Domenica nove aprile il gruppo amici di Parmafotografica ha diretto il navigatore verso San Felice sul Panaro dove nel pomeriggio si è svolto Magico '900 - il tramonto della aie. Al di la del titolo tra Harry Potter e Amarcord, l'evento ha voluto ricordare ai più maturi e far scoprire ai giovani il mondo contadino e rurale che è stato la realtà dei popoli per millenni e dentro il quale molti di noi affondano le radici. Attori in costume hanno ricreato situazioni tipiche di cento anni fa, suggestive e nostalgiche ma che ci devono far ragionare non solo sull'aspetto bucolico ma anche e soprattutto sulla fatica quotidiana, le sveglie prima dell'alba, le vite passate sui campi dai nostri nonni. La manifestazione ha attirato centinaia di fotografi, d'altra parte è stata organizzata a loro uso e consumo. Dopo la presentazione dei figuranti/attori nello spazio di fronte al castello sono state recitate scene a tema negli angoli più caratteristici di San Felice sul Panaro. Immaginate una contadinella circondata da alcune decine di superzoom in cerca dell'inquadratura giusta, ed i fotografi che sgomitano per trovare la posizione ideale. Attenzione a non passare attraverso la linea di mira, potreste rimediare qualche occhiataccia! Il caos è tale che ben difficilmente si può ricavare qualche scatto buono ma se si prende il gioco con il giusto spirito ci si può anche divertire. Oppure si può fare un lavoro diverso e laterale, esempio si possono cercare i segni del recente terremoto e purtroppo si troveranno molto velocemente. Con gli scatti migliori si può partecipare al 15° concorso fotografico compilando e inviando questa scheda. In bocca al lupo, la concorrenza sarà massiccia. fotografie: Francesca Ruggieri, Giovanna Ziveri, Rossana Avanzini, Dario Grimaldi, Corrado PIni post Corrado Pini
L'idea originale gli venne durante una delle nostra maratone fotografiche segno che anche giocando con la fotografia si possono trovare spunti per progetti importanti. Frequentando Oltretorrente con continuità, racconta, si notano meglio le cose, si notano le fratture della vita quotidiana e sono quelle che mi piace fotografare. Mentre prima il suo metodo di lavoro era giocoforza "orizzontale" cioè doveva affrontare le notizie che si succedevano, ora che ha terminato la collaborazione con Repubblica.it si può permettere di affrontare un argomento in modo "verticale" per dare più spessore ai suoi reportage. Momento importante della serata è stata la presentazione del libro "Latalequale. Fotografie per bene" il nuovo lavoro fotografico di Antonio Mascolo. Il libro comprende scatti fatti in tutto il mondo e viene quattro anni dopo "Silenzi", la sua prima raccolta. Il ricavato delle vendite sarà anche in questo caso completamente donato al Caritas Baby Hospital di Betlemme, istituto che Antonio sta sostenendo da anni con grande impegno e merito. Termino con tre "chicche" che Antonio Mascolo ci ha regalato durante la serata sulle quali ragionare. La storia deve essere al centro di tutto. C'è differenza fra una foto grande e una grande foto. I fotografi bravi non sono tanti perchè sono quelli che hanno cultura. post: Corrado Pini Pare strano ma i silenzi fanno parte della musica. Che sia aria popolare oppure classica colta e complessa, la pausa ne è parte integrante e necessaria. E poi c'è quel momento di silenzio e sospensione quando il direttore d'orchestra alza la bacchetta prima dell'inizio del concerto ... Mi è quindi sembrato quasi un bel gioco del destino che la mostra collettiva "Silenzi" sia diventata ospite del Caffè del Prato in Piazzale San Francesco, 1 a Parma, a fianco della prestigiosa Casa della Musica. A nome degli autori della collettiva ringrazio Parmafotografica nella persona del suo presidente Giovanna Ziveri per aver trovato una sede così perfettamente su misura nello spirito e negli spazi espositivi e naturalmente il Caffè del Prato per l'accoglienza e la collaborazione che crediamo proseguirà anche in futuro. L'esposizione sarà visitabile sino al termine di aprile, date un'occhiata mentre vi godete un caffè. post: Corrado Pini Di solito quando si organizza un nuovo evento si parte al rallentatore e poi si accelera progressivamente. Bisogna capire se le idee funzionano, se la gente apprezza, e se il momento è quello adatto alla proposta che viene offerta. A Brescia la pensano diversamente. Il primo festival fotografico della città della leonessa parte col botto, tante esposizioni di grande valore ed appeal ed altrettante iniziative legate in qualche modo alla fotografia, tutte elencate nel sito "Festival in città". Qui sotto invece le mostre nelle sedi ufficiali.
