Il lavoro di Francesca Artoni è la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che non occorre viaggiare in capo al mondo per fare buona fotografia. Le immagini esotiche possono avvicinarci a popoli e regioni lontane, quelle scattate all'interno del nostro spazio di vita sono più personali e parlano di noi in modo più intimo e approfondito. Francesca sceglie questa seconda via, i suoi protagonisti sono la casa e la terra, il fiume, gli animali domestici e tutto ciò che le è vicino nella quotidianità. Soggetti che conosce, ben descrive e attraverso i quali racconta se stessa e il suo mondo. Futopia Emilia è un portfolio premiato nella tappa di Cortona di Portfolio Italia, composto da nove foto quadrate, stampate su carta cotone. Il prezioso supporto aiuta a raggiungere tonalità leggere, tenui, sognanti. Ogni immagine è costruita abbinando due fotografie la cui relazione regala all'immagine un terzo significato. Francesca ci racconta che ogni composizione è stata pensata e disegnata su carta, soltanto successivamente è entrata in gioco la fotocamera per catturare le immagini che sono state successivamente unite. Una breve e leggera post-produzione ha rifinito il lavoro. Link a FUTOPIA EMILIA FUTOPIA EMILIA (tratto dal sito di Francesca Artoni) Io vivo qua: nel luogo fatto di campagne piatte, strade bianche e desolate. Il posto delle grandi case che resistono al tempo, dove la nebbia, l'afa, la neve annullano ogni tempo ed ogni colore. Confini impercettibili appena segnati da piante, strade o corsi d'acqua. Elementi fissi in statica attesa, Emilia terra di vedute rarefatte, dall'umidità peristente dove le nebbie gravitano perpetuamente come i satelliti intorno ai loro pianeti. Questo è il mio sogno a km zero; una strana utopia visiva, un lamento sussurrato di una terra carica di forza e fragilità. E' il mondo che in realtà non esiste ma c'è dentro di noi, dobbiamo solo avere il coraggio di pensarlo, sognarlo e restituirlo al futuro. Ponte Alto 6 è il secondo titolo proposto. Francesca si chiede cosa ci fosse al posto della sua casa prima della sua costruzione; era laggiù prima dell'arrivo della sua famiglia. Sono passati tanti anni ed ancora oggi essa è il nido caldo che protegge i suoi abitanti. Rovistando in soffitta l'autrice ha ritrovato documenti vecchi di decine di anni, mappe, scritti, cartoline. Li ha recuperati e ritagliandone le parti interessanti li ha assemblati in collage, aggiungendo sue polaroid destrutturate e disegni. Ecco che il tema del disegno ritorna ad ibridare e rendere complessa la struttura delle immagini. Anche qui colori tenui ma caldi per un lavoro che va oltre la sola fotografia in un tentativo, come è stato notato durante i commenti, di avvicinamento alla letteratura. Link a PONTE ALTO 6 Come spesso accade, (sempre nel caso di lavori personali) non si può in una sola serata comprendere appieno la profondità delle personalità di un autore che si svela agli spettatori.
Rimane la sensazione positiva di complessità e gusto compositivo. Ritroveremo Francesca Artoni nel prossimo Colorno Photo Life dove potremo di nuovo ammirare le sue composizioni. Chi non potrà essere presente potrà comunque visitare il suo bel sito nel quale sono pubblicati anche altri lavori. https://artonifrancesca.it/ post: Corrado Pini
0 Commenti
Catalina Isabel Nucera è l'autrice di questa serata di fine settembre. Nata in Argentina da genitori uno italiano e l'altro di origine mitteleuropea, cresce in mezzo alla fotografia in uno studio fra le classiche immagini di servizi matrimoniali, feste e cerimonie. L'autentica scintilla scatta quando comincia a vederla non più come un lavoro ma come un mezzo espressivo. Arrivata in Italia utilizza la fotografia per raccontare storie e scoprire mondi nascosti dentro ai quali entra in punta di piedi. Lo spirito del suo lavoro è conoscere in maniera approfondita la gente ed innescare così importanti sinergie, aspetto molto appagante e utile per riuscire ad ottenere foto migliori e più centrate ai temi trattati. Il suo libro, "The Village" non è soltanto una pubblicazione contenente immagini ma piuttosto si tratta di una ricerca approfondita sulla cittadina di Kirov, in Bielorussia. L'autrice durante i suoi viaggi nella zona ha scattato, raccolto testimonianze, testi e documenti autoprodotti dalla popolazione locale, tutto riunito ed organizzato in "The Village". Se avete avuto l'occasione di vedere il recente sceneggiato trasmesso da una pay TV sul disastro di Chernobyl potrete inquadrare con precisione l'argomento del libro. Kirov è all'interno della zona di esclusione, quella più contaminata, in mezzo a rigogliosi boschi. Dopo l'incidente il villaggio venne evacuato ma dopo pochi anni uno dopo l'altro i suoi abitanti tornarono nel luogo che continuano a considerara Casa. I prodotti della terra della zona sono contaminati, la radiazione non viene più dall'aria come nelle prime settimane, ora è nell'acqua e risale dalla terra attraverso i frutti degli orti e dei boschi come funghi e mirtilli. La foresta stessa è radioattiva a macchia di leopardo e non si dovrebbe nemmeno entrare sotto le sue fronde. Un'altra piaga molto diffusa oltre ad una generale sfiducia ed apatia è l'alcolismo, che colpisce in modo particolare gli uomini. Nonostante tutti questi problemi la piccola popolazione di poche centinaia di persone che vive in un villaggio che non dovrebbe esistere, continua a mantenere una dignità legata all'amore per la propria terra.
