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Giovedì con l'autore: Marco Agoletti

26/5/2017

 
Serata decisamente fuori dall'ordinario quella di giovedì a Parmafotografica, tanto che è difficile riassumere nelle poche righe di un post tutti gli argomenti che sono stati toccati.
Inquadriamo l'autore.
Marco Agoletti, reggiano inizia a fotografare rispondendo ad una necessità pratica.
Nasce la figlia e desidera documentare e riprendere la sua crescita con le fotografie.
Si rende conto dopo aver rapidamente appreso la tecnica della fotocamera che per riuscire ad ottenere delle buone foto ci vuole molto altro.
Conosce e comincia a collaborare con Olivo Barbieri e con lui partecipa al grande progetto di Luigi Ghirri "Viaggio in Italia".
Successivamente diventa professionista e si impadronisce delle tecniche di sviluppo e fotoritocco digitale necessarie al suo tipo di lavoro (pubblicità, moda, still life).
Foto
Foto
Marco Agoletti (dal sito Creativheart) e una delle sue immagini.
Profondamente influenzato dall'ambiente culturale in cui si muoveva la compagnia di Ghirri, sviluppa un tipo di espressione fotografica che si allontana dai canoni classici e rigidi propri di molti circoli fotografici.
Il suo stile diventa pieno di simboli, surreale, iper-reale, orientato al progetto.
Non fotografa quello che vede ma quello che sente.


Quella di Agoletti è fotografia?
Certamente G.B.Gardin non porrebbe sul retro di una stampa di Agoletti il suo timbro "Vera fotografia, non corretta, modificata o inventata al computer"!
Il decano della fotografia italiana si pone filosoficamente al polo opposto rispetto alla posizione di Agoletti per il quale lo scatto è materia grezza, l'ambiente sul quale intervenire aggiungendo, modificando, aggiustando fino ad ottenere l'immagine come è stata progettata.

Si è parlato della fotografia che "mente", portando esempi di celebri foto discusse come il miliziano di Capa, il bacio di Doisneau.
Il caso del carro armato di Praga, che cambiando la didascalia sembrava invadere oppure accorrere a difendere la città mi sembra esplicativo, non è la fotografia a mentire ma chi ne fa uso con parzialità attraverso le parole o  modificando una sequenza.
Foto
foto di Francesca Ruggieri
"La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare". (Lewis Hine citato da Michele Smargiassi nel libro "Un'autentica bugia").
Qui si potrebbe aprire un lungo discorso su cosa e fino a quanto ci si può spingere per rendere la foto un po' più accattivante.

La cosa importante, come è emerso durante la serata, è l'etica del fotografo che si riduce banalmente nella sincerità, nella coerenza e nel rispetto verso gli altri che fruiscono delle foto.
Il dibattito si è acceso commentando una dichiarazione dell'autore: senza di me la mia fotografia cesserà di esistere.
Agoletti conosce, dato che costruisce le sue immagini, il significato di tutto ciò che è presente nell'inquadratura perchè parla di sè stesso e della propria vita.
Ad esempio il lavoro "Il terzo aspetto" riprende questioni del suo passato che sono rimaste irrisolte, alla luce dell'esperienza e negli anni della terza età.
Un'altra persona ben difficilmente potrà avvicinarsi alla lettura corretta dell'immagine, si potrà avvertire, questo si, un senso generico, la direzione  che l'autore ha voluto dare.

Però io credo che le fotografie (o le immagini) abbiano vita propria.
Nel momento in cui si pubblicano, prendono il volo e acquisiscono significati anche molto diversi da quelli che l'autore aveva progettato per loro.
In passato ho già utilizzato l'esempio della celebre fotografia del bambino catturato dai nazisti nel ghetto ebreo, foto diventata un'icona simbolo dell'olocausto.
Fu scattata da un soldato per testimoniare l'efficenza delle SS nei rastrellamenti.
La lettura ormai universalmente riconosciuta è diventata predominante ed è esattamente contraria a quella nelle intenzioni dell'autore.
Non per questo ha minore valore, anzi ne acquista nuovo e di più.
Le foto sono (esagerando il concetto) come figli, crescendo vivranno una vita probabilmente molto diversa da quella che avevamo immaginato per loro, magari migliore.

Insomma avete capito che si è parlato di Fotografia e non di fotografie tanto che sono state soltanto due le immagini di Agoletti che abbiamo visto e della seconda ("Le cose sospese") non abbiamo discusso più di tanto per mancanza di tempo.
La serata è volata e altro tempo sarebbe stato necessario perchè le opinioni su tanti argomenti sono state contrastanti e diverse.

