Ogni anno Parmafotografica individua un socio che si è particolarmente distino nelle attività sociali.
Abbiamo mantenuto questa tradizione anche negli ultimi due travagliati anni. Nel 2020 la premiata è stata Georgia Felici. Curiosa è stata la modalità della consegna della targa in un momento di blocco quasi totale dei contatti sociali. La nostra presidente Giovanna Ziveri si è recata a casa di Georgia e ha consegnato il premio in diretta mentre gli altri soci erano collegati ognuno da casa. Nel 2021 la prescelta è stata Federica Maninfior, nel frattempo eletta nuovo presidente di Circolo. La consegna è stata più tradizionale durante la cena sociale natalizia che fortunatamente abbiamo potuto organizzare nella nuova sede sociale presso i locali del Circolo Inzani . Gustosa la pillola di fotografia di giovedì 3 febbraio, Federica ci ha raccontato Martin Parr.
Non c'è nulla da fare, Parr divide sempre le opinioni. La sua fotografia sembra quella che impazza su tutti i social network, colori saturi, i temi legati alla vita quotidiana, le spiagge, il cibo, gli atteggiamenti comuni delle persone i cliché. Parr ci mostra le storture e le incongruenze della società dei consumi viste dall'interno perchè lui stesso dichiara di farne parte. Il suo sguardo è sempre ironico, spesso sarcastico, a volte cinico. I colori vivaci servono ad evidenziare il carattere sintetico dei cibi e delle bevande, il taglio delle immagini ci mostra istantanee della nostra strana ed artificiale vita sociale che a noi appare "normale". La fotografia di Parr strizza l'occhio a volte alla street, qualche altra al reportage, al ritratto e perfino allo still-life ma è bene non dare un'etichetta al suo lavoro, infatti afferma: "quando si cerca di rinchiudermi in una categoria, cerco immediatamente di uscirne". Molto attivo e produttivo Martin Parr è tra i fotografi che vantano il maggior numero di esposizioni al mondo. Membro ed ex presidente di Magnum divise i soci quando di trattò di accettarne l'inserimento nell'agenzia. HCB di lui disse che veniva da un altro pianeta, a sottolinearne il diverso sguardo. Parr gli rispose regalandogli un suo libro quasi a mostrargli che quella è la realtà, lui limita a mostrarla così com'è, non a crearla. La dedica diceva: "Don't shoot the messenger"! https://www.martinparr.com/ Curioso come in un celebre canale satellitare all'interno della categoria \doc e lifestile\arte non ci sia la fotografia.
Questa è invece inserita in \intrattenimento\musica e cultura\fotografia. Per gli dei del cielo la Fotografia non è arte. Andrea Ferrari del circolo fotografico Renato Brozzi è l'autore protagonista dell'appuntamento con l'autore del 27 gennaio.
Il viaggio nel quale ci ha accompagnato è stato fatto nel recente passato, un po' per caso e per avere qualche ora di pausa dalla routine. Virtuale due volte, perchè si è svolto ancora sugli schermi dei PC e perchè riguarda un'esperienza che per molto tempo ancora non potremo ripetere con le stesse modalità. Il Ferrara Buskers Festival del 2019 ci mostra "una serata trascorsa a passeggiare per le vie di una città immersa nella gioia, cercando solo di divertirmi assaporando l'atmosfera e scattando immagini" Sono fotografie in un bianco e nero ben contrastato e deciso come piace all'autore e comunque la monocromia oltre ad essere il linguaggio espressivo preferito, aiuta a rendere uniforme le fotografie. Troppi colori difficilmente controllabili in fase di scatto ne avrebbero reso alternante la qualità cromatica. Vengono ritratti i luoghi, gli artisti e gli spettatori, alternando piani larghi ad altri più raccolti dando in questo modo vivacità alla selezione di immagini. Incredibile come soltanto pochi mesi fa in occasione di manifestazioni pubbliche le persone avessero un atteggiamento ben diverso rispetto a quello di oggi. Grande folla e partecipazione, nessun problema nell'avvicinarsi gli uni con gli altri, voglia di divertirsi e nessun timore, era tutto molto più facile. Mi gira in testa una citazione che pare una banalità, spesso ci accorgiamo delle cose importanti che abbiamo quando le perdiamo. Di seguito il link di Andrea Ferrari al suo sito personale. https://andreaferrari.wordpress.com/2019/09/04/ferrara-busker-festival-2019/ Ho pensato spesso a cosa rappresenti per me l'arte, perché sia diventata così importante e la risposta a cui sono arrivato è che è un medium ideale per dialogare con noi stessi, con il nostro mondo interiore; l'arte è l'abecedario, è il linguaggio primordiale, ma è anche un personale cifrario segreto che spesso ci aiuta a dipanare le intricate matasse di emozioni e stati d'animo che ci pervadono; allo stesso tempo è un mezzo che ci consente di stabilire un contatto con le altre persone attraverso la magia dell'emozione estetica. Nel primo giovedì di attività del circolo nel 2022, la classica serata "Incontro con l'artista" si è svolta on-line con buon successo di partecitazione.
