire: Ho la foto!
Saliamo sul tetto del bus come la statua equestre nella foto a fianco e partiamo, faremo un giro in città per vederla con l'occhio fotografico di Marisa. Marisa si diverte, ha la sua foto, quando riesce a cogliere nel flusso della vita urbana situazioni interessanti e simpatiche. Anzi, ancora meglio, quando riesce a catturare scene che altrimenti sarebbero esistite solo virtualmente, formate e dissolte nel caos in un attimo. Ci riesce pre-visualizzando l'effetto e muovendosi in modo opportuno (a volte bastano pochi centimetri) riesce a trovare la posizione migliore per mettere in relazione il soggetto in primo piano con lo sfondo. Ecco che questi si allacciano per un attimo e bisogna essere pronti a fare clic. Ne escono fotografie ironiche e leggermente surreali. L'arma principale che utilizza è lo schiacciamento dei piani e l'attenzione sempre pronta. Gli scatti di Marisa sono comunque sempre ben equilibrati, una buona composizione è parte essenziale della fotografia riuscita, come ha dimostrato in questi anni pubblicando numerose immagini con lo stesso "sapore" divertito, ricevendo sempre apprezzamenti. Altra componente importante è la presentazione. La serie ci è stata mostrata con passepartout nero con tutte verticali; anche queste scelte hanno contribuito all'impressione complessiva di eleganza, ordine ed omogeneità del lavoro. Tutti i convenuti alla serata sono stati concordi nell'apprezzare Open Tour. Sono foto che parlano da sole, immediatamente comprensibili e dimostrano che si può fare ottima street photography in qualsiasi luogo, Parma offre opportunità come Londra o New York (più o meno...). Per quanto riguarda la post-produzione, Marisa la riduce all'essenziale e di solito scatta poco. Ci racconta che il primo clic di solito è quello buono e se a volte prende altri fotogrammi, spesso sono meno efficaci. la bella e calda serata è finita in allegria con una fetta di torta che si è rivelata al livello delle fotografie, ottima. Se Marisa volesse provare un altro genere fotografico potrebbe tentare la food-photography, una volta effettuate le riprese ci offriremmo volontari per far sparire i "soggetti", magari aiutandosi con un dito di prosecco. post: Corrado Pini I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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