In epoca preistorica gli uomini impararono ad usare i cereali selvatici macinando i chicchi sulla pietra e mescolando la farina grezza con acqua. Quella prima pasta liquida cruda veniva semplicemente bevuta. Gli Egizi scoprirono la fermentazione aggiungendo birra all'impasto ed inventando forni sempre migliori. Più recentemente (ma pur sempre tremila anni fa) gli antichi greci già producevano pane e focacce aggiungendo latte oppure olio. Furono anche i primi a panificare di notte in modo da avere pronto e fragrante il pane al mattino, inventarono insomma l'affascinante mestiere del fornaio come lo concepiamo ancora oggi. Qui si inserisce il lavoro di Rodolfo Cervi che documenta la filiera che porta dal campo alla micca calda e fragrante. Si tratta di 18 fotografie a colori con caldi toni uniformi e, come ci ha abituato Rodolfo, tutte di livello omogeneo. Le riprese notturne in un piccolo forno non sono state semplici ma l'autore è riuscito ad eliminare numerosi elementi di disturbo stringendo, sfocando e utilizzando al meglio la piatta luce presente, buona per lavorare, meno per fotografare. La documentazione della filiera è completa, l'occhio dell'autore esce nelle singole immagini quando deve interpretare e risolvere i problemi, confermando che l'abilità del fotografo si rivela meglio nelle difficoltà. La prima parte del racconto si svolge all'esterno nei campi di grano, poi si passa all'interno notte nel panificio, collegando le due situazioni con una discussa fotografia che mostra chicchi su sfondo scuro. Il forno dove Rodolfo ha scattato le fotografie è ancora uno di quelli alla maniera "antica", piccolo, con pochi macchinari e tanto lavoro manuale. Tra gli operai ci sono anche immigrati e l'autore alternando immagini con mani che lavorano nere e bianche ha inserito una seconda chiave di lettura che riguarda l'integrazione. D'altra parte il pane in qualsiasi sua forma, e sono centinaia, è prodotto in ogni parte del mondo ed è alimento che accomuna tutti i popoli del pianeta. Per Rodolfo il tema dell'integrazione e dell'accoglienza è importante e ce lo spiega in un suo testo che illustra le motivazioni che lo hanno portato a realizzare il portfolio. Potete rileggerlo qui sotto: L'idea di eseguire il progetto "Capolinea" utilizzando il pane come soggetto mi è venuta l'estate scorsa così ho iniziato a fotografare per il progetto quindi non prima le foto poi il progetto ma viceversa. Concludo con un ricordo che le fotografie di questo portfolio mi hanno fatto riemergere.
Da ragazzo in montagna la nonna al mattino ci faceva trovare le focacce calde prodotte dal forno del paese. E magari più tardi per merenda un pezzo di quella (insuperata) con le cipolle ci stava benone. Profumi e sapori che rimangono ormai solo nella memoria ma che la fotografia riesce a risvegliare. E' il suo superpotere. Per vedere l'intero portfolio potete seguire questo link: CAPOLINEA PANE post di Corrado Pini I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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