Ci sono luoghi che possiamo definire come appartenenti a terre di mezzo. Troppo lontani dalle vie di comunicazioni principali e difficilmente raggiungibili. Lontani dal mare e dal suo ineguagliabile fascino. Situati sui monti ma non quelle svettanti, non le Dolomiti, non le cime alpine. Luoghi che non attirano il turismo di massa e invece negli ultimi decenni hanno visto diminuire la popolazione residente, migrata a valle in cerca di lavoro migliore e di comodità cittadine. Di questi luoghi si occupa Microfestival, organizzato da Terre Oltre in collaborazione con Contrails. Nell'edizione 2022 le località coinvolte sono : Luserna (TN) - 17-19 giugno Melle e Val Varaita (CN) - 7-10 luglio Corchia (PR) - 27-28 agosto Velva e val Petronio (GE) - 16-18 settembre Ho partecipato alla puntata di Corchia, borgo medievale ottimamente conservato. Gli autori di Contrails, collettivo al quale aderisce il nostro Massimo Marazzini, hanno esposto alcuni racconti fotografici sui muri di pietra delle case in centro. Sono reportage che raccontano il presente e il futuro di luoghi e persone, i mutamenti sociali e ambientali. Storie da raccontare. Oltre al puro lato fotografico si sono tenute brevi conferenze inerenti all'argomento terre perdute da riscoprire. E' impossibile e nemmeno auspicabile attirare il turismo di massa in questi luoghi, piuttosto occorre invitare il turista consapevole che ricerca l'esperienza del tempo lento e la riscoperta delle tradizioni. Chi vive la maggior parte della propria vita all'interno di scatole di cemento condizionate dovrebbe ogni tanto sentire sulla propria pelle il vento, i raggi del sole e anche un po' di pioggia qualche volta non fa male. Il contatto con la natura e la storia "minore" di luoghi come Corchia in fin dei conti sono anch'essi cultura. La cultura ovviamente si fa anche con la fotografia. Legata al concetto delle tradizioni che vanno perdendosi c'è stata una bella iniziativa, la preparazione di un'antica ricetta come la Pattona. La castagna era una materia prima indispensabile e reperibile in natura, seccata e resa farina era ingrediente necessario per un prodotto come la pattona. Oggi capita di mangiarla come dolce ma un tempo veniva consumata come pane, anche accompagnata con salumi o ricotta, come ci hanno raccontato le rezdore mentre lavoravano. Veniva preparata quotidianamente, acqua e farina di castagne erano ben miscelate in un composto piuttosto liquido . Questo era disposto a grosse cucchiaiate sopra un tagliere coperto di foglie di castagno. Intanto venivano preparate le braci e il testo, un tipico contenitore che permetteva una cottura omogenea e veloce. Pronte le braci con un abile colpo di mano si doveva spostare la pattona ancora cruda all'interno del testo, che poi veniva chiuso col coperchio. Pochi minuti sotto le braci e la pattona era pronta e a noi non è rimasto che assaggiarla. Siccome le storie, anche quelle piccole sono importanti e vanno raccontate, inserisco il documento di un piccolo episodio. Durante la manifestazione nel borgo si è formato un nido di vespe all'interno di un muro di pietra proprio sopra ad una mostra ed è stato necessario l'intervento dei pompieri per risolvere la situazione. Tutto a posto in pochi minuti e la strada è stata riaperta al passaggio dei visitatori. Corrado Pini
Corchia, 27 agosto 2022 I commenti sono chiusi.
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