Riprendiamo a descrivere i classici giovedì di Parmafotografica dopo la forzata sosta per maltempo della scorsa settimana. Ritorna Raffaele Di Paquale, nostro attivo ed apprezzato socio, con un porfolio in bianco e nero di sedici fotografie, introduce la serata Francesca Ruggieri. L'idea per Liutai a Cremona arriva durante la visita in una bottega artigiana nella vicina città lombarda dove si costruiscono preziosi violini. Raffaele ci ha ben abituato con le sue belle stampe elegantemente presentate, il portfolio è molto omogeneo, i tagli stretti delle immagini chiudono sulle fasi di lavorazione del legno durante la costruzione degli strumenti.
Un ospite in un apprezzato intervento replica osservando che di solito gli artigiani non sono interessati ad essere ritratti, preferiscono che il protagonista sia l'oggetto che appassiona, in questo caso lo strumento musicale. La discussione tocca in seguito il concetto di interpretazione e documentazione. Raffaele per ispirazione è documentarista, lo spirito che lo ha mosso è il desiderio di raccontare alcune fasi del lungo lavoro di costruzione degli strumenti ad arco. Questa volta però ha dato un tocco interpretativo più accentuato del solito al portfolio. Nell'atto del fotografare c'è sempre il desiderio di riprendere la realtà, ma dietro all'obbiettivo c'è un autore che ha una visione inevitabilmente soggettiva. Il taglio, il tempo, la resa del colore o la sua soppressione, la lunghezza focale, la luce e via elencando, sono tutte scelte che influenzano il risultato finale e quindi sono fasi interpretative. Chiediamoci anche quanto la forma sia anche essenza. Ho imparato ieri che il tipo dei legni utilizzati, il loro spessore (misurato col micrometro addirittura), la vernice e tutto quello che contribuisce a dare forma al violino, influiscono in modo sostanziale al suono che il musicista potrà ottenere e quindi alla voce, vera anima dello strumento. Allo stesso modo ogni scelta del fotografo (anche involontaria) prima e dopo gli scatti indirizza le fotografie in una direzione precisa, personale e interpretata. Forse estremizzo un po' dicendo che la fotografia non è mai del tutto oggettiva ma sempre e solo soggettiva e quindi interpretata. Queste rifessioni escono dalle serate del circolo dove confrontando opinioni si manifestano sempre idee interessanti e spunti di approfondimento attraverso i quali non solo la cultura generale ma la fotografia di ognuno di noi esce arricchita. Anche questo è obiettivo dei circoli fotografici. All'inizio della serata, dato un primo sguardo alle stampe mi è tornata alla memoria la famosa fotografia di Man Ray (Le violon d'Ingres).
In Liutai a Cremona l'eleganza delle chiavi di violino e le forme degli strumenti ricordano le curve femminili. Nel giorno della festa della donna perchè non pensare che le mani degli artigiani liutai sono come quelle degli amanti che accarezzano l'amata. Nelle fotografie di Raffaele le mani sono mosse, delicate, appassionate ed esperte, ma protagonista è sempre lei, la donna, anzi il violino. post: Corrado Pini I commenti sono chiusi.
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Aprile 2024
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