Qui sotto riepilogo brevemente ciò che è uscito dalle chiacchiere della serata. Il protagonista della serata è Stefano Cavazzini, apprezzato e ben conosciuto autore, fate clic sul link seguente per raggiungere il suo sito personale: https://stefkaw54.wixsite.com/fotografia-h2er In testa all'articolo trovate una citazione tratta del suo blog ed è subito chiaro da dove Stefano trae ispirazione per le sue opere e qual'è il suo pensiero sull'arte. Stefano è un sostenitore della singola immagine, non ama il porfolio come mezzo di espressione. Questo non gli impedisce però di riunire diverse fotografie in serie omogenee per argomento. Nelle serie fotografiche dove l'autore si ispira a muri scrostati o alle vene di materiali naturali è scarsa la presenza del'elemento umano, spesso sostituito da figure di animali che però non prendono il sopravvento ma valorizzano la "scena" . In altre l'immagine viene costruita fondendo diversi scatti o specchiando il soggetto e nonostante l'apparenza molto complessa e strutturata, non ci sono interventi di postproduzione particolarmente invasivi. Stefano non si adegua alla moda delle ombre chiuse e del contrasto eccessivo utilizzato per drammatizzare come si vede così spesso nella fotografia contemporanea. Il contrasto è ben evidente ma è un microcontrasto molto ben gestito che rende l'immagine tridimensionale. Lo si nota per esempio nella serie "Bianco come la neve" (la trovate sul suo sito, visitatelo ne vale la pena). Il mantello del cavallo protagonista della serie è così ben dettagliato che quasi si possono contare i crini. L'insieme del suo "vedere fotografico", del particolare bianco e nero , chiaro, luminoso, nitido e dalla postproduzione sempre misurata, crea un vero e proprio stile fotografico peculiare che rende le fotografie di Stefano inconfondibili. Da notare che qualche volta c'è anche un leggero mosso che nella fotografia monocromatica di solito è sconsigliato, ma che invece invece arrichisce l'immagine. E' chiaro anche il carattere autobiografico delle fotografie che sono pervase dalla ricerca del tempo passato, non malinconica ma affettuosa. Ed è qui il meglio delle sue immagini, riuscire a far vivere anche allo spettatore il suo sentire. Possiamo chiamarla capacità di suscitare "empatia". Certamente, come ribadito da Stefano le foto ben stampate hanno un impatto nettamente più potente rispetto alla visione digitale. Purtroppo per ora ci faremo bastare la seconda, in attesa di tempi migliori. Eccoci di nuovo, travolti da una nuova ondata montante.
Questa volta la variante si chiama Omicron e probabilmente ne seguiranno altre. Come è normale per tutto ciò che è vivente l'evoluzione forgia la sostanza facendo in modo che sia ottimizzata la capacità di adattamento all'ambiente. L'ambiente del SARS-CoV-2 siamo noi e solo noi possiamo rendergli la vita difficile. Quindi per un periodo di tempo sospenderemo le classiche riunioni del giovedì sera in presenza e ritorneremo a vederci sui monitor, ognuno a casa propria. Durante il lockdown il tempo sembrava non passare mai, immobile e sempre uguale, ma a ben vedere molte cose sono accadute anche nel micromondo del circolo.
C'è stato un cambio di governo, per cominciare. Il vecchio consiglio ha terminato il suo mandato e ci sono state elezioni che hanno portato al formarsi di un nuovo consiglio con un nuovo presidente, Federica Maninfior. Una donna che succede ad una donna, da questo punto di vista siamo sempre un passo avanti a molti altri. Poi alla fine dell'estate un altro inmportante cambiamento; una nuova sede. Siamo stati accolti dal circolo Inzani con sede a Moletolo. Sono bellissimi locali che speriamo di poter ben sfruttare e riempire non appena le circostanze lo consentiranno. L'ultimo post, lo vedete qui sotto è di fine dicembre 2019.
