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Le 100 facce della musica italiana

28/2/2017

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Musica e immagini, accoppiata vincente.
Agli albori della cinematografia, quando il sonoro ancora non esisteva, le proiezioni più importanti erano accompagnate da un pianista che eseguiva dal vivo l'accompagnamento alle immagini.

Senza scomodare la settima arte e tornando ai nostri giorni, pensiamo ai dischi in vinile che lasciavano spazio in copertina per immagini e fotografie; quanti grandi autori ne hanno usufruito.
Ricordiamo i video musicali realizzati apposta per le hit negli anni '80 e '90 e pensiamo anche a quando utilizziamo un motivetto pop per sonorizzare le nostre fotografie delle vacanze.
Foto
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Certa musica come il Jazz si presta alla fotografia in bianco e nero quasi naturalmente.
Oppure ricordiamo i concerti rock, coloratissimi e con fumogeni acchiappaclic.

La mostra che abbiamo visitato a Parma nel Palazzo del Governatore invece è qualcosa di diverso, non si tratta della fotografia al seguito della musica quanto piuttosto di musicisti, cantanti, addetti ai lavori che si sono messi davanti all'obbiettivo di Giovanni Gastel per essere ritratti.
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Gastel è una delle principali firme italiane nel mondo della fotografia di moda, ha in portfolio copertine e servizi sulle riviste più importanti di quel settore.
Questa volta invece che bellissime modelle grazie alla collaborazione con Rolling Stone si è trovato lo studio invaso da musicisti e di ognuno ha cercato di catturare non il personaggio ma la persona.
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Ne esce un ritratto della musica italiana certamente non completo e non definitivo ma interessante per la commistione di personaggi di oggi e di ieri, celebri o aspiranti tali, appartententi a generi musicali totalmente antitetici.
Eppure l'insieme funziona grazie alla visione unificatrice di Gastel sul mondo della cultura pop.
“E così abbiamo riso e parlato
e fotografato in quel luogo
di sospensione del tempo
e dello spazio che è
il mio studio fotografico”

Giovanni Gastel


LE 100 FACCE DELLA MUSICA ITALIANA

Orari:  gio-ven-sab-dom ore 11:00/19:00
link:  www.parmale100facce.it

Palazzo del Governatore - Parma
4 febbraio - 19 marzo 2017
Foto

post: Corrado Pini

1 Commento

Massimo Marazzini - Western Wall, luglio 2016

18/2/2017

2 Commenti

 
Foto
locandina della serata, foto di un'opera d'arte
Muro Occidentale, Muro del Pianto, Kotel, la Parete, il luogo del pianto.
Sono nomi che indicano un luogo sacro a tre religioni monoteiste che in Medio Oriente hanno avuto origine.
Anche lo straniero, che non è del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana a causa del tuo nome, perché si sentirà parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio, tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, e fa' tutto quello per cui ti avrà invocato lo straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome... (Re 8:41-43)
Con queste parole tratte dal Libro dei Re, Salomone chiese a tutti gli uomini non soltanto agli eletti, di venire al Tempio in pace ed in preghiera.
Di quel tempio dopo tremila anni e il passaggio delle legioni romane è rimasta una sezione di muro.
Proprio di fronte a quelle pietre che dovrebbero riunire e non separare, milioni di persone sono andate durante i secoli per pregare.
Tutto bene quindi?
Sappiamo bene che non è così.
Foto
Foto
Foto
Il nostro socio Massimo Marazzini in viaggio in Terrasanta non ha perso l'occasione per dedicare qualche ora a quel particolare luogo.
Dalla massa di fotografie realizzate, Massimo ha tratto un portfolio a colori in stile di reportage.
Il colore lega più strettamente il lavoro alla realtà rendendolo più originale rispetto al classico bianco e nero.
Gli scatti scelti sono tutti realizzati di sera o di notte ed i colori sono dorati e resi omogenei dalle luci artificiali che contribuiscono a scaldare le immagini.
Ottima ed equilibrata a mio avviso la postproduzione.

Buona parte delle foto sono realizzate con un ampio venti millimetri che costringe l'autore ad avvicinarsi alle scene, grazie anche alla tolleranza delle persone ritratte, abituate ad essere bersaglio dei fotografi.

Quando si affrontano temi impegnativi o troppo ampi è facile cadere nel clichè.
Compiti improbi sono descrivere fotograficamente amore, sofferenza, solitudine, povertà.
Le religioni sono uno di questi temi difficili,

Un grande fotografo che possiamo prendere come riferimento, il franco-iraniano Abbas di Magnum ha viaggiato anni per realizzare un suo grande lavoro, "Hallah O Akbar" occupandosi solo di una religione, l'Islam  e non ha certo esaurito l'argomento.

