Un saggio ben scritto con un linguaggio chiaro e comprensibile, lontano dai tecnicismi ermetici di certa critica d'arte. L'autore in sostanza divide il mondo della fotografia in due parti, prima e dopo il digitale. Possiamo anche fare un accostamento divertente ad una celebre pellicola western. Da un lato la fotografia analogica, ai sali d'argento, classica, lenta e quindi pensata e ragionata, il Buono. Dall'altro l'iperfotografia, i fotografanti col telefonino impegnati a produrre immagini effimere, volatili, spesso di scarsa qualità, inutili parti di un flusso inarrestabile, il Brutto. Illusioni di bellezza e creatività omologata dai filtri standard delle app, destinate al mare dei social e del web, il Cattivo.
Tra le righe di "Lo sguardo rovesciato" mi sembra di vedere nostalgia di una fotografia poetica, quando le immagini comparivano sulla carta in camera oscura e si dovevano conoscere a fondo se non la chimica, l'utilizzo di pellicole e acidi per ottenere buoni risultati. Quando il fotografo del paese riprendeva battesimi, matrimoni, feste e scolaresche ed era come dice Scianna "quello che ammazza i vivi e resuscita i morti". Altri tempi. Ma è il mondo che è cambiato per primo, oggi la realtà è diversa. Curiosamente ho conosciuto l'autore grazie ad un post su facebook e da lì si raggiunge il suo blog, si può comunicare con lui via e-mail, i libri si comprano sul web, i post sono riproposti su twitter e tra condivisioni e forward chissà su quali altri social network. Addirittura comprando la mia copia del libro cartacea ho scoperto che se ne può scaricare una copia in formato digitale per e-reader. Il mondo digitale e interconnesso è proprio così male? Forse, o forse no, ma è certamente molto diverso da quello analogico. Come sempre, in tutte le epoche l'importante è l'uso che si fa degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Internet offre immense possibilità, ma occorre conoscere per poterle utilizzare nel modo migliore. Si impone un'etica per il fotografo nativo digitale? E quale? Domande complesse sulle quali riflettere.
Certamente la fotografia è viva e vegeta, negli ultimi decenni si è trasformata ed è quello che sta accadendo ancora. Di nuovo sta mutando, ma credo che sia comunque ancora il fotografo l'attore più importante. Cosa diventerà lo vedremo nei prossimi anni, sarà una storia estremamente interessante e potremo esserne protagonisti. post di Corrado Pini un libro a tratti interessante che però non convince fino in fondo. l'autore in diversi punti si contraddice e non da modo di apparire chiaro e coerente fino alla fine, Inizialmente la lettura entusiasma, col senno di poi il tutto scema velocemente. Ci sono parecchi punti in cui l'autore crea più confusione che altro, cercando di trattare argomenti, forse, neanche a lui ben chiari. I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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