Un intenso temporale con grandine ha chiuso la giornata di giovedì 12 aprile, probabilmente il maltempo ha indotto alcuni a rinunciare alla serata con Daniele Ottobrino ed è stato un peccato. I nostri Carlo Carra e Massimo Marazzini hanno preparato l'incontro e l'hanno presentato in maniera diversa dal consueto. La proiezione di acuni portfoli è stata spunto per i commenti del pubblico e per sollecitare l'autore al racconto del "dietro le quinte" degli scatti e del suo percorso di fotografo. Un modo di condurre che potrà rendere le serate ancora più vivaci ed interessanti. Ottobrino è stato professionista, come molti ha iniziato facendo matrimoni e collaborando con i giornali, riconoscendone la validità come scuola e palestra che mette alla prova qualità e motivazioni. Ha comunque sempre voluto sviluppare una ricerca personale nel reportage, ambito verso il quale lo portava il suo istinto fotografico. Di questo periodo sono Domino Effect su Chernobyl e Allerta Case Milano, lavoro collaborativo sul degrado dell'edilizia popolare. Le fotografie di Ottobrino non sono urlate (come quelle per esempio di Paul Fusco), il suo raccontare è sussurrato ma riconosce che il reportage deve fare documentazione e denuncia sociale, per questo è necessario cercare il drammatico. Ci possiamo trovare a disagio di fronte alla sofferenza ma dobbiamo mostrare agli altri attraverso i nostri occhi e il nostro obbiettivo, quello che accade. Uno dei suoi lavori viene notato da Denis Curti e vince una borsa di studio per un Master a Milano dove studia con docenti del calibro di Mimmo Jodice e Giovanni Chiaramonte. Durante quell'esperienza durata un anno (chiamarlo corso sarebbe riduttivo), viene introdotto alla fotografia di ricerca. Il suo modo di vedere e di pensare al "progetto fotografico" evolve e si trasforma. Il sito di Daniele Ottobrino ( http://www.danieleottobrino.com/# ) è scritto in inglese, pubblico qui sotto la traduzione della pagina "Bio". Daniele Ottobrino (nato nel 1977) ha iniziato la sua esperienza come fotografo dopo una formazione artistica a Parma, sua città natale. Ha sviluppato la sua esperienza in fotografia presso il "Riccardo Bauer" di Milano e presso la "Nuova Accademia di Belle Arti" / "Fondazione Forma per la Fotografia", conseguendo il Master in Fotografia e Visual Design. Il suo lavoro spazia dallo stile tipico del reportage alla ricerca documentaria, al progetto profondo e all'analisi sociale. Ha collaborato con agenzie fotografiche per il reportage sociale come PhotoAid. Le sue fotografie sono state presentate in numerose mostre personali e collettive; alcuni esempi sono il Mois de la Photo a Parigi e il Centro Italiano della Fotografia d'Autore a Bibbiena. Le sue ricerche sono state pubblicate su riviste e su diversi quotidiani come Il Venerdì di Repubblica, Donna Moderna, Niente da vedere, Corriere della Sera e Anna, tra gli altri. Nella fotografia di ricerca l'idea e il conseguente progetto sono predominanti e solo successivamente si pensa a scattare in modo accuratamente controllato. Anche la parte puramente tecnica ha la sua importanza, è bene evitare gli obbiettivi grandandangolari (preferiti dai fotoreporter) scegliendo invece i "normali" oppure i tele moderati per rimanere più distaccati ed evitare il coinvolgimento. Il fotografo racconta, mostra il suo punto di vista e non deve partecipare alla scena se non con la sua regia. Non si deve quindi andare per strada a prendere le fotografie che le situazioni offrono ma organizzare il racconto e scattare di conseguenza. Il fotografo di ricerca non è un cercatore di funghi, quanto piuttosto un giardiniere che da' forma e sostanza alle piante e crea il giardino come lo desidera. Questa impostazione è ben chiara nel lavoro MASSCULT (cultura di massa) dove vengono contrapposte due generazioni che si trovano a vivere in paesi occidentali molto diversi da quelli di origine.
I più giovani vogliono integrarsi rapidamente rischiando l'omologazione. Troviamo serialità, contrapposizione tra l'arredo esotico delle case e gli abiti occidentali di alcuni soggetti. La posa dei ragazzi, rigida e costretta tra i bordi della fotografia sembra schiacciarli in modi di essere standard e massificati. Eppure ancora esiste una certa dualità che col tempo probabilmente andrà ad affievolirsi. Oggi l'obiettivo di Daniele Ottobrino è di unire la sua passione per il reportage con gli aspetti della fotografia di ricerca che più lo hanno influenzato. Contaminazione e cambiamento, motori di evoluzione. Una bella sfida unire due generi così diversi e noi saremo ben contenti di vederne i risultati nel prossimo futuro. Webgrafia: Daniele Ottobrino Paul Fusco Mimmo Jodice Denis Curti Giovanni Chiaramonte post di Corrado Pini
alessandro
17/11/2019 20:36:40
Senza dubbio un ottimo I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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