Come vedete si tratta di una maratona che sarebbe bene dividere in almeno due giornate, ma chi viene da altre città è costretto a vedere quanto più possibile in un giorno, ma è impresa ardua. Il nostro piccolo gruppo è arrivato a Brescia a metà mattina, dopo un caffè e il trasferimento in metropolitana ci siamo ritrovati in pieno centro, in piazza Vittoria. Di lì, rapidamente abbiamo attraversato piazza della Loggia e piazza del Duomo (in realtà è piazza Paolo VI) per imboccare via dei Musei e raggiungere Santa Giulia, il principale museo cittadino. Fortunatamente non c'era coda e siamo entrati immediatamente a visitare la nuova esposizione di Mc Curry al debutto mondiale: "Leggere". Mc Curry lo conosciamo tutti, il suo stile ha fatto scuola e le sue immagini sono indubbiamente accattivanti, con colori saturi e personaggi esotici. Il tema è la lettura, le fotografie sono stampate direttamente su pannelli di generose dimensioni accuratamente illuminate ed esposte con un allestimento che richiama pagine di libri sulle quali sono stampati brani di celebri scrittori. Se si trattasse di cinema parleremmo di un kollossal hollywoodiano non certo di una pellicola d'essai, ma comunque tutto è ben curato e funziona ottimamente. In una sala dedicata troviamo una proiezione con intervista all'autore e le fotografie più famose che sono state pubblicate in copertina nelle principali riviste. Non manca la celeberrima ragazza afgana. Nelle sale a fianco troviamo le due mostre dedicate a Magnum per il suo compleanno, in ideale collaborazione con Torino e Cremona che festeggiano con analoghe iniziative i settanta anni della mitica agenzia. In una (Magnum first) viene riproposta la prima mostra ufficiale di Magnum e l'allestimento vintage con passepartout colorati e decentrati ha il fascino particolare col profumo della storia della fotografia. L'altra (Magnum, la première fois) tratta delle prime foto di ogni autore che hanno avuto successo. Rivediamo i grandi fotografi Magnum e anche qualcuno meno conosciuto ma interessante. Usciamo con gli occhi pieni di splendide immagini e già sarebbe abbastanza così per una giornata. Invece, affamati, troviamo un locale a fianco del museo, piccolo ma carino con una vivace tappezzeria rossa che lega perfettamente con le immagini di Mc Curry. Ottimi i casoncelli, tipico piatto bresciano, perfetti per ricaricare le pile. Lasciato a malincuore il ristorantino, ci incamminiamo verso Mo.Ca. Facciamo qualche breve deviazione per scattare alcune foto per le vie del centro ma il tempo è poco e raggiungiamo l'ex tribunale che è divenuta sede di Mo.Ca.