No, nessun blocco dello scrittore. Era un mondo diverso, più leggero e libero e non ce ne rendevamo conto. Il Circolo si apprestava a trascorrere il periodo di sosta natalizio che si è allungato a dismisura ed è stato riempito da ciò che ben conoscete. Dobbiamo ammettere che nei primi mesi della pandemia la fotografia si è ritirata in secondo piano, poi lentamente si è riproposta e con essa la volontà di rivedersi in qualche modo. La tecnologia ci è venuta incontro permettendoci riunioni da remoto per ricominciare a parlare dell'attualità e di nuovo, di fotografia. Abbiamo passato tanti giorni di fronte al monitor, pur con tutti i limiti ai quali il mezzo ci obbligava. Abbiamo lavorato da casa, comprato sui siti di e-commerce, l'informatica è diventata sempre più importante. Alla fine molto lentamente si è arrivati ad una parvenza di normalità e siamo riusciti finalmente ad organizzare qualche uscita in presenza. Purtroppo adesso all'inizio del 2022 il virus pur mutato ricomincia a diffondersi in modo aggressivo e ci impone di nuovo prudenza nei contatti umani. Però molto altro accade e quindi piano piano ricominceremo a raccontarlo. L'ultima serata prima di Natale è stata l'occasione per tre soci di presentarsi al circolo con alcune fotografie. Liviana Dallaglio ha iniziato a fotografare con lo smartphone, come ormai succede a tanti. Poi sente la necessità di migliorarsi e partecipa ad un nostro corso. Liviana è affascinata dalle manifestazioni della natura, nelle sue immagini ricerca principalmente la luce con lo scopo di far sentire allo spettatore le emozioni provate al momento dello scatto. Se fosse una pittrice sarebbe un'impressionista. Ciriaco Capobianco invece sarebbe un seguace del Verismo. Nelle sue fotografie, tre in bianco e nero e tre a colori cerca le linee e la buona inquadratura. Quelle monocromatiche rivelano un bianco e nero poco contrastato e con molte tonalità di grigio, una scelta in controtendenza rispetto alle tendenze attuali che privilegiano contrasti accentuati. Clara Ugolotti invece di fotografie singole, presenta tre immagini che possiamo considerare un lavoro completo.
Ogni fotografia associa due ritratti, quello di un burattino e quallo di una persona scelta per la somiglianza accentuata con la marionetta. Clara lascia al lettore le interpretazioni del lavoro che essendo di significato ambiguo sono molteplici. Un ottimo lavoro ben concepito ed eseguito, apprezzato da tutti i convenuti. Successivamente è stata mostrata l'anteprima del filmato che verrà presentato a Colorno durante i consueti auguri di fine anno presso il circolo Color's Light. Anche quest'anno il nostro Luca Rivieri si è incaricato di produrre il lavoro che ripresenta le foto protagoniste della mostra L'effimero e l'eterno tenuta presso San Quirino lo scorso ottobre. Una fetta di panettone e un calice di spumante insieme ad un mare di auguri hanno concluso un anno intenso ben consapevoli che il prossimo 2020 sarà ancora più importante con tutti gli appuntamenti che ci attendono. BUONE FESTE ! Il social network, quello vero. Quest'anno il socio premiato per l'attività svolta nel circolo è Luca Rivieri.
Nella foto il presidente Giovanna Ziveri e il segretario Rino Balocchi consegnano la targa. Non è facile definire esattamente la fotografia di strada. Alcuni ne negano addirittura l'esistenza come genere fotografico a sé stante. La cosa certa è che per praticare la "street photography" con qualità ci vuole tempismo e velocità mentale. Oltre quelle doti Marisa Pasquali aggiunge nei suoi lavori una ricca vena ironica che si esprime associando fotografie in dittici. Non è un'attività semplice, si tratta di individuare un terzo significato in due immagini che potrebbero reggersi singolarmente come foto di street. Per Marisa questo terzo "senso" emergente di solito è ironico e divertente. Occorre individuare una scena che abbia potenziale e poi ricercare una seconda foto che possa dialogare pienamente con la prima. Potrebbe essere una vecchia fotografia dell'archivio, una seconda scattata in altro luogo e un altro giorno, una terza catturata in un'altra uscita. Come vedete è un lavoro ben più complesso del semplice scatto bello o fortunato. Individuato il materiale Marisa lavora anche in fase di sviluppo digitale, senza stravolgere, ma cercando ed evidenziando le assonanze geometriche come ben si nota nel dittico qui sopra (la folla e le pietre).
