Eccola qui la classifica finale della quinta edizione della Oltretorrente Photo Marathon 2016. La sobria ma calda cerimonia si è svolta sabato 25 giugno nella piazzetta antistante il Centro Commerciale Eurotorri. il Presidente di Parmafotografica Giovanna Ziveri dopo aver ringraziato gli sponsor e tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita della manifestazione ha premiato i vincitori scelti dalla prestigiosa giuria composta da Antonio Mascolo, Alberto Ghizzi Panizza, Davide Grossi, Gigi Montali, Filiberto Molossi.
Primo posto per Dario Grimaldi nel concorso dedicato ai soci Parmafotografica con la sequenza Romantici, Realisti, Impressionisti. Complimenti a tutti i vincitori. Non appena saranno disponibili i file verrà aggiornato anche il sito OPM e tutti i partecipanti avranno la loro galleria personale e si potranno ammirare le fotografie vincitrici. Tenete d'occhio http://oltretorrentephotomarathon.weebly.com/ Arrivederci alla prossima edizione !
Una volta che l'appassionato di fotografia è riuscito nell'intento di maneggiare con qualche efficacia quella scatola magica che è una fotocamera, estraendo delle immagini che si avvicinano ad una bella foto, i problemi sono ben lontani da essere risolti. Già qualcuno potrebbe contestare il termine "bella" preferendo "buona" foto, bene, è solo questione di intendersi. Dicevo, una volta prodotta una grossa quantità di fotografie cosa ne dobbiamo fare? Mostrarle, pubblicarle sui social network ovviamente. Si, d'accordo, ma per quanto ci possiamo impegnare saremo solo uno fra alcune centinaia di milioni di utenti che pubblicano e grazie all'aiuto della tecnologia saranno anche immagini niente male, spesso anche migliori delle nostre. Possiamo fare di meglio, possiamo ambire a raccontare storie con le fotografie. Non si pretende di vincere il World Press Photo ma nemmeno ci basta caricare sul web tutte le foto delle vacanze senza alcuna selezione, ci vuole qualcosa di più: un portfolio, meglio con fotografie stampate.
Cosa molto importante e istruttiva, ha sempre motivato i cambiamenti che andava facendo. Le fotografie devono dare ognuna un'indicazione in più rispetto alla precedente rimanendo coerenti e non ripetitive. Di cosa ci dobbiamo occupare, cosa raccontare? Parliamo di ciò che conosciamo bene, che abbiamo vissuto direttamente, solo così potremo essere profondi e interessare i nostri lettori senza essere inutilmente complicati. Essere semplici senza essere banali, facile a dirsi molto meno a farsi. Imparate a fotografare con gli occhi, esorta Orietta Bay, anche senza fotocamera è necessario riuscire a vedere fotograficamente. Ecco perchè non esistono scorciatoie per realizzare un buon portfolio, le "facoltà" necessarie vanno acquisite con studio tempo e fatica. Il fotografo deve credere al proprio progetto, deve voler comunicare la propria esperienza perchè alla fine il portfolio (ultima definizione, promesso...) "è un complesso coerente di immagini che funziona nel produrre nel lettore la consapevolezza di aver acquisito una conoscenza". Chi riesce regolarmente ad ottenere questo risultato può essere annoverato nella categoria degli "autori". Un obbiettivo ambizioso, difficile, ma altrimenti dove sarebbe il divertimento? post Corrado Pini
L'idea ispiratrice è arrivata assistendo ad un'esposizione al MAST di Bologna sulla fotografia industriale. Si tratta di fotografie di "pezzi" lavorati, scarti ripresi via via sempre più da vicino sino a perdere identità nella fusione finale. Riconosciuta e apprezzata da tutti l'abilità di Guglielmo con la fotocamera, la discussione si è incentrata sul significato del progetto e sul linguaggio utilizzato. Molti hanno fatto fatica a riconoscere il lavoro dell'uomo all'interno di fotografie molto grafiche nelle quali l'oggetto perde la connotazione legata alla sua funzione reale. L'occhio di Pessina ha saputo trovare degli agganci nel caos di mucchi metallici destinati al riciclo, isolando nell'inquadratura segni che tendono a diventare altro: astrazione che emerge. In effetti nelle fotografie ci si vedono libri, facciate di palazzi, tetti di una metropoli vista dall'alto, tessuti, vetri. Fotografie tanto ambigue da lasciare alla fantasia dell'osservatore la possibilità di funzionare liberamente. Il lavoro dell'uomo esiste come in tutte le cose artificiali prodotte, ma perde