Sarebbe impossibile per chiunque pretendere di raccontare l'Ebraismo in poche fotografie.
Massimo saggiamente ci mostra soltanto ciò di cui è stato testimone nelle poche ore che ha avuto a disposizione in quella porzione di muro accessibile ai turisti.
Foto
© Francesca Ruggieri
Foto
Ha catturato i simboli principali del nostro immaginario collettivo di uomini occidentali distaccati dalla spiritualità e legati al materialismo.
Quindi vediamo i rabbini vestiti di nero con i loro tipici cappelli e le strane acconciature, il candelabro, i libri sacri, i filatteri, i vecchi e i bambini che cantano le litanie e anche i soldati con il mitra alla mano.
Massimo non ha voluto inserire "a forza" ciò che laggiù in quelle ore non c'era, racconta giornalisticamente solo quello che ha visto.

Per esempio non ci sono donne, loro non hanno il permesso di cantare e di portare il tefillin, possono solo pregare ben separate dagli uomini.
Come in quasi tutte le religioni le donne sono importantissime e per questo non si devono sporcare e immischiare con la gestione del potere che può corrompere.
Che se ne stiano quindi protette in luogo separato stile riserva indiana...

Cio che manca è però ben presente ed importante come lo spazio negativo in una fotografia.
L'assenza a volte si fa notare come e più del soggetto dell'immagine.
Si nota un'atmosfera particolare che attraversa il porfolio, una commistione di tensione (i soldati armati) e di fede assoluta (i rabbini ortodossi), chiusa e arcaica che non vuole includere convincere o convertire.
Foto
Certamente le difficoltà di convivenza con i popoli vicini, le vicende storiche che tutti conosciamo e il clima di perenne pericolo portano al formarsi di un forte spirito di appartenenza.

Al di là dei gusti personali credo che Western Wall sia un ottimo lavoro, il meglio che si possa realizzare in quelle condizioni.
Facendo autocritica Massimo avrebbe voluto descrivere meglio il movimento, non avendo realizzato foto "deliberatamente" mosse ha cercato di renderlo con una coppia di foto, prima/dopo di un bambino in preghiera.
L'idea è risultata efficace e le due immagini sono state fra le più apprezzate anche se la più votata per la nostra galleria delle "Migliori in portfolio" è stata quella che vedete qui sopra a sinistra.
In definitiva un ottimo lavoro di Massimo, testimone attento e narratore efficace.



post: Corrado Pini

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Gabriele Pinardi - La scelta

13/2/2017

0 Commenti

 
Torna a trovarci Gabriele Pinardi, l'avevamo già applaudito la scorsa primavera quando ci portò "Oltre il tempo".
Questa volta ci presenta due audiovisivi inediti: "La scelta" e "Un giorno dopo l'altro".

In realtà il secondo è uno spin-off del primo del quale condivide lo stile e il personaggio.
Il pezzo forte è comunque "La scelta" che tocca un tema complesso e difficile quale il disturbo bipolare della mente.
Foto
Pinardi è un maestro del montaggio e della regia ma gli "effetti speciali" sono sempre al servizio del contenuto.
Colori acidi, incastri e costruzione grafica contribuiscono a colpire e a volte disorientare lo spettatore.

Al termine le reazioni sono sempre diverse, c'è chi sospende il giudizio perchè riconosce che c'è tanta differenza fra il proprio modo di vedere la fotografia e quella di Pinardi.
C'è invece chi avverte la profondità dei contenuti ma difficilmente riesce dopo la visione a decifrare tutti i simbolismi disseminati nell'audiovisivo.
Credo che ci si debba affidare più al proprio istinto che al ragionamento e rinunciare a spiegare ogni sequenza.
Foto
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Alcuni fotogrammi tratti da " La scelta"
Di simboli Pinardi fa uso a piene mani rendendo i suoi lavori surreali e di complessa lettura.
La complessità viene cercata come reazione alla semplificazione estrema e alla massificazione che in questi decenni di consumismo sfrenato tutti i media contribuiscono ad aumentare e coltivare.

Interessanti i chiarimenti dell'autore sul modo nel quale sono state realizzate alcune riprese che dimostrano la cura e l'ingegno necessario per risolvere i problemi in fase di ripresa.

"La Scelta" parteciperà ad un concorso internazionale e siamo sicuri che la giuria lo
Foto
copyright Francesca Ruggieri
prenderà in seria considerazione, l'audiovisivo possiede qualità tecnica, messaggio e contenuti relativi ad un argomento difficile ed originale.
Da parte nostra faremo il tifo per Gabriele, in bocca al lupo!


post: Corrado Pini

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