Si evidenzia una linea quasi una base, presente nella prima e nella seconda immagine che contribuisce ad unirle. Queste particolarità spesso presenti, impreziosiscono il porfolio. Credo infatti che si possa parlare di portfolio, inteso come lavoro organico e unitario. Non vi è raccontata un storia ma le immagini hanno caratteristiche comuni ben precise, di senso e di composizione geometrica, il collante è l'ironia e come è stato rilevato in sede di commento, la fantasia. riferimenti web: FLICKR photo4u post Corrado Pini L'autore della serata d'incontro con l'autore è Eugenio Fieni. Nato a Correggio, è fotografo autodidatta e il suo linguaggio preferito è il bianco e nero. Con lo studio e l'esperienza ha messo a punto tecniche di sviluppo che gli permettono di ottenere stampe di eccellente qualità. Qualità che hanno fruttato numerosi successi anche a livello internazionale. L'autore ci ha mostrato numerose pregevoli stampe in b/n su carta cotone e ha commentato le proprie immagini, raccontando aneddoti e molto di ciò che c'era dietro lo scatto. Molto interessante il racconto della realizzazione del progetto Mocànita. Si tratta dell’ultimo treno forestale a vapore a scartamento ridotto d’Europa. Si trova nel nord della Romania tra le montagne di Maramures, viene uilizzato principalmente dai boscaioli per portare al piano i tronchi. Fieni con la sua organizzazione riesce una volta all'anno ad avere a disposizione un convoglio per realizzare le sue fotografie. Sito dell'autore: http://www.fienieugenio.it/index2.html
Social: https://www.facebook.com/fienieugenio/ Il lavoro di Francesca Artoni è la prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che non occorre viaggiare in capo al mondo per fare buona fotografia. Le immagini esotiche possono avvicinarci a popoli e regioni lontane, quelle scattate all'interno del nostro spazio di vita sono più personali e parlano di noi in modo più intimo e approfondito. Francesca sceglie questa seconda via, i suoi protagonisti sono la casa e la terra, il fiume, gli animali domestici e tutto ciò che le è vicino nella quotidianità. Soggetti che conosce, ben descrive e attraverso i quali racconta se stessa e il suo mondo. Futopia Emilia è un portfolio premiato nella tappa di Cortona di Portfolio Italia, composto da nove foto quadrate, stampate su carta cotone. Il prezioso supporto aiuta a raggiungere tonalità leggere, tenui, sognanti. Ogni immagine è costruita abbinando due fotografie la cui relazione regala all'immagine un terzo significato. Francesca ci racconta che ogni composizione è stata pensata e disegnata su carta, soltanto successivamente è entrata in gioco la fotocamera per catturare le immagini che sono state successivamente unite. Una breve e leggera post-produzione ha rifinito il lavoro. Link a FUTOPIA EMILIA FUTOPIA EMILIA (tratto dal sito di Francesca Artoni) Io vivo qua: nel luogo fatto di campagne piatte, strade bianche e desolate. Il posto delle grandi case che resistono al tempo, dove la nebbia, l'afa, la neve annullano ogni tempo ed ogni colore. Confini impercettibili appena segnati da piante, strade o corsi d'acqua. Elementi fissi in statica attesa, Emilia terra di vedute rarefatte, dall'umidità peristente dove le nebbie gravitano perpetuamente come i satelliti intorno ai loro pianeti. Questo è il mio sogno a km zero; una strana utopia visiva, un lamento sussurrato di una terra carica di forza e fragilità. E' il mondo che in realtà non esiste ma c'è dentro di noi, dobbiamo solo avere il coraggio di pensarlo, sognarlo e restituirlo al futuro. Ponte Alto 6 è il secondo titolo proposto. Francesca si chiede cosa ci fosse al posto della sua casa prima della sua costruzione; era laggiù prima dell'arrivo della sua famiglia. Sono passati tanti anni ed ancora oggi essa è il nido caldo che protegge i suoi abitanti. Rovistando in soffitta l'autrice ha ritrovato documenti vecchi di decine di anni, mappe, scritti, cartoline. Li ha recuperati e ritagliandone le parti interessanti li ha assemblati in collage, aggiungendo sue polaroid destrutturate e disegni. Ecco che il tema del disegno ritorna ad ibridare e rendere complessa la struttura delle immagini. Anche qui colori tenui ma caldi per un lavoro che va oltre la sola fotografia in un tentativo, come è stato notato durante i commenti, di avvicinamento alla letteratura. Link a PONTE ALTO 6 Come spesso accade, (sempre nel caso di lavori personali) non si può in una sola serata comprendere appieno la profondità delle personalità di un autore che si svela agli spettatori.
