Nel classico giovedì di incontro con l'autore, il nostro socio Raffaele Di Pasquale propone "Art e...". Si tratta di sedici immagini prese in luoghi di esposizione nelle quali è sempre presente l'opera e l'uomo in qualità di visitatore e osservatore. Raffaele riprende e sviluppa lo stile di lavorazione delle fotografie che aveva già utilizzato in "Monte Sole, per non dimenticare". In questo ultimo lavoro sono le persone che perdono materia diventando quasi trasparenti, rarefatte rispetto alle opere che invece mantengono maggiore consistenza. Belli gli scatti, ben composti, ben sviluppati e omogenei fra loro. Durante il dibattito è stata intuita l'idea di fondo che ispira il lavoro: l'opera d'arte rimane, non eterna ma persistente, i visitatori, le persone che invece fruiscono delle opere invece cambiano, passano per un breve momento. Raffaele ha voluto rappresentare quell'idea rendendo le persone evanescenti, ognuna in rappresentanza di tutti gli altri che nel tempo si sono fermati davanti al quadro o alla statua almeno per un istante. Durante la serata è stata posta la questione del linguaggio fotografico, argomento vastissimo e altrettanto interessante. Era forse meglio utilizzare, per esempio, il mosso per rappresentare il passaggio, il flusso di visitatori? Ricordate il celebre quadro di Magritte "La Trahison des images", una pipa e sotto una didascalia: questa non è una pipa. Magritte ha dipinto copiando dal vero o attingendo dalla sua memoria e il risultato è la rappresentazione di un'idea di pipa, la sua essenza. Il pittore mostra le caratteristiche che si trovano in tutte le pipe, la sua non è una pipa reale. Al contrario se fotografiamo una pipa, riprendiamo sempre una singola pipa, quella particolare reale pipa che almeno per un attimo è esistita e si è trovata davanti al nostro obbiettivo. Le persone riprese nelle fotografie di "Art e..." sono reali, ognuna ha un nome anche se non lo conosciamo, non sono concetti di "persona" ma uomini e donne veri. E' quindi complicato descrivere la moltitudine dei visitatori di passaggio, utilizzando tecniche di sviluppo digitale pur efficaci, perchè per la fotografia è difficile rappresentare efficacemente categorie e generi. August Sander, per esempio, negli anni venti del secolo scorso concepì di realizzare un catalogo della società tedesca attraverso una serie di fotografie, il contadino, il muratore, l'operaio, il soldato, il cuoco... Non ci riuscì, in realtà realizzò una serie di eccellenti ritratti, però il suo muratore mostra una persona esistita non la categoria dei muratori e così il cuoco e tutti gli altri. Bello che attraverso questo portfolio Raffaele abbia dato lo spunto per parlare anche di argomenti così importanti, appassionanti e ampiamente dibattuti nelle comunità che fanno capo alla fotografia. Direi che la fatica a rappresentare il "genere" non è un problema ma una caratteristica della Fotografia, multiforme, ingannevole, sincera, reale, forse arte che a noi piace perchè apre le menti. post: Corrado Pini I commenti sono chiusi.
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Marzo 2024
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