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The Silk Road Project

1/10/2022

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The Silk Road Project
di Massimo Marazzini


​La liberazione dal mondo dell'industria si è stabilita essa stessa come industria, il viaggio (di evasione) dal mondo delle merci è diventato una merce.     (H.M.Enzensberger)

Non fa eccezione il Silk Road Project, quel tratto di via che in Asia centrale attraversa l'Uzbekistan e riporta Khiva, Bukhara e Samarcanda al loro passato di snodi fondamentali per il transito carovaniero.

"Kan ma kan", c'era e non c'era: così iniziano le fiabe arabe. La via della seta era Kan ma kan", una rete, oggi è un progetto: percorrendola,il turista/viaggiatore incontra una popolazione giovane e vivace, un Islam accogliente, le meraviglie monumentali volute da Tamerlano e rilucidate dal post-sovietico Karimov, l'abilità artigianale.
Vive, sentandosi ospite in una carovana privilegiata, i ricoveri, i ristori, i disagi della pista. Vive i mercati e il commercio, in un trionfo di colori, profumi e gentilezza. Gusta i sapori dei prodotti della terra, spezie, formaggio, verdura, frutta, pane "materno" e sacrale.

Quasi mai il turista/viaggiatore dimentica di essere la pedina costitutiva dell'industria del turismo, la più importante del nuovo secolo anche in Uzbekistan, ma decide di stare al gioco, compra l'esotico, se ne ubriaca e accetta di essere proprio lui, adesso, il nuovo e prezioso drappo di seta.
Foto
Foto
L'appuntamento con l'autore dell'ultimo giovedì di settembre ha visto protagonista il nostro Massimo Marazzini che ci ha proposto il suo "Viaggio in Uzbekistan".
Qualche anno fa in occasione di un viaggio organizzato Massimo come ogni buon turista ha catturato numerose immagini.
Invece di pubblicarle sui social ne ha invece ricavato un portfolio e una proiezione a completamento e integrazione del lavoro.
Massimo è stato chiaro nella presentazione, un progetto ben fatto va preparato prima del viaggio per avere ben chiaro in mente quali immagini sono necessarie allo sviluppo della storia.
Però come è ben noto è molto difficile dedicarsi alla fotografia in viaggi turistici generici dove i tempi sono contingentati e non ci si può dedicare totalmente a scattare.
Bisogna quindi fare buon viso a cattivo gioco ed arrangiarsi fotografando il possibile nelle occasioni consentite.

Pur realizzato a posteriori Viaggio in Uzbekistan è stato ben descritto, le fotografie piacevoli e ben eseguite nello stile documentaristico e contrastato proprio di Massimo ci hanno portato con lui sulla via della seta.
Il tema che ha legato tutte le foto è ben descritto nell'introduzione che trovate in testa al post.
L'organizzazione esistente dietro questi tour è fatto per stupire il viaggiatore, i luoghi sono addomesticati, le persone lavorano per in cliente/turista.
Quest'ultimo usufruisce di un prodotto confezionato ma deve essere ben consapevole che la vita della popolazione locale al di fuori della bolla turistica è senz'altro diversa.

Non c'è bisogno di andare in luoghi esotici per accorgersi di tutto ciò, anche in Italia a Venezia come a Firenze o Roma funziona allo stesso modo, al cliente/turista viene venduto un pacchetto fatto di storia, monumenti, cibo, usi e costumi che lo lascia soddisfatto e le cui immagini riempiono i social network.
Va bene così ma come ha affermato Massimo è bene esserne consapevoli.

​Corrado Pini
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