Rimane la sensazione positiva di complessità e gusto compositivo. Ritroveremo Francesca Artoni nel prossimo Colorno Photo Life dove potremo di nuovo ammirare le sue composizioni. Chi non potrà essere presente potrà comunque visitare il suo bel sito nel quale sono pubblicati anche altri lavori. https://artonifrancesca.it/ post: Corrado Pini Catalina Isabel Nucera è l'autrice di questa serata di fine settembre. Nata in Argentina da genitori uno italiano e l'altro di origine mitteleuropea, cresce in mezzo alla fotografia in uno studio fra le classiche immagini di servizi matrimoniali, feste e cerimonie. L'autentica scintilla scatta quando comincia a vederla non più come un lavoro ma come un mezzo espressivo. Arrivata in Italia utilizza la fotografia per raccontare storie e scoprire mondi nascosti dentro ai quali entra in punta di piedi. Lo spirito del suo lavoro è conoscere in maniera approfondita la gente ed innescare così importanti sinergie, aspetto molto appagante e utile per riuscire ad ottenere foto migliori e più centrate ai temi trattati. Il suo libro, "The Village" non è soltanto una pubblicazione contenente immagini ma piuttosto si tratta di una ricerca approfondita sulla cittadina di Kirov, in Bielorussia. L'autrice durante i suoi viaggi nella zona ha scattato, raccolto testimonianze, testi e documenti autoprodotti dalla popolazione locale, tutto riunito ed organizzato in "The Village". Se avete avuto l'occasione di vedere il recente sceneggiato trasmesso da una pay TV sul disastro di Chernobyl potrete inquadrare con precisione l'argomento del libro. Kirov è all'interno della zona di esclusione, quella più contaminata, in mezzo a rigogliosi boschi. Dopo l'incidente il villaggio venne evacuato ma dopo pochi anni uno dopo l'altro i suoi abitanti tornarono nel luogo che continuano a considerara Casa. I prodotti della terra della zona sono contaminati, la radiazione non viene più dall'aria come nelle prime settimane, ora è nell'acqua e risale dalla terra attraverso i frutti degli orti e dei boschi come funghi e mirtilli. La foresta stessa è radioattiva a macchia di leopardo e non si dovrebbe nemmeno entrare sotto le sue fronde. Un'altra piaga molto diffusa oltre ad una generale sfiducia ed apatia è l'alcolismo, che colpisce in modo particolare gli uomini. Nonostante tutti questi problemi la piccola popolazione di poche centinaia di persone che vive in un villaggio che non dovrebbe esistere, continua a mantenere una dignità legata all'amore per la propria terra.
Il libro vuole contribuire a portarla a galla ed a farla conoscere. Cosa porta la gente a rimanere a Kirov ed a consumare i prodotti avvelenati? Sono costretti dalle condizioni economiche, altrove il lavoro è scarso e mal remunerato e la gravità della situazione di Chernobyl è stata sottovalutata a causa di informazioni lacunose e reticenti. Oggi graze ad iniziative spesso personali, una piccola biblioteca nella scuola raccoglie materiale informativo che giovani possono utilizzare. "The Village" è stato presentato in numerose manifestazioni a livello nazionale ed internazionale come Si Fest, Photolux e il celebre Rencontres d'Arles, forse la manifestazione fotografica più importante al mondo. Terminato il racconto della genesi del libro, Katty ci ha regalato in visione l'anteprima del suo prossimo lavoro, totalmente diverso. Le immagini sono contenute all'interno di uno spazio