negli stati governati dai regimi comunisti oltre la cortina di ferro nei decenni scorsi. Vediamo reportage sulla Cina e sull'URSS. Ci rimane il dubbio se l'autore fosse veramente libero di riprendere la vita reale del popolo o soltanto le situazioni ufficiali, certamente la censura ha svolto il suo compito con accuratezza. Al piano superiore troviamo numerose fotografie di Uliano Lucas. Stile modernissimo, grande qualità nella composizione, riprende temi di attualità contemporanea e li affronta con decisione, siamo di fronte ad un autore tra i più importanti del panorama italiano. Immigrazione, lotta sociale, vita nel carcere e negli ospedali psichiatrici fino alle guerre nella ex Jugoslavia sono alcuni dei temi toccati da Lucas. Nel trasferirci da in piano all'altro, persi fra saloni traboccanti di foto abbiamo attraversato un ampio corridoio pieno di persone occupate ad appendere le loro opere fotografiche in spazi preallestiti. Si tratta di un'iniziativa collegata a People grazie alla quale viene offerta la possibilità di esporre le proprie foto all'interno della cornice ufficiale del Mo.Ca. Basta iscriversi e gratuitamente si potra usufruire di questa bella possibilità facendo a turno con altri ogni tre settimane. L'iniziativa è "give-photography-a-chance" e naturalmente ci siamo iscritti alla mailing list per il prossimo anno. Altra bella idea è "cyanopeople", opera fotografica collettiva, 400 ritratti su sfondo bianco e nero assemblati in mosaico e poi riuniti un un unico negativo che verrà stampato con la tecnica cyanotype su un telo fotosensibile di 3x6 metri. La performance si terrà con l'aiuto del sole il 29 aprile in piazza Loggia e anche in questo caso, i nostri ritratti ci saranno! Termino questo lungo post e come avrete capito molto ho dimenticato o solo sfiorato. Credo che Brescia Photo Festival possa diventare un appuntamento annuale fisso al quale difficilmente di potrà rinunciare. E' bello vedere che sempre di più la fotografia sta diventando importante e sempre di più attira le persone in cerca di stumenti necessari a capire meglio il mondo della comunicazione contemporanea caratterizzato dalle immagini fisse ed in movimento, ma in preda al caos. Rientrati a Parma in serata, possiamo ricordare la giornata passata insieme come un'altro bel momento dove divertendoci siamo riusciti a studiare meglio autori famosi, a scoprirne di nuovi ed a trovare iniziative interessanti alle quali partecipare. Senza dimenticare Brescia, modella bella e vivace in una giornata di inizio aprile. Si è concessa ai fotografi frettolosi quel tanto che basta a lasciarci il desiderio di tornare per dedicare una giornata tutta per lei. il sito ufficiale: http://bresciaphotofestival.it/ post: Corrado PIni fotografie: Francesca Ruggieri, Rossana Avanzini, Dario Grimaldi, Corrado PIni Il tema guida della prossima edizione di Colorno Photo Life sarà "Capolinea". I circoli fotografici che parteciperanno al Festival sono stati invitati a proporre idee e bozze di lavoro sul tema, come preparazione e introduzione alla manifestazione. Marco Finelli fondatore di Collettivo 70 ha risposto con un paio di interessanti lavori e ce li propone nel classico giovedì a Parmafotografica. Il primo è "Riviera" composto da fotografie scattate a stabilimenti balneari chiusi per la sosta invernale. L'autore ha preferito la prospettiva centrale e l'utilizzo del grandangolo e del colore. Nella prima parte il sole nascosto e la conseguente luce diffusa rende i cieli lattiginosi e i colori tenui. Un volta che il sole è tornato a splendere i contrasti, i colori e le ombre si sono fatti più decisi a rappresentare l'inizio di una nuova stagione dopo la pausa e la fine di quella precedente. fotogrammi tratti da "La benedizione del grande fiume" "XO". Reportage che racconta di ciò che rimane di una vecchia grande discoteca. Marco ci porta all'interno e ci fa rivivere le atmosfere di queste sale ormai in disfacimento con un po' di nostalgia per chi ha frequentato quel tipo di