Si ispira ai surrealisti della pittura come Salvador Dalì, differenziandosi con un surrealismo di tipo concettuale. Letto il profilo di Gabriele Pinardi ogni dubbio è fugato, stiamo parlando di un autore di livello, dalle ottime capacità tecniche nella realizzazione, nell'elaborazione delle fotografie e nella regia. Il racconto è noto, si tratta del dramma Romeo e Giulietta, una delle più famose opere di Shakespeare. L'nterpretazione di Gabriele Pinardi è, possiamo ben dirlo, fuori dagli schemi, ed è bene che sia così altrimenti il confronto seppur indiretto col grande Bardo inglese sarebbe stato impari. "Oltre il tempo" è un opera surreale, ricca di simbolismi e metafore. E' già difficile riuscire a leggere per bene un portfolio in pochi minuti, non bastano certo un paio di proiezioni per riuscire a comprendere tutte le sfaccettature di questo audiovisivo molto complesso. Il finale lascia intendere come l'amore possa trascendere i secoli e perciò Romeo e Giulietta potranno ritrovarsi prima o poi in qualche forma. Pinardi termina l'audiovisivo mostrando due robot, forse il futuro ci porterà l'intelligenza artificiale e l'amore al di là dell'uomo? Se pensiamo che la mente sia in fondo solo una particolare ed estremamente complessa disposizione della materia organizzata, puo' darsi, siamo su quella strada. Ma attenzione, al termine viene citata la chiusa del Paradiso: "l'Amor che move il sole e l'altre stelle." Per Dante non si tratta dell'amore (umano, carnale, spirituale o... robotico), ma di Dio stesso. Il personalissimo stile di Pinardi prevede l'utilizzo di fotografie che fanno da scenario sulle quali si inseriscono altre immagini o parte di esse e in questo caso anche il sonoro ha grande importanza. Tanto che nella discussione che ha fatto seguito alla proiezione qualcuno ha notato che forse le parti del "parlato" possono anche mettere in secondo piano la parte fotografica che verrebbe relegata ad illustrazione. Con le opere di Pinardi non ci sono mezze misure, piacciono oppure no, comunque è indubbio il gran lavoro e la passione che riesce a infonderci dentro e questo è ben visibile e chiaro. post di Corrado Pini
2 Commenti
Si è tenuto sabato 21 maggio il primo di una serie di incontri con fotografi, curatori, architetti, scrittori, storici che si confronteranno sul tema "Dialoghi sul paesaggio". La manifestazione che fa da contenitore è "Esplorazioni dell'archivio. Fotografie della via Emilia" collegata a Fotografia Europea, allestita all'interno della splendida Certosa di Paradigna o Valserena, sede di CSAC a Parma. Sabato scorso è stato Giovanni Chiaramonte, importante figura nel mondo della fotografia ad inaugurare gli incontri raccontando la nascita della sua visione, influenzata dall'amicizia con Luigi Ghirri e Arturo Carlo Quintavalle. Tanto c'era in comune tra Chiaramonte, siciliano ben presto salito al nord e l'emiliano Ghirri. Numerosi sono gli episodi raccontati mentre venivano proiettate alcuni lavori, in particolare quelli relativi al terremoto subito dalla terra emiliana qualche anno fa.
Tra i prossimi appuntamenti mi sembra particolarmente allettante quello con Mario Cresci il 18 giugno prossimo; qui sotto tutti gli incontri. ● 21 maggio. Lectio magistralis di Giovanni Chiaramonte, fotografo da sempre legato a CSAC. ● 28 maggio. La storica della fotografia Raffaella Perna dialogherà con il curatore CSAC Paolo Barbaro. ● 18 giugno. Il fotografo Mario Cresci con il geografo Davide Papotti. ● 10 settembre. Lo studioso di letterature comparate Giulio Iacoli e lo scrittore Vittorio Ferorelli. ● 17 settembre. Il neuroscienziato Vittorio Gallese e Michele Cometa docente di Visual Studies. ● 24 settembre. Conversazione tra l’architetto Carlo Quintelli e l’artista Franco Guerzoni. ● 1 ottobre. Conclusione con le curatrici e storiche della fotografia Roberta Valtorta e Cristina Casero. Riferimento web: http://www.csacparma.it/esplorazioni-dellarchivio-fotografie-della-via-emilia/ post di Corrado Pini Dal pieghevole di presentazione dell'esposizione, che partecipa al circuito OFF di Fotografia Europea 2016: La via come percorso, la via utiizzata con ogni mezzo da sempre: dal primo sentiero alle moderne autostrade e nel futuro... l'ultima impronta. Nonostante un vero e proprio diluvio sono riuscito ad arrivare per tempo all'inaugurazione di questo interessante portfolio nel quale si alterna colore e bianco e nero tra immagini delle vie, sentieri o autostrade e ciò che resta (carcasse e pezzi meccanici usurati) dei mezzi che nei secoli le hanno solcate. Effetti Collaterali di Riccardo Nencini Presso Mainini Arredamenti, via N.Sauro 65- Barco di Bibbiano (RE) 6 maggio - 30 luglio per FOTOGRAFIA EUROPEA 2016 |
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Febbraio 2019
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