ovale, e sono in bianco e nero per renderle più omogenee. Le foto vengono elaborate digitalmente fino a perdere la loro identità e a trasformarsi in linee, macchie superfici, forme liberamente interpretabili dall'osservatore. Una ricerca artistica in divenire, interessante e ben realizzata. Arrivederci a Katty Nucera nel prossimo ottobre quando avremo il piacere di ritrovarla ospite del Colorno Photo Festival. post: Corrado Pini link: https://www.kattynucera.com/ FOTOGRAFIE, IMMAGINI, VEDUTINE CON UN OMAGGIO A LUIGI GHIRRI. Riccione, Villa Mussolini / 30 giugno - 1 settembre - entrata gratuita Claude Nori è un fotografo francese di chiare origini italiane, nei primi anni ottanta è spesso qui in Italia e d'estate sui lidi romagnoli. Su quella riviera scatta innumerevoli fotografie affascinato dal modo di vivere della gioventù con la quale condivideva affinità e spirito. Una selezione di quelle immagini è in mostra presso villa Mussolini, sede ogni estate di belle esposizioni a tema fotografico. Nei testi a corredo delle immagini Nori racconta anche dell'amicizia con Luigi Ghirri e delle loro uscite per le spiagge a caccia di immagini. Mentre Ghirri piazzava il treppiede per prendere le sue celebri fotografie, Nori con una macchina più rapida e adatta riprendeva i ragazzi in spiaggia, i loro giochi, i loro amori. L'esposizione "Un'estate con te" è uno spaccato di quegli anni che risulta affascinante e piena di nostalgia, in modo particolare per chi li ha vissuti. I colori sono virati come quelli di foto che hanno riposato decenni chiuse nei cassetti, alcune sono in posa, altre sono "rubate" e ora le chiameremmo di fotografia di strada. Al di là delle categorie dentro le quali oggi piace inserire ogni cosa forse per semplificare banalizzando la comprensione dei fenomeni, la mostra è ben realizzata all'interno di una sede perfetta quasi sulla spiaggia a poche centinaia di metri dal centro di Riccione. L'illuminazione della palazzina con fari esterni a luce rossa invade anche il locali interni attraverso le finestre aperte ibridando l'esperienza in maniera molto piacevole. L'insieme ha un'aura molto felliniana e adatta al periodo e al luogo. Lo sguardo del visitatore viene catturato dalle fotografie e dai filmati a tema proiettati direttamente sui muri. Claude Nori insieme ad altri giovani ed oggi celebri autori partecipò al progetto "Viaggio in Italia", evento cardine per la fotografia italiana.
Luigi Ghirri lo realizzò insieme a Jodice, Cresci, Barbieri, Basilico, Guidi, Chiaramonte, Fossati. Sguardi diversi sulla meravigliosa Italia, quella laterale, minimale, il quotidiano svelato. Lo sguardo di Claude Nori è anche quello della gioventù spensierata nei bellissimi e ruggenti anni ottanta, un'età rimpianta che ormai non ci appartiente più ma alla quale noi apparteniamo. post: Corrado Pini http://www.claudenori.com/ https://it.wikipedia.org/wiki/Claude_Nori https://www.themammothreflex.com/grandi-fotografi/2019/06/29/claude-nori-mostra-riccione/ Una visita alla collettiva fotografica del circolo Fotocine Casalasco BFI. Mostra fotografica del laboratorio di Cult Fiaf 063 e dei partecipanti ai Corsi Base 2018-2019. Rispondendo alla proposta tematica di Fiaf per il 2019 che ha dato il titolo alla mostra, Fotocine Casalasco BFI ha curato la realizzazione dell'esposizione con autori i corsisti dell'ultimo biennio integrati da alcuni fotografi più esperti.