Il libro vuole contribuire a portarla a galla ed a farla conoscere. Cosa porta la gente a rimanere a Kirov ed a consumare i prodotti avvelenati? Sono costretti dalle condizioni economiche, altrove il lavoro è scarso e mal remunerato e la gravità della situazione di Chernobyl è stata sottovalutata a causa di informazioni lacunose e reticenti. Oggi graze ad iniziative spesso personali, una piccola biblioteca nella scuola raccoglie materiale informativo che giovani possono utilizzare. "The Village" è stato presentato in numerose manifestazioni a livello nazionale ed internazionale come Si Fest, Photolux e il celebre Rencontres d'Arles, forse la manifestazione fotografica più importante al mondo. Terminato il racconto della genesi del libro, Katty ci ha regalato in visione l'anteprima del suo prossimo lavoro, totalmente diverso. Le immagini sono contenute all'interno di uno spazio ovale, e sono in bianco e nero per renderle più omogenee. Le foto vengono elaborate digitalmente fino a perdere la loro identità e a trasformarsi in linee, macchie superfici, forme liberamente interpretabili dall'osservatore. Una ricerca artistica in divenire, interessante e ben realizzata. Arrivederci a Katty Nucera nel prossimo ottobre quando avremo il piacere di ritrovarla ospite del Colorno Photo Festival. post: Corrado Pini link: https://www.kattynucera.com/ FOTOGRAFIE, IMMAGINI, VEDUTINE CON UN OMAGGIO A LUIGI GHIRRI. Riccione, Villa Mussolini / 30 giugno - 1 settembre - entrata gratuita Claude Nori è un fotografo francese di chiare origini italiane, nei primi anni ottanta è spesso qui in Italia e d'estate sui lidi romagnoli. Su quella riviera scatta innumerevoli fotografie affascinato dal modo di vivere della gioventù con la quale condivideva affinità e spirito. Una selezione di quelle immagini è in mostra presso villa Mussolini, sede ogni estate di belle esposizioni a tema fotografico. Nei testi a corredo delle immagini Nori racconta anche dell'amicizia con Luigi Ghirri e delle loro uscite per le spiagge a caccia di immagini. Mentre Ghirri piazzava il treppiede per prendere le sue celebri fotografie, Nori con una macchina più rapida e adatta riprendeva i ragazzi in spiaggia, i loro giochi, i loro amori. L'esposizione "Un'estate con te" è uno spaccato di quegli anni che risulta affascinante e piena di nostalgia, in modo particolare per chi li ha vissuti. I colori sono virati come quelli di foto che hanno riposato decenni chiuse nei cassetti, alcune sono in posa, altre sono "rubate" e ora le chiameremmo di fotografia di strada. Al di là delle categorie dentro le quali oggi piace inserire ogni cosa forse per semplificare banalizzando la comprensione dei fenomeni, la mostra è ben realizzata all'interno di una sede perfetta quasi sulla spiaggia a poche centinaia di metri dal centro di Riccione. L'illuminazione della palazzina con fari esterni a luce rossa invade anche il locali interni attraverso le finestre aperte ibridando l'esperienza in maniera molto piacevole. L'insieme ha un'aura molto felliniana e adatta al periodo e al luogo. Lo sguardo del visitatore viene catturato dalle fotografie e dai filmati a tema proiettati direttamente sui muri. Claude Nori insieme ad altri giovani ed oggi celebri autori partecipò al progetto "Viaggio in Italia", evento cardine per la fotografia italiana.
Luigi Ghirri lo realizzò insieme a Jodice, Cresci, Barbieri, Basilico, Guidi, Chiaramonte, Fossati. Sguardi diversi sulla meravigliosa Italia, quella laterale, minimale, il quotidiano svelato. Lo sguardo di Claude Nori è anche quello della gioventù spensierata nei bellissimi e ruggenti anni ottanta, un'età rimpianta che ormai non ci appartiente più ma alla quale noi apparteniamo. post: Corrado Pini http://www.claudenori.com/ https://it.wikipedia.org/wiki/Claude_Nori https://www.themammothreflex.com/grandi-fotografi/2019/06/29/claude-nori-mostra-riccione/ |
Archivio
Novembre 2019
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001. Tutto il materiale presente nel sito è pubblicato a scopo divulgativo, senza fini di lucro. Eventuali violazioni di copyright se segnalate dagli aventi diritto saranno rimosse al più presto dall'autore. |