Bisogna essere sempre pronti a mettere in discussione le proprie convinzioni e serate come questa con autori che, come dice Agoletti "mettono in difficoltà" e costringono a confrontarsi possono farci soltanto bene.
Una ogni tanto, perchè vanno assimilate con calma!




riferimento web: http://www.creativheart.it/teams/marco-agoletti/


post: Corrado Pini

"Art e..."  con Raffaele Di Pasquale

19/5/2017

 
Nel classico giovedì di incontro con l'autore, il nostro socio Raffaele Di Pasquale propone "Art e...".
Si tratta di sedici immagini prese in luoghi di esposizione nelle quali è sempre presente l'opera e l'uomo in qualità di visitatore e osservatore.
Raffaele riprende e sviluppa lo stile di  lavorazione delle fotografie che aveva già utilizzato in "Monte Sole, per non dimenticare".

In questo ultimo lavoro sono le persone che perdono materia diventando quasi trasparenti, rarefatte rispetto alle opere che invece mantengono maggiore consistenza.
Belli gli scatti, ben composti, ben sviluppati e omogenei fra loro.
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a destra la foto giudicata dall'assemblea la migliore del portfolio.
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Durante il dibattito è stata intuita l'idea di fondo che ispira il lavoro: l'opera d'arte rimane, non eterna ma persistente, i visitatori, le persone che invece fruiscono delle opere invece cambiano, passano per un breve momento.
Raffaele ha voluto rappresentare quell'idea rendendo le persone evanescenti, ognuna in rappresentanza di tutti gli altri che nel tempo si sono fermati davanti al quadro o alla statua almeno per un istante.

Durante la serata è stata posta la questione del linguaggio fotografico, argomento vastissimo e altrettanto interessante.
Era forse meglio utilizzare, per esempio, il mosso per rappresentare il passaggio, il flusso di visitatori?
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Ricordate il celebre quadro di Magritte "La Trahison des images", una pipa e sotto una didascalia: questa non è una pipa.
Magritte ha dipinto copiando dal vero o attingendo dalla sua memoria e il risultato è la rappresentazione di un'idea di pipa, la sua essenza.
Il pittore mostra le caratteristiche che si trovano in tutte le pipe, la sua non è una pipa reale.

Al contrario se fotografiamo una pipa, riprendiamo sempre una singola pipa, quella particolare reale pipa che almeno per un attimo è esistita e si è trovata davanti al nostro obbiettivo.

Le persone riprese nelle fotografie di "Art e..." sono reali, ognuna ha un nome anche se non lo conosciamo, non sono concetti di "persona" ma uomini e donne veri.
E' quindi complicato descrivere la moltitudine dei visitatori di passaggio, utilizzando tecniche di sviluppo digitale pur efficaci, perchè per la fotografia è difficile rappresentare efficacemente categorie e generi.

August Sander, per esempio, negli anni venti del secolo scorso concepì di realizzare un catalogo della società tedesca attraverso una serie di fotografie, il contadino, il muratore, l'operaio, il soldato, il cuoco...
Non ci riuscì, in realtà realizzò una serie di eccellenti ritratti, però il suo muratore mostra una persona esistita non la categoria dei muratori e così il cuoco e tutti gli altri.

Bello che attraverso questo portfolio Raffaele abbia dato lo spunto per parlare anche di argomenti così importanti, appassionanti e ampiamente dibattuti nelle comunità che fanno capo alla fotografia.

Direi che la fatica a rappresentare il "genere" non è un problema ma una caratteristica della Fotografia, multiforme, ingannevole, sincera, reale, forse arte che a noi piace  perchè apre le menti.




post: Corrado Pini

Mamma che foto!

17/5/2017

 
E' un periodo di attività frenetica per Parmafotografica.
In occasione della festa della mamma, domenica 14 maggio, siamo stati invitati a collaborare con il centro commerciale Eurotorri di Parma e Top Foto.
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Il gioco era semplice, bastava fermarsi nella nostra postazione dove era stato allestito un set fotografico e farsi riprendere tutti insieme, bimbi, mamme, amici, parenti, cani e chiunque altro lo desiderasse.
In pochi minuti veniva stampata e donata una bella fotografia, un ritratto divertente e spiritoso.
Ottimo lavoro dei volontari che si sono alternati dietro ai computer e alle fotocamere e grande successo che sicuramente verrà replicato il prossimo anno.
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Gigi Montali dal Po al Mississippi

15/5/2017

 
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Convergenza evolutiva.
E' un fenomeno che vede specie diverse spinte dalla pressione ambientale evolvere e sviluppare comportamenti e parti anatomiche che li portano ad assomigliarsi pur vivendo il luoghi lontanissimi fra loro o condividendo la stessa nicchia naturale.
Pesci e  cetacei, uccelli e pipistrelli sono esempi eclatanti.