La mostra si è svolta in un locale che si affaccia sulla piazza principale di Casalmaggiore, zona centrale e facilmente avvicinabile anche in automobile. L'idea è stata quella di racchiudere i portfolio all'interno di pannelli che hanno svolto la funzione di sfondo comune rendendo l'esposizione più omogenea. Ogni autore ha poi inserito un testo personale a corredo ed integrazione delle immagini. L'interpretazione del tema ci è sembrata efficace e ben realizzata in tutti i casi. Ci è parso evidente il lavoro del curatore nel far "uscire" la personalità degli autori affiancandoli quando necessario nelle scelte tecniche e di sviluppo del lavoro. Un gruppo numeroso di soci di Parmafotografica ha visitato l'esposizione durante l'apertura serale, traendone spunto per i prossimi lavori su quel tema comune e approfittando per scattare belle immagini del centro della cittadina casalasca. La mostra verrà replicata in versione ampliata nel prossimo autunno. post: Corrado Pini Mostra fotografica "Luoghi, Oggetti, Emozioni”, Palazzo Civico di Montechiarugolo a cura di Paolo Gandolfi L'inaugurazione della mostra è fissata per venerdì 5 luglio alle ore 19.00 presso la sala Matrimoni del Palazzo Civico di Montechiarugolo. Successivamente l'esposizione sarà aperta al pubblico venerdì 12 e 19 luglio dalle ore 19 alle ore 24. Concorso fotografico “Montechiarugolo si accende”
Il concorso invita a raccontare attraverso scatti fotografici il paese Montechiarugolo durante le serate della manifestazione Dall'Alabastro allo Zenzero (5, 12 e 19 luglio) giunta all'edizione numero venti. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i fotografi non professionisti. Ogni partecipante potrà inviare insieme alla scheda di iscrizione debitamente compilata e firmata un massimo di 5 fotografie in formato digitale entro e non oltre il 26 luglio 2019 (data effettiva di consegna) secondo le modalità indicate nel bando. Le fotografie non dovranno contenere sigle, firme, loghi identificativi riconoscibili. post: Parmafotografica Durante quest'estate calda, vista la sosta degli appuntamenti in Parmafotografica porremo l'attenzione su alcune manifestazioni che direttemente o indirettamente hanno a che fare con la fotografia. Cominciamo con Pontremoli Foto Festival che abbiamo visitato l'anno scorso. Un'ottimo festival in un bellissimo luogo che vale la pena visitare e fotografare. Le esposizioni:
Betty Page-Ready made 258 minutes Antipodes | two faces | one europe Gioele Un fotografo prestato alla televisione Il silenzio della parola, il rumore della carta La danza degli ulivi Nessuna parola (è) inutile / in embryo Ritratti di centenari toscani Link: http://www.pontremolifotofestival.it/ Ultimo giovedì d'incontro con l'autore. Rino Balocchi chiude la stagione primaverile e rimanda l'appuntamento al prossimo settembre. Lo fa con un portfolio a colori realizzato durante una manifestazione a Sala Baganza vicino a Parma in occasione di un contest per la realizzazione di cocktail a base di malvasia. Il taglio è quello del reportage, viene descritto il luogo, la preparazione e la premiazione del concorso. La scelta di mettere in evidenza nelle fotografie verticali soltanto il prodotto, tagliando i volti, è stata forzata dal fatto di non aver ricevuto la liberatoria per l'esposizione in pubblico, sia pure in un circolo. Rino molto correttamente ha escluso i volti ma la scelta non ha penalizzato le immagini, spostando l'attenzione dell'osservatore sui cocktail. Manca forse soltanto la rappresentazione degli assaggi, la fase della valutazione della giuria ma Rino è giustificato in quanto ne faceva parte e naturalmente non ha potuto scattre mentre era impegnato nella valutazione delle bevande.
Nel complesso il lavoro che ci è sembrato fresco e colorato, ben racconta l'episodio. Terminati gli appuntamenti del giovedì, proseguiremo l'estate qon qualche incontro di fronte ad un buon gelato e in occasione di quache uscita dove si potrà scattare qualche buona foto per i progetti personali o per il prossimo tema autunnale, L'effimero e l'eterno. Buona estate! post: Corrado Pini La maratona fotografia ANPI organizzata nella vicina Collecchio è ormai un tradizionale appuntamento per i fotografi e gli appassionati della zona. Parmafotografica è risultata ben presente sul podio in quanto due soci si sono aggiudicati il primo posto nelle categorie B e C . Ricordiamo i temi dell'edizione 2019. Tema A : Senza confini Tema B : Un mosaico di colori Tema C : Un mondo migliore Di seguito l'elenco completo dei vincitori: Miglior sequenza - prima posizione: Rares Stefan Burnea Miglior sequenza - seconda posizione: Francesco Rubini Miglior sequenza - terza posizione: Patrizia Tegoni Vincitore tema A (senza confini): Alessio Bizzi Vincitore tema B (Un mosaico di colori): Corrado Pini (Parmafotografica) Vincitore tema C ( Un mondo migliore): Giovanna Ziveri (Parmafotografica) Premio 25 aprile: Oreste Zinelli Complimenti a tutti i partecipanti e arrivederci alla prossima edizione.
post: Parmafotografica Il tema dell'edizione 2020 sarà:
FANTASIE. Narrazioni, regole, invenzioni Paolo Cambi è l'autore che ci è venuto a trovare in uno dei giovedì di incontro con l'autore di Parmafotografica.
Autore raffinato e tecnicamente eccellente, Paolo Cambi ci ha presentato alcuni brevi audiovisivi che ripercorrono la sua storia di autore.