consistenza mentre si rivela la struttura astratta del progetto. Le fotografie hanno vita propria e a volte si allontanano dai luoghi che l'autore vorrebbe che frequentassero. La serie è comunque sempre aperta e nuove immagini potranno essere inserite nel suo sviluppo. Pessina potrà così proseguire sul tema dell'anima astratta che le sue immagini hanno mostrato oppure ricondurre il progetto sulla strada del valore aggiunto del lavoro dell'uomo, lettura che l'autore preferisce. post Corrado Pini Gola Gola food and people festival ha chiuso la sua prima edizione ed è stata un successo per Parma. Decine di stand gastronomici nelle piazze più importanti della città presi d'assalto per gustare ottimo street food, all'altezza della tradizione italiana ed emiliana. Lo scrivo con un po' di orgoglio campanilistico anche se erano numerose ed altrettanto valide le proposte di piatti appartenenti ad altre culture. E poi concerti e manifestazioni gratuite ben organizzate e affollate, ghiotte occasioni per scattare della buona street photography. Uno di questi eventi era dedicato alla food photography. Due aziende leader nel loro settore hanno collaborato per allestire un mini workshop collegato a Gola Gola Festival. Manfrotto ha fornito l'attrezzatura e il suo testimonial, il fotografo professionista Giovanni Malgarini. Dalla parte del mondo dell'alimentazione invece c'era Barilla col suo brand Academia, che ha messo a disposizione la sala auditorium della sua prestigiosa sede. Malgarini ha iniziato fotografando nei saloni nautici, ha poi allargato la sua attività alla fotografia del cibo. Collabora con nomi del calibro di Massimo Bottura e Carlo Cracco con il quale sta realizzando un libro. Il workshop è stato impostato come una sessione fotografica reale dedicata a riprendere prima un piatto di pasta alle verdure e poi una forchettata di rigatoni. Naturalmente l'allestimento tecnico non era completo come deve essere in uno studio fotografico attrezzato al meglio, ma si è puntato a utilizzare hardware di buona qualità e alla portata di chi non è professionista e non fa della fotografia la sua attività principale. Lo Chef di Academia ha cucinato la pietanza e collaborando col fotografo ha completato la composizione arricchendo il piatto con particolari, principalmente verdure o piccoli fiori, sistemati nella posizione adeguata. Malgarini ha illustrato alla platea i numerosi problemi che possono intervenire durante la sessione fotografica e il modo migliore per risolverli o evitarli.
Altre immagini potete trovarle seguendo questo link: Manfrotto e Academia Barilla, The Perfect Shot Giovanni Malgarini. L'album contiene alcuni scatti di Francesca Bocchia a documentazione del workshop. E adesso tutti a scegliere la frutta e la verdura più bella e colorata per qualche scatto prima di cena! Post Corrado Pini
Con un balzo laterale il dibattito si è spostato sulla capacità della fotografia di mentire, argomento molto complesso e interessante. Fotografia=menzogna è un collegamento che non a tutti è piaciuto. In effetti credo che al netto della malafede, la foto mostri solo quello che è stato, una sezione di tempo/spazio che però utilizzata in ambiti e periodi diversi può dare messaggi anche opposti. Lewis Hine diceva "La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare". Altre volte la foto stessa acquista significati diversi secondo il momento storico in cui viene mostrata. Per esempio la celebre foto del bimbo nel ghetto ebreo di Varsavia, oggi è un'icona universale contro la guerra, ma venne scattata da un ufficiale e doveva servire alla propaganda nazista per mostrare l'efficenza nei rastrellamenti. Esattamente il contrario di quello che ora è diventata. Chi mentiva? Credo nessuno, ma le fotografie una volta scattate corrono il rischio (per fortuna) di vivere una propria esistenza con buona pace del fotografo. Sull'argomento, un testo essenziale è "Un'autentica bugia" di Michele Smargiassi. Conclusa la serata al meglio, con una folta partecipazione e un bel dibattito, ci auguriamo di riavere fra qualche mese Ugo Baldassarre con altri lavori da ammirare. Lo aspettiamo. Abbiamo parlato di : Ugo Baldassarre Eolo Perfido Guido Harari Michele Smargiassi Lewis Hine post di Corrado Pini Di nuovo Fotografia Europea, di nuovo a passeggio per Reggio Emilia a caccia di immagini. Prima attirato come da