Questo preambolo un po' strano mi serve per dire che in fondo il territorio e la gente che vive lungo il nostro grande fiume Po somigliano alle popolazioni
ed ai luoghi che si trovano lungo il Mississippi.
Certo ci sono anche tante differenze ed è per questo che si viaggia, per conoscere altri e altri luoghi ma in fondo amiamo e ci ritroviamo in ciò che conosciamo.
Leggiamo dalla terza di copertina del libro "Tracce di Blues":
Due anni fa Gigi ha impresso nella vista e nel cuore il nostro Grande Fiume dal grembo del Monviso all'abbraccio del Mare Adriatico dipingendo un'affresco in cui l'anima del Po è compiuta.
Oggi l'uomo del Po, che sente l'acqua come un rabdomante con il suo ramo biforcuto, ha voluto vivere l'emozione più grande... il Mississippi-Missouri... dieci volte più grande e più lungo del nostro grande fiume.
...
Il Mississippi, le persone che sulle sue sponde vivono hanno una intensa e mai sopita voglia di raccontare storie, di plasmare e riplasmare all'infinito vite e destini... e Gigi le ha raccolte in una sensazione indecifrabile che da uomo nato sul  Po ha già dentro di sé... un potente senso del luogo, un che di profondamente radicato in chi ha conosciuto il respiro ed il ritmo della acque del grande fiume...

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Oltre al libro, fresco di pubblicazione Gigi Montali ha in programma anche la realizzazione di un audiovisivo.
I tempi di costruzione si sono dilatati rispetto al previsto e probabilmente sarà presentato nella sua versione definitiva in autunno durante il prossimo Colorno Photo Life.
Intanto però ci ha mostrato quelle che potremmo chiamare bozze di lavoro, spezzoni che riguardano Atlanta, i luoghi del sud (Clarksdale) e la gente.

Apprezzata l'idea di presentare le immagini mentre sullo sfondo c'è il filmato della grande strada la Highway 61 che scorre sotto le ruote dell'auto.
Durante la serata ognuno è potuto intervenire portanto idee e suggerimenti e speriamo che  qualche spunto possa essere utile per la versione finale.
Molto interessante anche il primo audiovisivo presentato all'inizio della serata.
Il lavoro tratta di una fabbrica di bottoni della nostra provincia, officina chiusa o meglio "sospesa" per vari decenni.
Oggi un erede dei fondatori sta cercando di recuperarla almeno parzialmente preparando delle serie di bottoni per alta moda; un nuovo inizio, un tentativo, un seme che potrebbe germogliare.
Bella la testimonianza di uno degli intervenuti alla serata che tanti anni fa ha svolto lo stesso lavoro con strumenti  simili a quelli presentati.
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Si è sentito riportato a quel periodo della gioventù quando torniva ogni singolo bottone rendendolo in fin dei conti un'opera unica.

In tutti i lavori la materia prima ovvero le fotografie sono ottimamente composte e di grande qualità come Gigi Montali ci ha abituato.

Poi negli audiovisivi definitivi ci sarà qualcosa in più che potrebbe anche oscurare le pur belle immagini: la musica Blues, la musica dell'anima che ovunque è presente sul delta del Mississippi e che anzi, è ovunque nel mondo.
E' un rischio che a ben vedere vale la pena correre a cuor leggero.


post Corrado Pini

Celebrita' a Parma 360/2

10/5/2017

 
All'interno di un festival che si pone come target "Uno sguardo a 360° sul sistema della creatività contemporanea italiana e un focus sulla creatività"  deve avere un ruolo di preminenza la Fotografia.

Fra le proposte della seconda edizione notiamo quella
prodotta da bonannidelriocatalog:

BDC11: CELEBRITA’

BDC28 Oratorio di S.Maria della Pace
Borgo delle Colonne 28 - Parma
1 Aprile – 14 Maggio
Orari: Venerdì, Sabato e Festivi dalle 15 alle 20

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BDC28 è una chiesa sconsacrata che è divenuta quartier generale parmigiano del catalogo Bonanni Del Rio.
L'esposizione tratta di fotografie scattate ai vip, cantanti e attori negli anni 60 e 70 e il gioco è riconoscerli senza avere a disposizione le didascalie.
Abbastanza semplice per chi è diversamente giovane, più complicato per i ragazzi.