locali in gioventù. Ci mostra il capolinea di un modo di divertirsi proprio delle generazioni di giovani negli anni '80 e '90. La musica d'accompagnamento, tipica disco-music di quel periodo contrasta con le immagini a mio avviso piacevolmente. Lasciato l'argomento "Capolinea", il lavoro principale della serata è "Oceano Padano", titolo preso dal libro di Mirko Volpi. Si tratta di una parte di un progetto più ampio che tratterà della pianura padana. Questo filone ci parla dell'architettura e del paesaggio nel mare d'erba e di grano della grande piana. Finelli racconta e la sua testimonianza è filtrata dal ricordo personale. E' sempre meglio parlare e fotografare di ciò che si conosce bene e la pianura appartiene a Marco. L'utilizzo di un bianco e nero ben contrastato e pulito e della composizione equilibrata e precisa rendono le immagini senza tempo. Nel libro che ci ha mostrato viene proposta invece una versione notevolmente diversa; stampa con molta grana e tagli allungati che mi hanno ricordato i lavori con fotocamera panoramica dell'ultimo Koudelka. screenshot dal sito personale di Marco Finelli, gallery "Ingombrante nostalgia di un epoca - XO Disco" "La benedizione del grande fiume". Reportage sulla cerimonia religiosa che da qualche anno ripropone le situazioni della celebre serie cinematografica di Don Camillo e Peppone. Questo lavoro possiamo considerarlo un vero e proprio audiovisivo. Finelli riprende col suo 35 mm la processione e la benedizione ma non manca di documentare anche ciò che avviene a contorno, personaggi, luoghi, scene del mondo piccolo e antico che ancora sopravvive nella bassa a fianco del Po. Come ci ha raccontato Marco, negli ultimi mesi ha trovano nel 35 mm il tipo di obbiettivo che meglio si adatta al suo modo di vedere attuale. Le inquadrature si sono fatte più ragionate e meno istintive, segno di un percorso che deve essere proprio di ogni fotografo amatore o professionista che sia. Nel cambiamento c'è evoluzione e opportunità ma solo il tempo potrà dire dove ci ha portato anche se come si dice spesso, l'importante è il viaggio. Il sito di Marco Finelli: http://www.mfsnap.it/ post Corrado Pini SCAPPARE LA GUERRA - fotografie di Luigi Ottani Città mondo. Primavera senza razzismo 2017 Reportage del confine greco-macedone di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani Presso Chiostro della Ghiara a Reggio Emilia L'esposizione è terminata domenica 2 aprile 2017 Entrando nel Chiostro della Ghiara in cerca delle fotografie di Luigi Ottani ci si aspettava una disposizione classica, immagini appese in qualche salone più o meno illuminato. Invece questa volta ci siamo trovati di fronte ad un accampamento di tende in mezzo al cortile. le immagini, in bianco e nero o meglio dire monocromatiche, erano direttamente stampate nella tela delle tende che funziona da tetto. Anche il terreno che non possiamo dire sia un prato all'inglese contribuiva a dare l'impressione di una tendopoli reale, così come le pieghe della tela ed i residui che si sono accumulati sull'installazione dopo settimane all'aperto. Le fotografie sono intense, evocative, volti e luoghi ci portano a situazioni dove la gente si riunisce per fuggire alla guerra e per ripartire. L'atmosfera è sospesa e di attesa, tutto può succedere. Non c'è però tristezza, negli occhi delle persone si vede speranza, voglia di fuggire e di cercare altre opportunità. In questa esposizione l'allestimento conta, ancor più del solito, ad aumentare la percezione del visitatore e serve all'autore a comunicare con efficacia quanto ha visto: un popolo che migra in cerca di vita migliore, una vicenda che si ripete da decine di migliaia di anni e che qualsiasi cosa si pensi, ben difficilmente si potrà evitare. il sito di Luigi Ottani: http://luigiottani.tumblr.com/ Qui troverete documentazione delle altre tappe dell'esposizione. post di Corrado Pini |
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Aprile 2024
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