L'idea ispiratrice è arrivata assistendo ad un'esposizione al MAST di Bologna sulla fotografia industriale. Si tratta di fotografie di "pezzi" lavorati, scarti ripresi via via sempre più da vicino sino a perdere identità nella fusione finale. Riconosciuta e apprezzata da tutti l'abilità di Guglielmo con la fotocamera, la discussione si è incentrata sul significato del progetto e sul linguaggio utilizzato. Molti hanno fatto fatica a riconoscere il lavoro dell'uomo all'interno di fotografie molto grafiche nelle quali l'oggetto perde la connotazione legata alla sua funzione reale. L'occhio di Pessina ha saputo trovare degli agganci nel caos di mucchi metallici destinati al riciclo, isolando nell'inquadratura segni che tendono a diventare altro: astrazione che emerge. In effetti nelle fotografie ci si vedono libri, facciate di palazzi, tetti di una metropoli vista dall'alto, tessuti, vetri. Fotografie tanto ambigue da lasciare alla fantasia dell'osservatore la possibilità di funzionare liberamente. Il lavoro dell'uomo esiste come in tutte le cose artificiali prodotte, ma perde consistenza mentre si rivela la struttura astratta del progetto. Le fotografie hanno vita propria e a volte si allontanano dai luoghi che l'autore vorrebbe che frequentassero. La serie è comunque sempre aperta e nuove immagini potranno essere inserite nel suo sviluppo. Pessina potrà così proseguire sul tema dell'anima astratta che le sue immagini hanno mostrato oppure ricondurre il progetto sulla strada del valore aggiunto del lavoro dell'uomo, lettura che l'autore preferisce. post Corrado Pini I commenti sono chiusi.
|
Archivio
Aprile 2024
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001. Tutto il materiale presente nel sito è pubblicato a scopo divulgativo, senza fini di lucro. Eventuali violazioni di copyright se segnalate dagli aventi diritto saranno rimosse al più presto dall'autore. |