Se non ci si riesce si può fare riferimento alla mappa vicino all'entrata.
Questa mostra, come diffuso dai principali media locali, è stata visitata anche da Patty Smith che  ha anche una propria esposizione al Palazzo del Governatore "Patti Smith - Higher Learning" .
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Merita la visita, belle foto, bel posto, bell'allestimento.



post Parmafotografica

Incontro con Paolo Mangoni e Cristian Favagrossa

5/5/2017

 
Ospiti della serata due giovani fotografi, soci del Fotocine Casalasco BFI.
Ecco come si presentano e cosa ci hanno proposto nel classico giovedì dedicato all'incontro con l'autore.
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Paolo Mangoni
Sono nato a Casalmaggiore (CR) nel 1982 e la mia attività fotoamatoriale è iniziata all’età di 25 anni, al termine degli studi universitari.
Ho studiato biologia a Parma per poi specializzarmi in microbiologia e virologia a Pavia; attualmente lavoro come biologo presso il laboratorio analisi dell'ospedale casalasco.
Sono socio FIAF dal 2008 iscritto al G.F. Color’s Light BFI, che occasionalmente frequento, e sono socio-consigliere del Circolo Fotocine Casalasco BFI.


Sinti, un popolo in cammino
Macro, una serie di immagini sulla macrofotografia.


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Cristian Favagrossa

Nato a Casalmaggiore(CR) nel 1983, nel 2012 mi sono avvicinato al mondo della fotografia frequentando il corso base presso il circolo Parmafotografica, sempre presso il quale, l'anno successivo, ho seguito il corso di fotografia avanzato.
Nel 2014 mi sono iscritto al Circolo Fotocine Casalasco BFI, partecipando attivamente alle iniziative quali incontri didattici e mostre locali.


Tenerife: tra oceano e vulcano
Una raccolta di fotografie scattate durante un viaggio, immagini che raccontano la forza dell'oceano e la maestosità del vulcano Teide che si incontrano creando un mix di colori. Sulle roccie nere i segni di eruzioni passate documentano la storia di quest'isola.
Gli uomini e il mare
Un breve racconto, una narrazione che profuma di salsedine, che narra di persone che vivono e che lavorano a contatto con il mare, entrando tal volta nell'intimità delle azioni quotidiane.
I volti di Parigi
Interpretazione in bianco e nero di una città ricca di luci, di volti e di geometrie.
"I volti di Parigi" va al di la della semplice concezione di volto inteso come volto umano, ma ne simboleggia i diversi aspetti(volti di una città), proponendo scatti che variano dal quartiere più romantico di Montmartre, all'architettura moderna e razionale de la Defence.


Magnum LIFE a Cremona

3/5/2017

 
Agenzia Magnum, come si diceva in un famoso carosello anni 70: "Basta la parola !".
E' un punto di riferimento, un mito che ha raccolto e continua a contare tra le sue fila il meglio nel mondo della fotografia.
LIFE è stata un gigante pari a Magnum per quanto riguarda la carta stampata fino agli anni '70.
Cremona, Brescia e Torino ospitano esposizioni che riguardano il settantesimo compleanno dell'Agenzia Magnum e dopo aver visto la mostra di Brescia all'interno del Museo Santa Giulia, abbiamo visitato anche quella di Cremona allestita nei locali del Museo del Violino.

Questa volta però abbiamo aderito alla visita guidata che si svolge in tutti i fine settimana ed è stata un'ottima idea.

La marcia in più data dalla competenza e dal saper ben raccontare di Tommaso la nostra guida di CRART (Cremona Arte e Turismo), ha reso  l'esperienza gratificante e più completa rispetto alla visione fai da te.

Viene introdotta la nascita dell'agenzia, americana ma formata da europei fuorusciti causa la guerra (divertente l'aneddoto dei fondatori "a loro insaputa"), all'interno di un mondo che ha sete di notizie e soprattutto di immagini.
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In seguito vengono raccontati storia ed episodi di alcuni celebri autori di Magnum alle prese con diversi scenari,
in relazione con una della più importanti riviste, LIFE che è stata esempio e modello per moltissime altre, entrando in milioni di case americane.
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Grazie alle commissioni di LIFE, Werner Bischof, Bruno Barbey, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Bruce Davidson, Elliott Erwitt, Philippe Halsman, Inge Morath e Dennis Stock ci hanno raccontato la guerra in Indocina, in Viet-Nam, in Normandia, la carestia in India, lo sport, il cinema (Marylin, James Dean), i grandi personaggi
(Dalì, Cassius Clay, Hitchcock).

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Nel 1972 LIFE chiude e anche la fotografia di Magnum comincia a mutare sotto l'assalto del tubo catodico.
La mutazione non è sempre negativa, significa selezione, evoluzione ed adattamento all'ambiente.
L'ambiente negli anni settanta cambia decisamente, la televisione ormai è in tutte le case e inizia un'altra storia.




riferimenti web:

http://www.magnumlifecremona.it/

http://www.crart.it/site/


post: Corrado Pini

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    Parmafotografica

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