Inizia con il suo primo racconto di viaggio che riesamina con senso autocritico, mettendo in evidenza i difetti e le ingenuità poi risolte col tempo lo studio e l'esperienza nei successivi lavori. Eccellente "Per sempre bambini" dove con poco più di dieci fotografie costruisce un racconto toccante. I numerosi successi raccontano di un'eccellenza e una maturità ormai raggiunta. Lascio qui sotto i riferimenti di alcuni audiovisivi presenti in rete. Sono brevi, poetiche e bellissime storie, da vedere anche per rendersi conto di ciò che si può realizzare con idee e passione. post: Corrado Pini Dal minuscolo all'infinitamente grande Terzo appuntamento col Laboratorio 066, "l'effimero e l'eterno". Per preparare e trovare spunti originali all'interpretazione del tema 2019 FIAF, Parmafotografica ha organizzato tre incontri per coinvolgere gli interessati. Il primo, tenuto presso lo storico circolo parmigiano Aquila Longhi ha visto il giornalista e scrittore Antonio Mascolo ragionare circa la storia e i cambiamenti con relazione diretta al quartiere Oltretorrente, oggetto di un suo recente libro. Nel secondo appuntamento nella sala di Officina Arti Audiovisive, Maurizio Mercuri, cinefilo e filmaker ha raccontato dei meccanismi in uso nella Hollywood classica per creare ed alimentare il fenomeno del divismo e poi anche del supporto di cellulosa, delicato ed infiammabile sul quale venivano stampati i film. Per il terzo ed ultimo appuntamento Alberto Ghizzi Panizza, fotografo professionista legato ad un importante brand tecnico ci ha regalato la sua visione del tema.
Ghizzi Panizza è un maestro in quel settore che riassumiamo col termine "macro". Le sue immagini delle damigelle, piccole libellule occhiute, sono bellissime, piene di fantasia e poesia. Negli ultimi anni Alberto ha viaggiato spesso verso il sudamerica salendo sulle Ande dove sorge uno degli osservatori astronomici più importanti del mondo, Paranal. Lassù le particolari condizioni climatiche e i cieli senza inquinamento permettono agli astronomi di osservare l'universo come mai prima è successo. Guardare lontano nello spazio significa osservare il passato, cosa c'è di più vicino all'eternità dell'universo e contemporaneamente più effimero che vedere cose che non esistono più. La luce che arriva ai nostri rilevatori, partita poche decine o milioni di anni fa ci mostra come era il mondo in passato, oggetti cosmici che non esistono più o si sono evoluti in qualcosa di diverso. Le splendide immagini e gli aneddoti di Ghizzi Panizza ci hanno accompagnato per tutta la serata. Alcune stampe sono ancora esposte per qualche giorno nel bar Chrysopolis dove si è svolto l'ultimo incontro del Laboratorio 066. Ora la palla passa ai fotografi intervenuti alle tre serate sperando che siano servite d'ispirazione nell'interpretazione del tema l'effimero e l'eterno. Vedremo i frutti nell'esposizione che si terrà nel prossimo autunno e come si dice in questi casi, buon lavoro e buona luce! post: Corrado Pini web: Alberto Ghizzi Panizza Tema FIAF 2019 - L'effimero e l'eterno Anche se sui canali social del web sempre più spesso si parla di autori prestigiosi, è un piacere incontrare di persona il fotografi che hanno fatto la storia o meglio, che la storia l'hanno raccontata. Di Mauro Galligani però si trova poco materiale in rete, non gli interessa la luce della ribalta, concede poche interviste e rifugge alle esposizioni delle sue fotografie. Si muove volentieri solo per le scuole, per i ragazzi. Eppure Galligani è stato per decenni l'occhio dominante di Epoca, coprendo fin dagli anni settanta gli eventi più importanti. Dieci anni dopo l'ultima visita in terra parmigiana, Galligani è tornato a Colorno ad inaugurare la manifestazione "Dialoghi Fotografici". Nella sala del trono della Reggia il celebre fotogiornalista ha incontrato gli appassionati prima con la proiezione di sue immagini e poi dialogando e raccontando. Impressionante la storia del suo rapimento in Cecenia nel 1977 e dalla sua successiva liberazione dopo quaranta giorni Al termine della serata Galligani si è fermato per autografare il suo prezioso libro "Tempi dell'est" del quale con un gesto delizioso e disinteressato, ha donato una copia ad ognuno. Post: Corrado Pini
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Aprile 2024
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