una calamita, un'ultima visita in Via Due Gobbi 3 nell'ultimo week-end di apertura. Laggiù c'è un'aria particolare e ispiratrice per chi ama la fotografia e vale sempre la pena passare da quelle parti. Poi prendendo le strade meno dirette, sono arrivato ai Chiostri di San Pietro sede principale della manifestazione. Nel locale biglietteria si può già fare una sosta, su alcuni tavoli c'è una buona selezione di libri che merita attenzione. All'entrata, al centro della sala c'è un lunghissimo tavolo sul quale vengono elencati in ordine cronologico tutti gli avvenimenti più importanti di cronaca e artistici dagli anni 80 a oggi: è l'installazione di Esplorazioni sulla via Emilia. Poi seguendo il percorso espositivo lungo le ampie stanze dei Chiostri troviamo gli altri allestimenti. ● 1986. Esplorazioni sulla via Emilia Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willmann. ● 2016. Nuove esplorazioni Alain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi. A mio modestissimo avviso, la vecchia collettiva del 1986 vince a mani basse contro i contemporanei che forse badano più a cercare di stupire piuttosto che a mettere contenuti nelle loro opere. Sono importanti le idee fino a quando non si finisce nel concettualismo fine a sé stesso e comunque l'immagine deve essere a pari livello dell'idea. "Nuove esplorazioni" non sarà memorabile come l'originale "Esplorazioni sulla via Emilia". ● Exile. Collettiva Magnum Photos Particolare e interessante l'nstallazione Exiles, le fotografie sono incollate su parallelepipedi di legno dallo spessore generoso che permette di tenere la foto appoggiata in verticale. Dietro c'è la didascalia con notizie sulla foto stessa. Si è costretti a prendere in mano l'oggetto (è consentito e anzi, consigliato) per poterlo osservare da entrambi i lati. Attenzione però quando lo riponete, dato che tutte le tavole sono disposte in fila, se ne cade una probabilmente cadono tutte, come succede con le tessere del domino! Infatti è capitato in mia presenza ad un visitatore e il rimbombo ha fatto accorrere una guardia preoccupatissima. Nulla di grave, succede spesso ha confermato la signorina dello staff. ● Più di così non possiamo avvicinarci. libri fotografici in mostra Libri d'arte da sfogliare in guanti bianchi. Riguardano i viaggiatori e i viaggi quando raggiungere luoghi remoti era un'impresa per cuori senza paura. ● I cieli in una stanza. speciale diciottoventicinque. Proiezione di immagini sui muri e sul soffitto accompagnate da suoni e voci. Ci sono un altro paio di proiezioni lungo il percorso della mostra, per esempio una con una telecamera fissa che riprende il traffico. Vi dirò che dovendo scegliere preferisco vedere il traffico originale sulla via Emilia. Siete già stati a visitare qualche mostra di Fotografia Europea? Diteci cosa vi è piaciuto e cos'altro invece no, lo spazio commenti è a vostra disposizione. post di Corrado Pini Nella Piazza della Repubblica di Collecchio presenti i rappresentanti di Comune e Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, giovedì due giugno si è tenuta la cerimonia di premiazione della seconda Maratona Fotografica ANPI. Sul palco sono intervenuti brevemente alcuni giovani che hanno letto alcuni scritti sulla seconda guerra mondiale, ricordi e lettere di nonni o parenti che che l'hanno drammaticamente vissuta in prima persona. In seguito sono stati premiati i ragazzi della categoria Junior (molto bravi) e poi a seguire i vincitori della altre categorie. Ricordiamo i tre temi della maratona tratti da poesie di Gianni Rodari. tema A: PROMEMORIA tema B: DOPO LA PIOGGIA tema C: UNO E SETTE Al primo posto per la migliore sequenza è risultato il nostro Massimo Marazzini con le tre fotografie che potete vedere sopra. A mio avviso premio meritatissimo per fantasia, capacità d'improvvisazione e interpretazione dei temi proposti. Complimenti da tutta Parmafotografica! Ma i successi non finiscono qui. Primo per il tema A si è classificato Davide Fornari con la fotografia qui sopra a sinistra e anche chi vi scrive ha vinto il tema B con la foto a destra. Come avete visto, ottimi risultati per Parmafotografica in questa bella e ben organizzata manifestazione. Appuntamento al 2017. post di Corrado Pini
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Aprile 2024
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